Giorno: 7 Novembre 2009

Roma – Assemblea Nazionale del PD – cronaca della giornata

Sarà il giorno di Pier Luigi Bersani. Davanti alla platea dei delegati eletti alle ultime primarie, l’Assemblea nazionale del Partito Democratico, l’ex ministro sarà ufficialmente eletto nuovo segretario e si rivolgerà al paese e al partito con un discorso particolarmente atteso. Sarà anche il giorno delle nomine nei nuovi organismi, dai vicesegretari ai dipartimenti tematici, passando per il nodo particolarmente importante della presidenza del partito. Sciolta la riserva e gli ultimi dubbi, la scelta sembra ormai essere definita: Rosy Bindi sarà la presidente del partito, i due vicepresidenti saranno Ivan Scalfarotto e Marina Sereni. 12.46 – Marina Sereni e Ivan Scalfarotto eletti vicepresidenti del partito 12.45 – Bindi: “Un grazie particolare alle donne di questo partito” Credo sia particolarmente importante che in questo momento per il paese “una donna abbia ricevuto questo riconoscimento da tutti voi”. 12.40 – Rosy Bindi eletta presidente del Partito Democratico Migliavacca propone di eleggere Rosy Bindi presidente e subito scatta un grande applauso. “Il primo saluto va a chi è stato il primo presidente di questa assemblea, Romano Prodi”. Ringraziamenti …

“Democrazia in crisi, società civile anche”, di Gustavo Zagrebelsky

Sulla crisi della democrazia, non mi pare che ci sia molto da dire, in più di quel che sappiamo. Se non bastasse la realtà di cui tutti facciamo esperienza nei piccoli e grandi rapporti di vita quotidiana – prima ancora che nella vita delle istituzioni – , ci sono studi ponderosi che parlano della democrazia odierna nella luce spettrale di un “totalitarismo capovolto”. Si elaborano griglie concettuali per “misurare” le democrazie esistenti, e ciò meno per rilevare progressi, e più per attestare regressi verso il punto-zero al di là del quale, di democratico, resta la forma ma non la sostanza. Ritornano antiche immagini biologiche delle società, paragonate ai corpi naturali viventi che, come nascono, sono destinati a morire. Nulla, nelle opere degli uomini è eterno e così, oggi, quest´idea del ciclo vitale si applica alla democrazia. La caduta dei totalitarismi del secolo scorso sembrava avere aperto l´èra della vittoria della democrazia su ogni altra forma di governo degli uomini. Dalla seconda metà del secolo XX, si cominciò a mettere tutte le concezioni e le azioni …

“Un augurio più che una certezza”, di Mario Deaglio

E’ più che comprensibile che il governo dia ampio risalto alla favorevole valutazione che risulta dal «superindice» dell’Ocse, dal momento che si tratta indubbiamente di un dato gradito proveniente da un ente di alta reputazione, in passato non certo tenero nei suoi giudizi sull’economia italiana. Se però si va a guardare con attenzione dentro questi dati, ci si accorge che il giudizio dell’Ocse è un augurio per il futuro, non la certificazione di qualcosa di già accaduto o in corso. La banalizzazione della notizia rischia di presentare all’opinione pubblica un’Italia in piena ripresa, addirittura alla guida della crescita mondiale. La realtà è molto diversa: non abbiamo vinto la coppa, siamo (forse) ancora ammessi a partecipare al campionato. Per valutare bene questa situazione bisogna prima di tutto ricordare che, come ammoniscono i suoi stessi autori, il «superindice» ha un valore qualitativo e non quantitativo. Il suo scopo è quello di segnalare in anticipo i punti di svolta, del ciclo economico, non quello di misurare l’intensità dell’espansione o della recessione. Funziona, in altri termini, come una sorta …

“Clima: tra l’incudine e il martello”, di Alessandro Lanza e Marzio Galeotti

Le emissioni vanno ridotte se non vogliamo il surriscaldamento del pianeta e le sue disastrose conseguenze. Un obiettivo ambizioso consente una decisa azione immediata, offre una metrica precisa per valutare se quelle azioni sono efficaci e mobilita la società internazionale. Su un piatto della bilancia ci sono i costi molto alti che non vogliamo o non possiamo sostenere, ma sull’altro c’è la consapevolezza che l’assenza di investimenti ingenti porta il nostro pianeta a uno stato di stress non più sostenibile. E allora? Solo la politica ci può salvare. L’obiettivo di mantenere entro i 2°C l’aumento della temperatura terrestre (rispetto all’età preindustriale) causato dall’effetto serra costituisce ancor oggi il punto di riferimento delle analisi e dei documenti ufficiali che trattano delle conseguenze, dei costi e dei benefici delle politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici.Èanche il riferimento normalmente preso in esame nei lavori scientifici dei vari istituti di ricerca e dei singoli studiosi in giro per il mondo. Il Quarto rapporto dell’Ipcc contiene una famosa tavola che associa a possibili incrementi della temperatura corrispondenti livelli di concentrazione …

“Senza banda larga non c’è futuro Si ferma lo sviluppo”, di Roberto Giovannini

Senza ricerca e innovazione non c’è futuro per l’Italia dell’industria, e si rischia anche di uscire tardi e male dalla fase di recessione. È vero che – lo dice il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia nel corso della Settima Giornata della Ricerca – il paese «non è un deserto, ci sono tante aziende che fanno ricerca e innovazione»; ma la situazione è critica. Peggio: come mostra la decisione del governo di cancellare gli 800 milioni per la diffusione della banda larga, si rischia di fare addirittura un passo indietro. Come scrive il delegato di Marcegaglia allo sviluppo della banda larga, Gabriele Galateri di Genola, «il ritardo nell’assegnazione dei fondi per il Piano Romani arreca un grave danno al Paese. Il Piano anti digital divide è strategico. Lo è per l’inclusione sociale dei cittadini, per l’efficienza della Pubblica amministrazione, ma soprattutto per la competitività delle piccole e medie imprese». Anche perché «ogni euro investito nella banda larga ne produce almeno due di aumento di attività economica e di Pil». L’analisi di Marcegaglia è piuttosto preoccupata. Se …

“Il giorno della speranza” di Umberto Veronesi e Gina Kolata

Guarire di cancro si può, lo sappiamo. Ora la domanda è cosa significa e per chi vale la guarigione. Non è un dettaglio. Quando parliamo di malattia ogni singola parola conta, ogni sfumatura ha un senso per tracciare il confine fra realtà e speranza. La realtà è che oggi guariscono piu’ della metà dei malati di tumore, e per guarigione intendiamo un periodo significativo (diciamo decine di anni, perché il “per sempre” è una definizione che non appartiene alla scienza) di buona qualità di vita. Penso che questo sia un nuovo punto importante del principio del guarire : nel valutare la vita senza malattia c’ è un “quanto”, ma c’ è anche un “come”. E in questo come, ci sono i progressi più straordinari della ricerca oncologica. A volte si tratta di contenere il più possibile la malattia, renderla cronica, compatibile con una vita normale, guadagnando tempo per le nuove cure, che nel frattempo la ricerca troverà. In alcuni casi si tratta di guadagnare giorni per capire se il tumore ha un tallone d’ Achille, …