Giorno: 12 Ottobre 2009

Dal Congresso: “Dario infiamma, Pier Luigi rassicura”, di Aldo Cazzullo

Dal primo attacchi a D’Alema, il secondo parla di redditi e lavoro. Franceschini, cosa non le piace di Bersani? «D’Alema». Il segretario dice proprio così, nell’intervista alle lene che andrà in onda domani, facendo pure l’aria atterrita mentre nomina l’uomo che considera il suo vero rivale. E infatti tutto contro D’Alema per quanto citato una sola volta era rivolto il suo intervento al minicongresso Pd. Franceschini ha citato invece spesso Bersani, anzi «Pier Luigi», per sottintendere maliziosamente che in realtà non ce l’aveva con lui. Era per D’Alema la stoccata ai sostenitori dell’alleanza con il grande centro, «magari mandandoci pure qualcuno di noi», con il risultato di condannare il Pd all’opposizione «per altri 35 anni». È D’Alema quello che, secondo Franceschini, indossa «una delle casacche del `9oo», vale a dire quella comunista. Che la prossima volta vorrebbe eliminare le primarie. Che dovrebbe badare alle frequentazioni proprie e dei suoi uomini, ai «comportamenti personali», allo «stile di vita». Che vorrebbe «riproporre alleanze vaste da Mastella a Diliberto», che oggi significa da Casini a Vendola. Era per …

Banca Etica: “basta scuse: sindacati, enti religiosi e istituzioni investano responsabilmente”

“Gli investitori istituzionali, i sindacati, gli Enti religiosi e del Terzo Settore in testa dovrebbero prendere atto degli ottimi risultati raggiunti dalla finanza etica e interrogarsi seriamente su un uso più responsabile dei loro patrimoni”. Lo ha affermato il presidente di Banca Etica e di Etica sgr, Fabio Salviato durante un convegno sull’investimento etico tenutosi nei giorni scorsi. “E’ incredibile pensare che i sindacati gestiscono 60miliardi di euro di fondi pensione dei lavoratori e li investono senza valutare se con queste risorse si vanno a sostenere aziende attente ai diritti dei lavoratori o meno” – ha aggiunto Salviato. Dunque non ci sono più scuse per gli investitori istituzionali che ancora investono tutti i loro patrimoni usando strumenti privi di certificazione etica. E’ questo il forte richiamo giunto da esperti nazionali e internazionali riunitisi nei giorni scorsi a Roma per il seminario intitolato “Efficacia ed efficienza dell’azione dell’investitore etico” promosso da Etica sgr, l’unica società di gestione del risparmio italiana che offre esclusivamente fondi etici composti da titoli di aziende e Stati che abbiano superato un …

“Se il Cavaliere vuole farsi Stato”, di Giuseppe D’Avanzo

Non si riesce a tenere il conto delle menzogne e dei ricatti che l’Egoarca riesce a distillare nei suoi flussi verbali, ormai oltre ogni controllo di ragionevolezza, del tutto catturati dal suo disturbo narcisistico. Stiamo ai fatti. Il lucidissimo furore di Berlusconi si accende per i pasticci che si combina da solo, con la sua compulsività. Frequenta minorenni; riempie palazzi e ville di prostitute arruolate da un ruffiano; trascura gli affari di Stato per allegre scorribande amorose. Contestato dalla moglie in pubblico, se ne va nel luogo pubblico per eccellenza – la televisione – per recuperare (sa di doverlo fare) un’apprezzabile accountability. Sbaglia la mossa. Esige che le sue favole diventino scritture sacre. Se non accade – e non accade – s’infuria. Ingaggia maschere con mazza ferrata che, dai giornali e tv che controlla, fanno per lui il lavoro più sporco, “assassinando” la personalità di chi gli appare, anche da lontano, “un nemico”. Scatena gagliofferie, aggressioni, conflitti che (lungo l’elenco) investono, nel tempo, la moglie; impauriti testimoni delle sue imbarazzanti avventure; la Repubblica; il suo …

“«Lavoro in cambio di sesso. Con Berlusconi sono tornate le contessine del Viminale». Intervista a Victoria De Grazia”, di Federica Fantozzi

Victoria De Grazia è direttore dell’Istituto Europeo e docente di Storia Contemporanea alla Columbia University nonché studiosa dei diversi modelli di forza di persuasione nei sistemi liberali o autoritari. È autrice di «Le donne nel regime fascista» e di «Impero irresistibile» sulla rivalità europea all’egemonia americana nel XX secolo. Vive tra New York e Sartiano. Professoressa,lei si è occupata di come la politica nazionale e familiare influenzi e formi il comportamento delle donne. In Italia, per esempio? «Mi sembra che in Italia, nell’ultimo decennio, si debba guardare a un aspetto che segna fortemente le donne soprattutto giovani. La crisi economica, dagli anni 90, ha creato un’oligarchia di fatto con forti svantaggi per i giovani. Le donne pur avvantaggiate dai buoni risultati scolastici o universitari e da un mondo di lavoro più paritario si sono poi trovate in un panorama asfittico. I maschi sono forse colpiti di più in generale. L’insieme porta a un’esasperazione di antifemminismo e visione reazionaria della donna». Significa che l’attuale condizione femminile è dovuta alla mancanza di prospettive economiche e non è …

“Tian An Men: memorie di sangue a vent’anni dal massacro”, di Francesca Ortalli

Ma Jian apre il suo computer. È seduto a tavola e sta ancora facendo colazione in albergo, sono le dieci del mattino. «Ecco – dice- questo è quello che è successo a Tian An Men». L’impatto è fortissimo, sullo schermo scorrono immagini agghiaccianti. Bisogna staccare lo sguardo, prendere fiato e poi riavvicinarsi poco per volta, mentre lui racconta la lunga sequenza di morte. «Questa l’ho scattata io – spiega, mostrando la folla che riempie lo spazio enorme di Tien An Men – Era l’inizio dell’occupazione della piazza, verso metà maggio. Non eravamo ancora martiri ma solo studenti che volevano cambiare il mondo». Ma Jian è a Cagliari, ospite del festival di letteratura «Tutte storie». La forza della memoria, la sua e quella di tanti altri, diventa un’arma per ricordare una storia che non può essere cambiata, nonostante le cortine fumogene ora spazzate via dalla crudezza delle immagini. Sono state mostrate per la prima volta ieri. Vent’anni dopo sono ancora lì, a ricordare quei giovani studenti che sorridevano prima di diventare cadaveri straziati dalle pallottole e …

“Prima notte d´occupazione, no ai tagli”, di Laura Montanari

La prima notte dell´occupazione è un copione collaudato, la prova generale della tenuta del movimento. Sabato sera speciale a Firenze, con le scuole illuminate e via vai di ragazzi in motorino. Non c´è bisogno di ciondolare in piazza o davanti a qualche bar, c´è un posto dove andare, il liceo è aperto, si può stare gratis, senza consumazione obbligatoria. Nel cortile del Galileo Galilei, l´amplificatore butta musica, si balla, si fuma, si parla. Un gruppetto controlla gli ingressi. Entrano solo quelli della scuola o quelli che si presentano a nome del movimento. La prima notte di occupazione non si parla della Gelmini né dei tagli sulla scuola. Non lì. Nell´aula dormitorio i banchi messi attaccati diventano la piattaforma di un letto rialzato su cui appoggiare cuscini, coperte e sacconi. Al liceo classico di via Cavour gli occupanti della prima notte sono fra i cinquanta e i cento. Dipende dalle ore e dai flussi degli amici che si spostano. Per la cena ci si segna su un foglietto e poi si raccolgono le offerte. Sabato il …

Il “parlamentino”della scuola boccia i licei della Gelmini

Sempre più faticoso l’iter della riforma delle superiori. Dovrebbe partire dal prossimo anno scolastico, ma è una dura lotta col tempo. Tanto è vero che il ministro Gelmini ha già annunciato che le iscrizioni verranno raccolte entro febbraio, il solito mese di ritardo, un altro ritardo destinato a compromettere la ripresa delle lezioni. E intanto il Cnpi, il “parlamentino” della scuola, chiamato a esprimere un parere sul progetto dei licei esprime un giudizio fortemente critico. Un giudizio che dovrebbe far riflettere il ministro, dovrebbe portare a un confronto per trovare un rimedio, per raccogliere un consenso fondamentale per avviare un cambiamento così radicale. Ma forse, ancora una volta, non si arriverà ad alcun accomodamento. Perché l’importante per la Gelmininon pare sia l’avvio di un processo che sia un reale miglioramento della qualità della scuola, ma soltanto un altro tassello per un altro sostanzioso taglio di risorse. Continua insomma la politica dell’annuncio. Perché quel che conta è piantare la bandierina. Poi poco importa che cosa si ottiene. Ecco intanto il testo del parere del Cnpi. ________________________________________________________________________ …