Mese: Giugno 2014

"In nome del Made in Italy no alla contraffazione", di Valeria Fedeli

La contraffazione pone a tutto il Paese il tema serio della sicurezza dei prodotti sia per chi li lavora sia per i cittadini consumatori. Mercoledì 11 ho partecipato all’Assemblea di Confindustria Firenze, un appuntamento che ha segnato una scelta fortemente innovativa e coraggiosa, perché ha messo al centro la responsabilità anche delle imprese di fare del contrasto all’illegalità e al lavoro sommerso, nelle filiere e nei territori in cui operano, un impegno prioritario. La sfida lanciata è di impegnarsi insieme, istituzioni e attori sociali, ognuno facendo la propria parte, per tracciare un percorso comune che ci consenta di costruire un’Italia diversa, anzi ri-costruire, come recita il titolo dell’iniziativa. Ricostruire a partire dalla semplificazione delle regole, dall’investimento sulla qualificazione dei processi produttivi e dalla formazione, come forma più alta di responsabilità: mettere i giovani nella condizione di scegliere, incentivare il lavoro di ragazze e ragazzi come forza che produce innovazione, investire così davvero sul futuro. Un futuro che ha urgente bisogno che tutti assumano la cultura e la pratica della legalità come precondizione per il proprio …

Ogm, trovato l’accordo “Saranno i singoli Stati a decidere se coltivarli”, di Andrea Bonanni

I ministri europei dell’Ambiente hanno raggiunto ieri un accordo sulla regolamentazione delle culture Ogm che consente ad ogni stato membro di vietare la coltivazione di piante geneticamente modificate. L’intesa, che chiude quattro anni di discussioni infruttuose e di veti incrociati, dovrà ora essere discussa con il Parlamento europeo nel corso del semestre di presidenza italiana e potrebbe essere approvata entro fine anno. Finora la situazione delle coltivazioni Ogm in Europa era estremamente confusa. Il compito di autorizzare o meno l’utilizzo di determinate sementi geneticamente modificate toccava alla Commissione, sentito il parere dell’agenzia alimentare europea, che ha sede a Parma. Nel corso degli anni, Bruxelles ha autorizzato per esempio un tipo di grano prodotto dalla Monsanto. Ma molti stati membri, tra cui l’Italia, si sono rifiutati di consentirne l’utilizzazione, adducendo motivi di tutela della salute che però sono stati regolarmente respinti dall’Agenzia alimentare che li ha ritenuti ingiustificati. Nonostante i ricorsi della società produttrice, la Commissione non era però arrivata ad imporre ai governi la liberalizzazione delle culture autorizzate perché il Consiglio era sempre riuscito a …

"Expo, i tre poteri di Cantone", di Alessia Gallione e Liana Milella

Tre poteri in una sola persona. Di fare ispezioni. Di acquisire dati. Di comminare sanzioni. Tutto per Raffaele Cantone. A 43 giorni dalla sua nomina nel ruolo di commissario anticorruzione e a 32 dal suo coinvolgimento nello scandalo giudiziario sull’Expo di Milano come controllore e supervisore, pare proprio che oggi il governo dovrebbe farcela a dargli quei poteri che l’ex pm anti-camorra chiede, e senza i quali i suoi incarichi sono puramente nominalistici. In un consiglio dei ministri pomeridiano si discuterà la prima tappa della manovra del governo Renzi contro i corrotti. La prima, quella che riguarda per ora solo in poteri di Cantone, perché per le altrettanto importanti norme penali, dal nuovo falso in bilancio all’autoriciclaggio alla prescrizione lunga, bisogna aspettare un’altra settimana. La prossima, dopo che il 18 giugno il Guardasigilli Andrea Orlando avrà presentato le linee guida delle sue principali riforme. Cantone dunque. Ma come vedremo anche Giuseppe Sala, il commissario unico di Expo. Sono poche le norme importanti che fanno di un commissario “simulacro”, come quello dell’Anac, uno “effettivo”. A partire …

"Tra fine vita e ipocrisie di Stato", di Michele Ainis

Fra i troppi ministeri ospitati dal nostro troppo Stato, ce n’è invece uno di cui s’avverte la mancanza: il ministero della Sincerità. Se mai venisse istituito, ecco il nome giusto per dirigerlo: Giuseppe Saba. Non è giovane (87 anni), non è donna, ha perfino un titolo di studio (era ordinario di Anestesiologia). Peccati imperdonabili, alle nostre latitudini. Ma il peccato più grave l’ha commesso qualche giorno fa, rilasciando un’intervista a L’Unione Sarda . Dove candidamente ammette d’avere aiutato un centinaio di malati terminali, per farli morire senza sofferenze. Dove pronunzia a voce alta la parola tabù: eutanasia. Dove denuncia l’ipocrisia verbale di chi la chiama «desistenza terapeutica», come se non ci fosse in ogni caso una spina da staccare. E dove infine racconta che la dolce morte costituisce una pratica diffusa, diffusissima, nei nostri ospedali. Si fa, ma non si dice. Lui invece l’ha detto. Non che la notizia ci colga alla sprovvista. Lo sapevamo già, lo sa chiunque abbia assistito all’agonia di un amico o d’un parente, con i medici che armeggiano dentro una …

"Governo battuto alla Camera" da L'Unità

187 sì, 180 no: il governo è andato sotto ieri sull’emendamento della Lega sulla responsabilità civile dei giudici. Decisive le astensioni dei grillini e una trentina di franchi tiratori Pd. Il premier Renzi, irritato, ha annunciato che la norma sarà cambiata al Senato. Durissime le critiche di Csm e Anm. Due anni e quattro mesi dopo la solita Lega, il solito Pini e, quando si dice la coincidenza, lo stesso sottosegretario alle Politiche Europee Sandro Gozi combinando lo stesso misfatto. Mescolando normative europee sui succhi di frutta e responsabilità civile per i magistrati, l’aula della Camera ha approvato, per la seconda volta, il vecchio emendamento del leghista Gianluca Pini che rende responsabili in sede civile, costringendoli al risarcimento diretto del danni i magistrati che sbagliano. Allora furono Pdl, Lega e i responsabili di Popolo e Territorio a mandare sotto il governo Monti con il Guardasigilli Paola Severino che andò su tutte le furie per «l’imboscata in aula». Oggi va sotto il governo Renzi. Per mano, anche, di circa trenta, quaranta deputati Pd che per dolo …

"Cina e Italia, i due volti della crescita possibile", di Fabrizio Galimberti

L’ideogramma cinese per il nome “Italia” è “il Paese delle idee”. Si tratta senz’altro di un complimento, chino su un passato glorioso. Un passato che i sempre più numerosi turisti cinesi in visita alle nostre città d’arte sanno apprezzare. Come scrisse G.K. Chesterton nel suo saggio “St. Francis of Assisi”, è da annotare «il curioso fatto che circa tre quarti dei più grandi uomini che siano mai vissuti vennero da quelle piccole città» dell’Italia dal Duecento al Cinquecento, da San Francesco a Caterina da Siena, da Leonardo a Michelangelo a Dante a Tiziano… Ma quale immagine dell’Italia vive oggi nel conscio e nell’inconscio della Cina? Quella di un Paese mediocre che si aggrappa a un passato glorioso? La Cina e l’Italia sembrano oggi le due lame di una forbice: la lama superiore, quella cinese, si impenna verso l’alto in una tumultuosa ascesa di produzione e di domanda; la lama inferiore – l’Italia – piega verso il basso, con un Pil che scende a lustri addietro (a livello di Pil per abitante). Ma le lame possono …

"Andare all’asilo fa bene alla pagella", di Francesca Borgonovi, ricercatrice Ocse-Pisa

Numerosi studi mostrano che la scuola dell’infanzia può promuovere l’apprendimento e il benessere dei bambini, con conseguenze di lungo termine sulle loro capacità di interazione con gli altri, di perseguire obiettivi con successo e, in alcuni casi, sulle capacità cognitive. Lo studio Ocse Pisa mostra che gli studenti 15enni che dichiarano di essere andati alla scuola dell’infanzia per più di un anno hanno risultati scolastici migliori dei loro coetanei che hanno dichiarato di non essere mai andati alla scuola dell’infanzia. In media, tra i Paesi Ocse, nel 2012 la differenza nel punteggio in matematica era di 53 punti, che equivale alla differenza di punteggio che risulta dall’essere andati a scuola un anno in più. In Italia la differenza di punteggio è ancora maggiore ed equivalente a 63 punti Pisa. In parte questa differenza riflette il fatto che gli studenti socio-economicamente svantaggiati tendono ad avere tassi di partecipazione inferiori: la differenza di punteggio scende infatti in media a 31 punti (e in Italia a 52 punti) quando si considerano studenti che provengono da contesti socio-economici simili. …