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"Bossi 'salva' Berlusconi e Pontida lo fischia…" di Andrea Carugati

«Se andiamo adesso a elezioni e facciamo cadere Berlusconi, questo è un momento favorevole alla sinistra»: così Umberto Bossi a Pontida. Fischi dei militanti. «Spero che la Lega abbia la spada curva così il segretario del Pd se la piglia in quel posto». Lo ha detto il leader della Lega, Umberto Bossi, mimando il gesto, parlando dal palco di Pontida. Bossi replica così al segretario del Pd che aveva ricordato ieri i manifesti del suo partito raffiguranti i manifesti di Alberto di Giussano con la spada in giù.

BOSSI: DOPO I MINISTERI
ANCHE LA ‘MAGISTRATURA PADANA’
«La Padania deve avere i suoi magistrati, è un suo diritto». Lo ha detto il leader del Carroccio Umberto Bossi nel suo intervento a Pontida commentando l’inaugurazione di ieri della scuola di magistratura a Bergamo.

MARONI IL PIU’ APPLAUDITO
«Noi abbiamo un grande sogno: una Padania libera e indipendente». Così Roberto Maroni dal palco di Pontida. Il ministro dell’Interno si è detto «felice» del grande afflusso di militanti sul ‘sacro’ prato. E, a loro, ha detto: «Voglio ringraziare davvero tutti voi, in barba ai ‘gufi’ romani che dicevano che a Pontida non sarebbe venuto nessuno; a loro dico ‘Guardateli!’».

«FERMIAMO LA GUERRA IN LIBIA
COSI’ FERMIAMO PROFUGHI…»
«I missili non sono intelligenti, per fermare i profughi c’è solo un modo fermare la guerra». Lo afferma il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. «Abbiamo contro la Nato che ha detto che non può fare un blocco navale per i clandestini in uscita, abbiamo contro l’Europa che non ci aiuta e la magistratura che è a favore dei clandestini».

«ABBASSIAMO COSTI DELLA POLITICA
IO LA MACCHINA ME LA SONO COMPRATA»
«Dobbiamo abbassare i costi della politica». Lo ha detto Umberto Bossi parlando a Pontida. «Io ho l’Audi e me la sono comprata. Basta con le auto blu che poi pagate voi». Bossi, infine, ha affermato che devono essere diminuiti anche i rimborsi elettorali.

«VOLETE SECESSIONE?
LA FAREMO, PREPARATEVI…»
«Se volete la secessione ci si prepari: la Lega verrà incontro ai popoli del Nord che vogliono una pressione molto forte verso il centralismo, e l’avranno. L’altra volta ci ha fermato la magistratura, questa volta, saremo più incazzati». Così Umberto Bossi dal palco del raduno di Pontida della Lega.

«BERLUSCONI? POTREMMO DIRGLI STOP…»
«Berlusconi non dia nulla per scontato. Può darsi che la Lega dica stop». Lo afferma Umberto Bossi dal palco di Pontida ricevendo un fragoroso applauso dalla folla del pratone.

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A Pontida la base mugugna insulta Alemanno e dice sì ai referendum
di Andrea Carugati

«Berlusconi? Bollito, improponibile, è ora di mandarlo a casa». Gli sfoghi su Radio Padania? Solo un antipasto, almeno stando a sentire i militanti che da ieri pomeriggio affollano i dintorni del sacro prato di Pontida. Fango a volontà, solo un po’ meno dell’anno scorso, cielo plumbeo, tende, salsicce, dialetti padani che si mischiano e rivaleggiano tra loro.

Eccola qui, la tana della Lega. E’ la sera dei giovani, star Matteo Salvini, che chiede di non parlare di politica e poi viene travolto dai suoi fans al grido di «Alemanno terrone» e altri cori tipo «Meglio senza mare, meglio senza sole che essere meridionale». Lui un po’ schiva l’abbraccio, memore del coretto sui napoletani che proprio qui a Pontida, due anni fa, gli costò il posto a Montecitorio. «Stasera meglio parlare di f…». Ma il bersaglio grosso non è il sindaco di Roma. Ma il Cavaliere. Un anziano fa previsioni sul discorso di Bossi: «A me piacerebbe che lo mandasse a casa, il Berlusca, ma temo che non lo farà…».

La moglie storce il naso, poi si avvicina «minacciosa» con l’ombrello verde padania: «Gino, ti ho detto che con l’Unità non devi parlare…». Il Gino si scusa e obbedisce. Ma basta girare l’angolo, e si trova il signor Carlo di Pavia, che conferma la stanchezza per il Cavaliere e ci aggiunge una postilla: «Sì, ma poi cosa facciamo da soli? Con chi lo finiamo il federalismo?». Ecco, è questo l’ultimo grimaldello a cui si può aggrappare il Senatur, per tenere buona la sua base. Portare a termine quel sogno che finora, come ammettono in tanti, «non si è visto, non si riesce a toccare con mano». Eccola qui la dead line che fissa il popolo di Pontida: «Finiamo il federalismo in ottobre, e poi vediamo». La pancia ribolle di sfiducia nel governo, tantissimi hanno votato sì ai referendum e lo dicono senza timori.

E insistono: «Il Cavaliere si è sputtanato col bunga bunga, si è fatto ridere dietro in tutto il mondo, sta facendo perdere voti anche a noi», spiega Francesca Turigliatto, segretario della sezione di Forno Canadese, Lega primo partito. I militanti che sono con lei arrivano a sussurrare qualcosa di sacrilego: “Sì, forse ci vorrebbe un ricambio generazionale anche nella Lega, Maroni sarebbe pronto”. Anche un anziano di Verona, Maurizio detto “il lupo”, pensa che è ora di cambiare: “Ci vuole Flavio Tosi”. Ma sono voci isolate. I giovani padani il Senatur lo amano ancora molto. “Senza di lui non ci sarebbe la Lega”.

E a domanda sul governo: “Decide Bossi, noi siamo il suo esercito”. Un gruppo di ventenni della Franciacorta va contro corrente: “Silvio è l’unico che ci ha dato una mano con il federalismo, in un Paese in cui tutti dicono di volerlo, ma solo a parole”. Se chiedi del premier e delle sue sparate, scuotono la testa: “E’ chiaro che non ci piace, ma per ora non ci sono alternative”. Paolo Grimoldi, leader dei Giovani padani e deputato, la mette giù così: ”Una riforma costituzionale con la sinistra io la farei anche, ma siamo sicuri che loro sono uniti? A me andrebbe bene anche la bozza Violante, vediamo se ci stanno”. Già, ma con quale governo in carica? “Finché non finiamo il federalismo, non ci sono alternative a Berlusconi. Non puoi fermare la macchina a 50 metri dal traguardo. Poi a a ottobre vediamo. Se il premier insiste con intercettazioni e prescrizioni ci facciamo una pensata”, conclude Grimoldi.

Qui tra i vialetti fangosi di Pontida la depressione post voto è stata velocemente accantonata. A domanda, tutti rispondono che “la guerra in Libia ha pesato, e soprattutto quei permessi a 20mila tunisini”. Altri raccontano aneddoti: “Lo sa che al mercato, in campagna elettorale, le vecchiette mi dicevano ‘ stavolta non vi voto più perchè state con Berlusconi’”. Ecco, questa è la cosa che brucia di più: “La gente lo odia così tanto che non vota più nemmeno noi…”. E’ ora di cena, i giovani padani vedono il cronista dell’Unità e iniziano a intonare cori pro Micciche, pro Alfano, e persino pro- Scilipoti. Spuntano pure “federalismo solidale” e “viva i cinesi”. L’umorismo, i ragazzi della Lega non l’hanno ancora perso.

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