«Per non piangere altri morti. Messina, errori da non rifare», di Marco Laudonio
28 morti, 7 dispersi, 564 sfollati. Siamo arrivati al giorno dei funerali di Stato per i morti dell’alluvione di Messina ma dietro al dolore è sul crinale che divide il governo dall’opposizione che dobbiamo constatare come chi ha la maggioranza non stia arretrando minimamente da quell’impostazione di abbandono del territorio che ci ha portato a piangere i morti per colpa dell’incuria, del taglio dei fondi dalla difesa del suolo, dell’indifferenza per le norme applicate in tutta Europa, per l’incoraggiamento dell’abusivismo, per la pervicacia con cui si ostina a destinare tutti i fondi al ponte sullo stretto, per il disarmante scaricabarile tra Ministero dell’Ambiente, Regione Sicilia ed enti locali su ciò che si poteva o si doveva fare per evitare questa tragedia annunciata. A volte per salvare delle vite basta la memoria, come quella che dovrebbe far ricordare le alluvioni negli anni passati, come quella avvenuta a Scaletta Zanclea addirittura nel 1957 con dinamiche simili e segnalataci da Giancarlo Ba o quella di soli due anni fa. A volte per salvare delle vite basta applicare le …