Giorno: 28 Ottobre 2009

“Se lo stato premia gli studenti e poi mette la tassa sul merito”, di Sergio Rizzo

In Italia i record delle tasse non pagate (secondo alcune stime non meno del 30%) e dei condoni a ripeti­zione convivono felicemente con alcune assurdità fiscali che non hanno apparen­te spiegazione. Per anni, ad esempio, i contribuenti hanno pagato (e molti paga­no ancora) l’Iva sulla tassa della spazzatu­ra. Lo Stato è cioè riuscito a spillare soldi ai cittadini perfino tassando una tassa. Finché la Corte costituzionale non ha di­chiarato questa pratica illegittima: la Cor­te costituzionale, avete capito bene. La domanda ora è se si dovrà scomoda­re la Consulta anche per l’ultima incredi­bile uscita dell’Agenzia delle Entrate. Che nella sua ottusità sarebbe addirittura esi­larante, se non ci andassero di mezzo dei ragazzi meritevoli. Dal 2007 è previsto per chi esce dalla scuola media superiore con il massimo dei voti un premio di mil­le euro. Non risolve la vita, ma è un se­gnale che vuole incentivare il «merito», parola che da qualche tempo sta sulla bocca di tutti, ma proprio tutti, i politici italiani. Ebbene, quel premio è stato ora ridotto a 650 euro. C’è la crisi …

“La crescita non passa per il taglio dell’IRAP: Ci resta solo il debito”, di Stefano Fassina

Lo scontro di potere in atto a destra ha aperto intorno alla politica economica del Governo un dibattito a lungo negato al Parlamento e all’opinione pubblica. Due le domande di fondo: l’Italia, dato l’enorme debito pubblico, può permettersi una politica economica anti-crisi? Data una risposta positiva, quali sono le misure adeguate? L’Italia non solo può permettersi,ma ha urgenza di una politica anti-crisi per sostenere le migliori energie del lavoro e dell’ impresa ed evitare il peggioramento del quadro di finanza pubblica. Attenzione però. La politica anti- crisi è utile ad una condizione: deve essere parte di una strategia riformista per innalzare la crescita potenziale del Paese. Soltanto a fronte di una intensa crescita il debito pubblico italiano diventa sostenibile. Il Governo, invece, confidando in una crisi di breve durata, ha scelto il rigorismo senza riforme: no alle riforme, no a misure anti- crisi, a parte il surrettizio, iniquo ed inefficiente allentamento del contrasto all’evasione fiscale. Perché il Governo non fa le riforme? Per ragioni culturali e politiche. Larga parte delle classi dirigenti italiane, in particolare …