Giorno: 8 Marzo 2014

"Una legge elettorale paritaria, il coraggio di essere liberi", di Valeria Fedeli

L’8 marzo di quest’anno è sospeso tra cambiamento e conservazione. E’, infatti, in corso una forte battaglia politica di tante donne e uomini, un impegno trasversale che attraversa diversi gruppi parlamentari, per poter finalmente realizzare una democrazia che sia realmente paritaria. Sarebbe inaccettabile, e il rischio che corriamo in queste ore è forte, se la nuova legge elettorale penalizzasse le donne, cioè la maggioranza del Paese. In questo modo un’occasione storica per sperimenta- re l’equità di genere e di moltiplicare il cambiamento andrebbe persa! Non si tratta qui solo di riequilibrare una sottorappresentazione di genere in Parlamento. Si tratta di un cambiamento culturale profondo. Questa è una sfida centrale per ogni cambiamento politico, culturale e sociale, che vogliamo realizzare. Un cambiamento che è il cuore della responsabilità che Parlamento e nuovo governo si sono assunti in questa difficile fase storica. Il governo ha mostrato una capacità di innovazione nella parità tra ministre e ministri, scegliendo di legare il destino di molte importanti riforme proprio alle energie, alla competenza e alla concretezza delle donne. Poi, però, …

Intervento del Presidente Napolitano alla Giornata Internazionale della Donna

Signor Presidente del Senato, Signora Presidente della Camera dei Deputati, Signor Presidente della Corte Costituzionale, Autorità, Care e cari invitati, rivolgo un cordiale saluto a tutte e a tutti i partecipanti, ma un particolare augurio, come comprenderete, alle signore ministri che rappresentano la parità di genere sancita nella formazione del nuovo governo. Sono convinto che, al di là delle loro competenze e specifiche funzioni, non dimenticheranno di essere donne impegnate nella causa delle donne. E rivolgo anche un doveroso ringraziamento alla componente femminile del precedente governo per aver trattato situazioni complesse con professionalità e senso dello Stato e per l’impegno espresso in tema di pari opportunità. Ma i miei affettuosi auguri e il mio incoraggiamento vanno a tutte le donne, che in Italia e nel resto del mondo, ieri e oggi, ribellandosi, reagendo contro leggi e tradizioni assurde hanno non solo difeso la propria dignità e i propri diritti, ma affermato libertà e opportunità per tutte. Ringrazio coloro che lavorano nelle associazioni, che operano come religiose, nei corpi dello Stato e anche negli organismi internazionali …

"Le italiane meritano un 8 marzo di cambiamento, a partire dalla vita pubblica", di Roberta Agostini

Se chiediamo una legge elettorale che contenga norme per favorire la presenza femminile nelle istituzioni lo facciamo per una ragione politica generale e per un principio di civiltà che deve riguardare l’intero sistema politico. Le italiane meritano un 8 marzo di cambiamento, a partire dalla vita pubblica. L’8 marzo non può essere nel nostro paese una celebrazione retorica o una festa. Le statistiche ci raccontano puntuali della difficoltà delle donne italiane, delle vite precarie delle generazioni più giovani, delle disparità salariali, delle difficoltà di carriera, dell’impossibilita di tenere insieme famiglia e lavoro. È di qualche giorno fa la ricerca Istat sul capitale umano che evidenzia come quello dello donne nel nostro paese valga la metà di quello maschile a causa delle massicce percentuali di disoccupazione. E l’istituto europeo per la parità di genere, colloca l’Italia al ventitreesimo posto su 27 paesi nella graduatoria delle pari opportunità tra uomini e donne. Ma le donne italiane, la loro quotidianità, le loro speranze, le loro capacità sono anche il cuore di un progetto di rinascita per il paese. …

"E voi maschi dove siete?", di Sara Ventroni

Buongiorno, uomini. Questo otto marzo è a voi che parla. Oggi noi donne, di ogni schieramento politico, siamo di vigilia. Oggi noi donne siamo in attesa di sapere cosa ne sarà dell’emendamento alla legge elettorale Italicum, sottoscritto da una maggioranza trasversale di donne per garantire l’effettiva parità nella competizione, in termini di eleggibilità concreta. Cose fruste, lo sappiamo. Ma essenziali, lo sapete. Eccome se lo sapete. Per questo ci si ritrova sulle barricate. Noi donne non siamo le vostre metafore migliori. Non siamo il vostro spot vincente. Qui si parla di politica, qui si parla del futuro del Paese. Mentre siamo in attesa che si compia la speranza di passare, finalmente, dalla democrazia formale a quella sostanziale – senza privilegi, senza quote, senza tutele – semplicemente rimuovendo gli ostacoli e gli artifici che risospingono caritatevolmente le donne ai piedi di lista, aspettiamo da voi una mossa, perché da oggi, ormai è chiaro a tutti, la questione delle relazioni tra uomini e donne – la loro differenza, nelle fondamenta della vita civile – è la questione …

"L’Italia e il coraggio di essere  donne", di Mario Calabresi

L’ 8 marzo del 1968 alla Camera dei deputati le parlamentari erano soltanto 19 su 630. Oggi sono 198, il 31 per cento dell’emiciclo, più del doppio di soli dieci anni fa. Un cambiamento storico che rischia però di essere messo in discussione dalla nuova legge elettorale che, se non sarà modificata in corso d’opera, le riporterà ad essere meno di un quarto. La discussione di questi ultimi giorni ha il merito di averci aperto gli occhi sulla fragilità di conquiste che vorremmo definitive e acquisite ma che in verità non lo sono. E se alziamo lo sguardo e facciamo il punto su quest’ultimo anno vediamo che la violenza sulle donne non diminuisce, che i numeri dei femminicidi, nonostante il varo di una legge importante che aspetta di essere attuata in tutti i suoi aspetti, non calano e che sette vittime su dieci avevano denunciato la situazione in cui si trovavano, ma questo non è bastato a salvarle. Se guardiamo avanti invece dobbiamo fare i conti con una crisi che impedisce a un numero crescente …

"L’otto marzo amaro dell’Italia condanna del Consiglio d’Europa “Aborto, violati i diritti delle donne”, di Maria Novella De Luca

L’Italia calpesta la vita delle donne. Altro che mimose. In questo amaro otto marzo che racconta un paese senza parità e senza lavoro, assediato dai femminicidi e dalla piaga delle dimissioni in bianco, un duro documento del Consiglio d’Europa condanna il nostro paese per aver violato la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Con un provvedimento che sarà reso pubblico oggi, il “Comitato europeo dei diritti sociali”, organismo del Consiglio d’Europa, afferma: «A causa dell’elevato e crescente numero di medici obiettori di coscienza, l’Italia viola i diritti delle donne che alle condizioni prescritte dalla legge 194 del 1978, intendono interrompere la gravidanza». È la prima volta che l’Europa condanna con tanta chiarezza il nostro paese per la disapplicazione della legge sull’aborto, riconoscendo, finalmente, che pur esistendo ancora sulla carta, l’interruzione volontaria di gravidanza è di fatto ormai impossibile in intere regioni d’Italia. Le donne sono costrette a migrare di provincia in provincia perché centinaia di ospedali hanno ormai chiuso i reparti, ma in tante, troppe, respinte dalle strutture, e ormai fuori dai tempi consentiti per …

"L’ultima arma di Mosca: tagliamo il gas all’Ucraina", di Bernardo Valli

È IL dialogo dei sordi. Barack Obama ha chiesto a Vladimir Putin di autorizzare contatti diretti tra il governo russo e quello di Kiev, di consentire agli osservatori internazionali di lavorare in Crimea, e, sempre in Crimea, di far rientrare le truppe russe nelle loro basi. Questo dice il resoconto della Casa Bianca dopo il lungo colloquio telefonico dei due presidenti. MA POCHE ore dopo il Cremlino dà la sua versione, che non è la stessa. Vladimir Putin ha denunciato, parlando con Barack Obama, un colpo anticostituzionale a Kiev e ha sottolineato che la Russia non può ignorare, nel rispetto delle leggi internazionali, gli appelli provenienti dalle province sud-orientali dell’Ucraina sottoposte a “decisioni illegittime”. Le relazioni russo-americane, ha proseguito Putin, sono tuttavia troppo importanti per la sicurezza globale e non possono quindi essere sacrificate per rincorrere problemi internazionali particolari, anche se di rilievo. Dalle note dissonanti, diffuse dalla Casa Bianca e dal Cremlino, appare evidente che Obama e Putin hanno ribadito per più di un’ora le loro posizioni senza portare elementi distensivi alla crisi. La …