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“Il paradiso dell’illecito”, di Nadia Urbinati

CON quali argomenti la maggioranza sosterrà un provvedimento che tratta i cittadini diversamente, dando ad alcuni – a quelli per giunta che hanno più possibilità di danneggiare la collettività – un sorprendente vantaggio rispetto ad altri?Con quali argomenti difenderà un ddl che presume una brevità dei processi che sarebbe utopistica anche in quei paesi dove la giustizia va più spedita che da noi? Difficile spiegare le ragioni di un provvedimento che di fatto manderebbe in prescrizione reati gravissimi come l´abuso d´ufficio, la corruzione semplice e in atti giudiziari, la rivelazione di segreti d´ufficio, la truffa semplice o aggravata, le frodi comunitarie e fiscali, i falsi in bilancio, la bancarotta preferenziale, le intercettazioni illecite, i reati informatici, la ricettazione, la vendita di prodotti con marchi contraffatti, lo sfruttamento della prostituzione, la violenza privata, la falsificazione di documenti pubblici, la calunnia e la falsa testimonianza, le lesioni personali, l´omicidio colposo per colpa medica, i maltrattamenti in famiglia, l´incendio, l´aborto clandestino.
Se anche il presidente emerito della Corte costituzionale, Antonio Baldassarre, idealmente vicino alla maggioranza, ha definito questo ddl «incostituzionale» e «imbarazzante», significa che si sta davvero oltrepassando il limite. È Baldassarre, non un esponente della “sinistra”, a dirsi «desolato innanzitutto come cittadino» per questo provvedimento che viola il principio di uguaglianza di fronte alla legge soprattutto perché si applica a «reati gravissimi, come quelli di corruzione e concussione», mentre tra quelli esclusi ce ne sono alcuni «lievi». Come dire? I poveri cristi meritano il rigore della legge, i potenti no. Una legge d´emergenza fatta per sollevare il leader dai suoi problemi con la giustizia non è giustificabile con nessun argomento ragionevole. Ci spieghino i sostenitori di questo ddl qual è l´emergenza alla quale dovrebbe porre rimedio? Esiste un´urgenza per il paese? Esiste un rischio grave e immediato che pesa su tutti e mette a repentaglio l´ordinaria vita sociale, l´integrità territoriale, l´incolumità di un gran numero di cittadini?
Non sono solo gli autoritari statalisti seguaci di Carl Schmitt a giustificare decisioni di emergenza da parte dell´esecutivo. Un teorico dello stato limitato e dei diritti fondamentali inalienabili come John Locke dedicò alle “prerogative” del monarca un capitolo importante del Secondo trattato del governo. Ci sono situazioni estreme, scriveva il padre del liberalismo teorico, nelle quali si può rendere necessaria una decisione immediata come nel caso del rischio di invasione da parte di un nemico o di una carestia o un´epidemia, eventi che non consentono a una comunità politica di prendere decisioni per vie ordinarie e nei limiti dei diritti fondamentali: in questi casi, il popolo può consentire a chi governa di prendere decisioni “per il bene pubblico” anche “contro la lettera esplicita della legge”. Ma proprio perché nessuna comunità politica può mai escludere l´irrazionalità o la necessità estrema, il “potere discrezionale” dovrebbe poter contare su “buoni leader” che davvero operino “in vista del bene pubblico”. È evidente a tutti che avere buoni leader è come un terno al lotto e per questa ragione usare il potere di emergenza comportava per Locke un rischio enorme di abuso. Perché l´esecutivo è comunque tentato di usare questo potere per altri fini che il bene pubblico, come quello di sollevare il leader politico e una minoranza di effettivi o potenziali violatori della legge dagli oneri del giusto processo. Se questo ddl verrà approvato non tutti i cittadini saranno da quel momento in poi trattati egualmente. Ha giustamente chiesto Anna Finocchiaro, «quanti innocenti non vedranno dichiarata la loro innocenza a seguito di un processo regolare, e quanti colpevoli non verranno assicurati alle galere in relazione dei delitti commessi». Ma gli effetti perversi di un simile ddl vanno al di là dell´immaginabile, poiché si creerebbe un incentivo a violare la legge sapendo di poter contare su un´alta probabilità di farla franca.
Questa ennesima proposta di sovvertire le regole perfino della ragionevolezza si inserisce in un disegno ampio di stravolgimento della costituzione il cui obiettivo va al di là della stessa democrazia autoritaria, una soluzione che appare perfino nobile al cospetto di quello che sembra profilarsi in queste ore. Questa proposta va nella direzione di creare una classe di persone che sanno di poter confidare in un sistema astuto che consentirà loro di perseguire il proprio interesse contro la società. È fatta per rendere l´Italia un paradiso dell´illecito, terra di libertà dalla legge da parte di alcuni in beffa a tutti gli altri. Libertà ineguale per coloro che sono più pericolosamente capaci per disposizione mentale e mezzi di farla in barba all´erario e alle norme. Viene spontaneo chiedersi perché mai i cittadini dovrebbero sottoporsi alla legge sapendo che essa non vale anche per chi delinque e soprattutto per chi delinque in alcuni modi. Con quali argomenti difenderete, Onorevoli della maggioranza, la diseguaglianza di fronte alla legge?
La Repubblica 16.11.09