Giorno: 9 Novembre 2009

Maurizio Gasparri e l’indimenticabile ’89

Oggi si ricorda l’indimenticabile 89. La caduta del Muro di Berlino rappresenta un giorno di libertà non solo per coloro che vivevano nell’Europa dell’Est, ma per tutti gli europei. Da quel giorno tutto il mondo è stato più libero e quell’89 rimane indimenticabile e straordinario per ognuno di noi. Tra i tanti commenti autorevoli, uno in particolare merita di essere ricordato. Non è un premio Nobel. Non è un premier. Non è uno scrittore. Ma quanto garbo e quanta profondità intellettuale, nel commento del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, il quale sostiene di aver constatato personalmente che la caduta del muro di Berlino è stata sottovalutata nelle scuole dominate da insegnanti postsessantottini. Secondo il suo autorevole giudizio, nelle scuole italiane “Manca la libertà nell’insegnamento, c’è troppa sinistra e troppo servilismo che impedisce di raccontare la verità”. Forse il raffinato Senatore, così impegnato a ricordare il ventennale del Muro, pensava al Ventennio italiano, quello del regime fascista, al quale a volte appare troppo sentimentalmente legato. Manuela Ghizzoni MURO BERLINO: GASPARRI “OK GELMINI, MA IN …

“Brunetta, il ministro che usa la Rete solo per sè”, di Giorgio Frasca Polara

Porta male, Internet, in questa eterna stagione del centrodestra dove si fa sempre più privata, ad ogni livello, la gestione degli interessi pubblici. Prendiamo il caso, anzi i casi, del leader ministeriale della moralizzazione. Intendo il ministro-tornello Renato Brunetta, beccato dall’Espresso mentre fa ristrutturare a proprio uso e consumo l’home page del sito ufficiale del ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione per ospitare esclusivamente le proprie, personalissime obiezioni ad una inchiesta del settimanale in cui si contestavano i dati del dicastero sulle assenze per malattia dei dipendenti pubblici. Con un altro risultato: l’oscuramento totale delle informazioni di servizio offerte (anzi, non-offerte) ai comuni mortali. L’impiego di strumenti istituzionali a fini personali – hanno chiesto allora Paolo Nerozzi ed altri senatori del Pd al presidente del Consiglio – non prefigura un uso improprio di strumenti di comunicazione atti a fornire ai cittadini italiani servizi e informazioni prodotti dalle istituzioni, e pagate dai medesimi cittadini? E ancora: questo comportamento non è in palese violazione delle direttive istituzionali in merito all’uso degli strumenti di comunicazione istituzionali? Altro …

“Sì alla riforma della sanità. Prima vittoria di Obama”, di Umberto De Giovannangeli

La tensione si stempera in un sorriso radioso. Obama ha vinto la prima battaglia di una «guerra» epocale. Una «guerra» giusta che ha come posta in gioco il diritto alla salute per decine di milioni di americani. Sorride Barack Obama, ed ha tutte le ragioni per farlo. È notte tarda a Washington (l’alba in Italia), quando la Camera dei Rappresentanti scrive una pagina storica nella vita degli Stati Uniti d’America: per la prima volta in decenni deputati americani hanno detto sì alla riforma del sistema sanitario. LA DESTRA CONTRO La Camera, in una rara seduta di sabato conclusasi a notte fonda, ha votato a favore della riforma fortemente voluta dal presidente Obama. Il testo è passato nonostante l’opposizione compatta di tutti i deputati repubblicani tranne uno, Ahn Joseph Cao, e di un certo numero di «blue dogs», deputati democratici moderati: 220 voti a favore, 200 i contrari. Il testo è passato anche grazie al compromesso sull’aborto trovato dalla speaker Nancy Pelosi, che prevede restrizioni ai finanziamenti pubblici per le interruzioni di gravidanza. Affinché la riforma …

“Giustizia, Fini stoppa Berlusconi: ‘Più rispetto per gli altri poteri'”

Gianfranco Fini marca la propria distanza dall’impostazione che Berlusconi dà alla propria investitura popolare, e soprattutto manifesta la propria contrarietà al nuovo «scudo» per Berlusconi a cui sta lavorando Niccolò Ghedini, vale a dire alla legge che sostanzialmente accorcia i tempi di prescrizione dei reati. Intervistato da Fabio Fazio a «Che tempo che fa», Fini ha sollevato anche dei dubbi sulla reale indipendenza degli attacchi di Vittorio Feltri dallo stesso Berlusconi. Il presidente della Camera è partito proprio dalla nuova bordata del direttore de «il Giornale», che in un articolo ultimativo, preannuncia che in settimana Berlusconi chiederà a tutti i parlamentari del Pdl di firmare un documento in cui si impegna a votare una legge «scudo» per proteggerlo dai nuovi processi. «Gli autografi si chiedono a Sting non ai deputati», ha detto riferendosi al cantante inglese anch’egli ospite di Fazio. «Il presidente della Camera come tale, poi – ha aggiunto – non firma nulla. I deputati si regolano loro». Su Feltri, Fini ha prima stemperato la polemica («sono convinto che le volontà che Feltri attribuisce …

“La situazione è grave ma non è seria”

Il commento dell’on. Manuela Ghizzoni all’uso strumentale della Croce da parte della destra e del sindaco di Sassuolo L’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd in commissione Istruzione e Cultura della Camera, commenta la campagna scatenata dalla destra italiana – in particolare il gesto plateale del sindaco di Sassuolo – dopo la sentenza della Corte europea di giustizia sulla presenza del Crocifisso nelle scuole. Ecco la sua nota «Scriveva Flaiano che la situazione politica in Italia è grave, ma non è seria. Cosa si potrebbe dire oggi di diverso assistendo al pessimo spettacolo di un Crocifisso usato come arma contundente o, tutt’al più, come bandierina da sventolare allo stadio? Leggiamo dalle cronache: la Confcommercio di Roma vuole esporre la Croce nei negozi; in Valle d’Aosta il sindacato dei locali da ballo ha proposto di esporla nei locali notturni; ad Assisi il sindaco vuole non solo la Croce ma anche il Presepe; a Salerno propongono di indossarla tutti al collo; a Busto Arsizio le bandiere sventolano a mezz’asta in segno di protesta; a Sanremo una Croce di …

“L’ultima beffa del lavoro precario. ‘Apri la partita Iva o ti licenzio'”, di Roberto Mania

ROMA – L’ultima frontiera della precarietà si chiama “partita Iva”. Altro che indice dell’indomabile vitalità imprenditoriale. Questa è tutta un’altra storia che non riguarda neanche un po’ le seducenti formule del capitalismo personale. Qui si parla di cocopro: collaboratori a progetto costretti a diventare titolari di “partita Iva” per non perdere il lavoro, anche se precario. Difficile stimare quanti siano i lavoratori in transizione verso l’imprenditoria forzata. Nessuno l’ha fatto, ma non ci si sbaglia se si ipotizzano decine di migliaia di persone. Si vedrà meglio quando l’Inps renderà pubblici i numeri sui nuovi iscritti al Fondo Gestione Separata. Lì, dati del 2007, le “partite Iva” di professionisti non iscritti ad albi o associazioni erano circa 250 mila, 30 mila in più in un solo anno. Reddito medio intorno ai 15 mila euro, poco più di mille al mese. Dai web designer ai grafici pubblicitari; dai redattori delle grandi case editrici ai lobbysti, fino all’antica, tradizionale, segretaria, imprenditrice di se stessa però. Tutti rigorosamente a mono-committenza, cioè fornitori di una sola azienda. Insomma, false “partite …