Giorno: 17 Novembre 2009

Scuola, Pd: da Gelmini insofferente attacco agli studenti. Ghizzoni: gli studenti sono più avanti del ministro dell’istruzione

“Ancora una volta il ministro Gelmini attacca gli studenti che legittimamente manifestano per la salvaguardia della scuola pubblica”. Così la capogruppo del Pd nella commissione cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, commenta le affermazioni del ministro dell’Istruzione. “E’ il ministro ad avere una preclusione ideologica al confronto, la scuola sta vivendo un disagio ed un’incertezza che non conosceva da anni proprio a causa delle politiche di questo governo. E il ministro invece di prenderne atto e rimuoverne le cause attacca e dimostra insofferenza verso qualsiasi atto di dissenso. I giovani oggi hanno dimostrato di avere a cuore il futuro della scuola come molla per il progresso civile e sociale del paese: gli studenti sono più avanti del ministro dell’istruzione. ****** Di seguito le parole del Ministro sulle manifestazioni degli studenti a cui risponde l’On. Ghizzoni “Gelmini: Manifestanti non rappresentano studenti italiani In piazza quelli legati a centri sociali. “Basta slogan anni ’70” “Gli studenti italiani hanno capito che bisogna avere il coraggio di guardare al futuro, di cambiare la nostra scuola, di fare scelte coraggiose. Riproporre …

“Un regalo alle mafie”, di Nerina Dirindin

Il governo fa cassa con i beni confiscati alla mafia. Un emendamento alla Finanziaria prevede che possano essere venduti gli immobili di cui non sia effettuata la destinazione entro i novanta giorni imposti dalla legge. Ma complessità delle procedure e carenza di risorse finanziarie per la ristrutturazione rendono molto difficile rispettare questi termini. Dunque, la norma abolisce di fatto l’uso sociale dei beni confiscati e ne impedisce la restituzione alle collettività. Anzi, rischia di restituirli alle organizzazioni criminali, già pronte a riacquistarli dallo Stato. La settimana scorsa il Senato ha approvato un emendamento alla Finanziaria che consente la vendita dei beni confiscati alle mafie. Don Ciotti ha subito lanciato un appello a tutte le forze politiche perché la proposta, “che rischia di tradursi in un ulteriore regalo alle mafie, venga abolita nel passaggio alla Camera”. IMPOVERIRE LE MAFIE ATTRAVERSO LA CONFISCA Impoverire le mafie attraverso la confisca dei loro patrimoni è una strategia che aveva già capito bene più di venti anni fa, Pio La Torre, parlamentare ucciso a Palermo nel 1982. Non a caso, …

“5 dicembre, il Pd non aderisce”, di Andrea Carugati

Andare o non andare alla manifestazione «No Berlusconi day» del 5 dicembre, nata sulla rete e subito “acchiappata” da Tonino Di Pietro? L’enigma ha aleggiato ieri nella prima direzione Pd dell’era Bersani. Nessuna divisione manichea tra sponsor della piazza e allergici al dipietrismo, anzi. Alla fine tutti hanno concordato con Bersani che ha chiesto di evitare di infilarsi in «conte» e «tormentoni» di qui al 5 dicembre. Il Pd preferisce le manifestazioni auto-promosse, non va «a traino» di quelle degli altri, ha spiegato il segretario. E in questi casi vale una «regola generale», se le parole d’ordine non sono «incompatibili» nessun problema se militanti o dirigenti vanno in piazza. Già, ma nel caso del «No Berlusconi day»? Bersani non ha specificato, Barbara Pollastrini ha detto che quella piazza «non ha ancora un profilo definito», Marini ha aggiunto che andare sarebbe «un errore», che Di Pietro è «aggressivo», Fioroni ha spiegato «che non è il mio principale problema interrogarmi sulle manifestazioni degli altri». La stessa Rosy Bindi, che all’epoca dei girotondi era in prima linea, ha …

“Il conflitto di Resca? Per i Beni culturali non esiste”, di Vittorio Emiliani

Il caso Mario Resca si fa sempre più imbarazzante. Ieri ha esposto i dati della crisi degli ingressi nei musei e le linee-guida della “sua” valorizzazione. Per i servizi aggiuntivi egli ha una delega specifica del ministro e però si tiene stretto un posto nel CdA della Mondadori SpA che controlla (100 per 100) Electa SpA capofila fra le imprese appaltatrici dei servizi museali medesimi. Quindi – nota la Confsal-Unsa – come Ministero, Resca prepara le nuove gare alle quali, come Mondadori-Electa, poi parteciperà. Conflitto di interessi da manuale. Ma il ministro Bondi e il sottosegretario Giro lo negano. Forse temono che, ammettendolo, “offenderebbero” il Grande Capo che ne ha uno gigantesco. Intanto però dai Beni Culturali – sostiene Confsal – Resca percepisce 160.000 euro lordi l’anno (un direttore di grande museo non arriva ad un quarto), ma ha mantenuto pure la lucrosa presidenza di Finbieticola (che dismette gli ex zuccherifici) e quella di Confimprese. Fioccano le interrogazioni. Rispondendo all’on. Giulietti, il sottosegretario Giro ha negato ogni possibile incompatibilità con Finbieticola, annunciando: “con grande senso …

“Il destino della ricerca legato a un filo”, di Rino Falcone*

La vicenda degli 80 milioni di euro destinati all’assunzione di giovani ricercatori universitari, già a disposizione del Governo e che rischiano di essere deliberatamente rispediti nelle casse dell’Economia, ci racconta di un Paese in cui emergono pericolosi segnali di rinuncia verso l’idea stessa di «progetto per il futuro». In cui la tendenza è evidentemente ad abbandonare gli strumenti più avanzati e qualificati per quest’opera (cosa più dei giovani scienziati e intellettuali lo sono?) fino a darne dei segnali espliciti alla società e, in primis, a quelle generazioni in procinto di decidere del loro stesso futuro (e fortemente condizionate dagli scenari che la società prospetta). Riassumiamo: la legge finanziaria 2007 del Governo Prodi (Mussi era il Ministro competente) aveva previsto un piano triennale per l’assunzione di giovani ricercatori; il piano prevedeva 20 milioni di euro per il 2007 (1050 unità in co-finanziamento con le università), 40 milioni per il 2008 (per continuare a finanziare le 1050 del 2007, più altre 1050 del 2008), infine 80 milioni per il 2009 (per 2100 nuove unità oltre al sostegno …

“Bersani chiude la porta al cavaliere”, di Ugo Magri

Fini, ma anche Casini, per non dire di Schifani (e qualcuno si spinge ad aggiungere l`inquilino del Colle) scongiurano il Pd di non sbattere la porta a una riforma condivisa della giustizia, perché dicendo no Bersani farebbe il gioco del Cavaliere che vuole esclusivamente il proprio salvacondotto sotto le mentite spoglie del «processo breve». Quale errore sarebbe, insistono accorati nelle alte sfere istituzionali, perdere l`occasione di mettere mano tutti insieme all`architettura della Repubblica e spingere nell`angolo i «falchi» del PdI… Ma il segretario democratico non è in grado di offrire sponde. Chi ha preso parte alla prima direzione Pd racconta un Bersani timoroso di vestire i panni del «Re d`Inverno» che già a marzo (elezioni regionali) viene detronizzato. Non un solo voto deve andare a Di Pietro, sembra la parola d`ordine della nuova gestione. Quindi l`ex-pm venga marcato stretto, mai concedergli spazio. Col risultato che il blando no inziale del Pd alla manifestazione dipietrista contro il Cavaliere, convocata dall`Idv per il 5 dicembre, si sta trasformando in un forse, dipende dalla piattaforma, prima vedremo e …

“Una tragedia che riguarda anche noi”, di Franco Bruni

Al vertice Fao il Papa ha tenuto a sottolineare che la fame nel mondo non deriva, né deriverà in futuro, dall’eccesso della popolazione rispetto alle risorse alimentari potenzialmente disponibili. Il problema è come le risorse vengono organizzate e distribuite. Vanno ripensate le sovvenzioni distorsive a chi produce il superfluo, limitate le speculazioni, favorito l’accesso ai mercati mondiali delle produzioni dei paesi più poveri. Il settore agricolo-alimentare, come e più di altri, mette alla prova la capacità del mondo di godere i benefici dell’economia di mercato globale, governandola con regole opportune. Non si può andare «contro i mercati» senza finire nella giungla di un litigio protezionista il cui costo grava soprattutto sui più deboli. Né si può lasciare i mercati senza regole e interventi di coordinamento, che li aiutino a svilupparsi conformemente alle diverse esigenze di paesi che hanno differenti gradi di sviluppo, modelli di consumo e possibilità produttive. E’ triste che il vertice non abbia visto un aumento impegnativo degli stanziamenti contro la fame. Eppure, almeno nel lungo periodo, il problema non è tanto quello …