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"Perché il Pd è per i giovani", di Giuseppe Civati*

Chiara Geloni su Europa se la prende con i giovani del Pd e segnatamente con me (mi chiama «un certo Civati», sic) e con la nostra smania di protagonismo, solo perché abbiamo risposto ai giornalisti che ci chiamavano in questi giorni, mentre Geloni e altri celebravano la vittoria del Pd (sì, ciao).
Dice che ci prestiamo a strumentalizzazioni anche perché probabilmente non si rende conto di sbagliare completamente bersaglio.
Poco male: Geloni è solo direttrice di YouDem, non è tenuta a rappresentare il pluralismo interno. Per lei, chi non è d’accordo è un «pierino ». Continuiamo così, facciamoci del male.
Veniamo al punto. Come dicevo ai giornalisti che mi hanno chiamato (loro, perché non ho mai chiesto un’intervista in vita mia), e contrariamente a quanto pensa e purtroppo scrive chi rappresenta il Pd, sono per difendere Bersani (il «nessuno tocchi Pierluigi» è mio), per non aprire alcuna polemica con il gruppo dirigente nazionale, ma per mettersi a lavorare. Sulle cose, tanto che uno dei miei slogan preferiti è: «Mi sono rotto i cognomi».
Il 10 aprile abbiamo convocato, in tanti, e saremo tantissimi, un incontro a Milano, che s’intitola: «Andiamo oltre», titolo che dovrebbe essere comprensibile anche a chi vuole, a tutti i costi, pensare male.
Faremo «un lavoro che gli italiani non vogliono più fare»: prenderemo tanti giovani e meno giovani e li faremo lavorare, per tre mesi, su tre grandi questioni, totalmente disattese dalla sinistra in questi ultimi tre anni: il Nord e la Lega, il Partito dei giovani e il Sud in positivo.
Lavoreremo sul web e sul famoso territorio, raccoglieremo idee e talenti e li presenteremo – regalandoli, senza alcuna paternità – al segretario nazionale del Pd e alla direzione.
Il Nord e la Lega (e Berlusconi: contrasto, interdizione, opposizione e proposta su fisco, sicurezza, immigrazione e distribuzione delle risorse.
Il Partito dei giovani perché pretendiamo che il Pd – pur mantenendo la stessa classe politica di sempre, che nessuno intende toccare, perché va benissimo così – si rivolga alle persone che hanno meno di quarant’anni e che vorrebbero che qualcuno li rappresentasse.
Prima di guardare all’Udc e alle improbabili alleanze di cui parliamo dalla mattina alla sera, cerchiamo di recuperare una porzione del 40 per cento di astenuti, il voto di protesta, il consenso perduto verso movimenti e formazioni che si sono create anche per le nostre incertezze. Là ci sono i giovani.
Da ultimo, il Sud, attraverso le voci che possono raccontare quello che c’è di diverso, di credibile, di affidabile. Perché non possiamo abbandonarlo, il Mezzogiorno, né darlo per perduto.
Come vedete, nulla di eversivo, nulla di carrieristico, anzi, un lavoro oscuro destinato a fornire strumenti al Pd e ai suoi elettori.
Non vogliamo riprenderci il partito, come mi ha scritto Andrea di Edolo (uno dei commentatori di Facebook che tanto danno fastidio a qualcuno), ma riprenderci gli elettori, se è possibile.
Grazie per la comprensione, questa lettera si autodistruggerà prima di essere considerata l’ennesima iniziativa dei giovani carrieristi del Pd. Bum!

*consigliere regionale PD Lombardia
da Europa quotidiano 07.04.10

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