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Sale la benzina e il governo aumenta le tariffe di treni, poste, autostrade. Ecco la Pasqua anti-liberalizzazioni

Il pieno costa 10 euro più di un anno fa, le tariffe dei servizi regolamentati per l’ISTAT salgono del 3,7%. Fassina: “I prezzi corrono e il governo fa festa”. Lirosi denuncia le tasse occulte che mettono le mani nelle tasche degli italiani e Sangalli denuncia: “Prima delle elezioni informazioni occultate”
Arriva la Pasqua e più della metà degli italiani resterà a casa, anche perché il pieno costa 10 euro più di un anno fa ma un barile di petrolio 5 dollari in meno di 2 anni fa…. Secondo i dati dell’Adoc, quest’anno il 55% sconterà il caro-esodo. Anche se TG1, TG2, TG4, TG5, Studio Aperto, non ve l’hanno detto il pieno di carburante, che sia diesel o benzina, secondo i calcoli delle associazioni dei consumatori costa 10 euro di più che nella Pasqua dell’anno scorso. Allora la benzina costava in media 1,2 euro al litro, adesso è sopra gli 1,4 euro. Il prezzo del petrolio sale (giovedì il barile ha sfiorato gli 85 dollari), ma nelle pompe la stangata è arrivata due settimane fa: la benzina costa fra tra 1,408 e 1,422 euro/litro, il gasolio tra 1,234 e 1,249 euro/litro.Siamo al prezzo più alti dal settembre 2008, superiore di 22 centesimi rispetto all’anno scorso, e il gasolio diesel è a 20 centesimi in più di un anno fa! “Ma il petrolio è quotato a circa 85 dollari al barile. Due anni fa, stesso periodo di campagna elettorale, il prezzo della benzina viaggiava intorno a 1,38 euro al litro e il prezzo del petrolio a 140 dollari al barile! Il caro-benzina è una delle tante amnesie di un governo che abbandona i cittadini al loro destino – attacca Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Partito Democratico – come già denunciato nei giorni scorsi dalle associazioni dei consumatori, anche secondo noi ci sono gli elementi per contestare come oggi il prezzo non è congruo: anche al netto dell’effetto di cambio fra euro e dollaro (che nel frattempo si è apprezzato circa del 13%), un litro di benzina oggi dovrebbe costare molto meno di due anni fa. L’effetto sulle tasche dei consumatori italiani è molto più forte oggi che non due anni fa. Nonostante ciò non si fa niente. Il governo lasciando mano libera al prezzo dei carburanti e alle tariffe del servizio pubblico continua in maniera sconsiderata a mettere le mani nelle tasche degli italiani”.

Antonio Lirosi, responsabile Commercio e diritti dei consumatori del Pd, ex “Mr. Prezzi” dimostra come con due anni di governo Berlusconi il portafogli dei consumatori si è alleggerito e lo Stato ha incamerato più tasse: “A marzo 2008 il petrolio superava i 100 dollari al barile e il prezzo al consumo della benzina era 1,38 euro al litro. Lo Stato ha incassato di più con la tassazione dell’IVA, grazie a un prezzo della benzina più elevato rispetto all’andamento del petrolio pur considerando il recupero del dollaro sull’euro. I consumatori stanno poi pagando un’altra tassa occulta per effetto degli aumenti tariffari che il governo ha concesso di recente con valori anche 10
volte superiori al tasso d’inflazione: biglietti ferroviari +15%, servizi postali +12%, pedaggi autostradali +7%”.

Non basta, “ci sono diversi punti da chiarire in merito all’andamento dei prezzi dei carburanti in Italia, che puntualmente prima di Pasqua segnano sensibili
aumenti – dice il senatore Gian Carlo Sangalli, capogruppo del Pd nella commissione sul controllo dei prezzi e componente della Commissione Attività produttive – tenendo conto della congiuntura internazionale occorre chiedersi come mai si siano conosciuti solo oggi livelli di prezzi che erano già stati raggiunti da 10 giorni, mentre il trend crescente, con un guadagno di 10 centesimi, dura da un mese. Viene da chiedersi se vi sia stato un blocco delle informazioni a danno dei consumatori nel periodo
precedente alle elezioni. Inoltre ci sono delle domande che intendo rivolgere al governo in sede parlamentare”.

Caro-benzina, le domande che facciamo al governo.

Quali sono gli impegni dell’Esecutivo nel processo di liberalizzazione del settore della distribuzione dei carburanti, visto che rispetto al resto d’Europa registriamo un differenziale di 3-4 centesimi?
Quali sono i risultati raggiunti dai 4 gruppi di lavoro che sul tema si sono riuniti presso il ministero dello Sviluppo Economico e per quale motivo le Regioni non vi hanno partecipato?
Per quale ragione non viene neutralizzato l’aumento dell’IVA, di circa 1,5 centesimi rispetto ad un anno fa, andato ad esclusivo vantaggio dell’erario, attraverso una uguale riduzione delle accise?
Quali sono le iniziative del governo in materia di efficienza del mercato petrolifero internazionale e il ruolo della finanza sui mercati delle materie prime, dove si formano le quotazioni dei prodotti che poi incidono sui prezzi alla pompa?
Quali iniziative i rappresentanti del governo hannoo adottato in occasione del vertice di Cancun fra consumatori e produttori ?
Ritengono di sostenere il tentativo di riforma dell’amministrazione americana, anche in vista del G20 del prossimo giugno a Toronto?

Oltre al danno la beffa, se appena una settimana fa Claudio Scajola annunciava di voler ridurre le tariffe del gas e Fassina gli ricordava come “il governo continua a promettere riforme prossime venture, ma sempre rinviate. Oggi, è la giornata del gas. Quello che però il ministro non dice è che il gas non è l’unica tariffa a manifestare incrementi molto al di sopra della media”. Già perché l’Istat ha calcolato che l’insieme dei “servizi tariffati a livello nazionale” salgono del 3,7%, il doppio rispetto ai servizi non regolamentati.
Che fare? “Per portare l’andamento dei prezzi di beni e servizi in linea con i principali Paesi europei, l’Italia deve riprendere il cammino delle liberalizzazioni avviate da Bersani. Il governo invece utilizza surrettiziamente i servizi tariffati per aumentare le tasse ad imprese e lavoratori” concludeva Fassina.

Ecco la sorpresa nell’uovo, buona Pasqua.

Marco Laudonio

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