Giorno: 16 Aprile 2010

"La resa dei conti", di Marcello Sorgi

C’è un’evidente vena di follia nella rottura annunciata ieri dopo un tempestoso incontro di due ore tra Fini e Berlusconi. Benché il clima tra i due cofondatori del Pdl si fosse deteriorato da tempo, a nessuno sembrava possibile che alla fine si spaccasse davvero il partito appena uscito vincitore dall’ultima, difficile, tornata elettorale (e in tutte quelle celebrate negli ultimi due anni). Invece è successo. La frattura è drammatica, piena di risentimenti e accompagnata da una caccia all’uomo che procede con argomenti inconfessabili, perché Fini ha annunciato di voler costituire suoi gruppi parlamentari e i berlusconiani nella notte hanno avvertito i transfughi, a uno a uno, che se lasciano il partito si ritroveranno presto fuori dal Parlamento, nel caso, per niente improbabile, di uno scioglimento. Tra le tante ragioni di impazzimento, ce ne sono due evidenti. La prima è lo stato dei rapporti personali tra Fini e Berlusconi e tra Berlusconi e Bossi. Da tempo il presidente della Camera si ritiene emarginato dall’asse tra il premier e il Senatùr e non ha tollerato che il …

"L’avanzata del boiardo padano: da Enimont e Credieuronord al potere della grande finanza", di Rinaldo Gianola

A pensarci bene, adesso è più chiaro perchè gli azionisti di Mediobanca hanno deciso proprio alla vigilia delle elezioni regionali di scegliere Cesare Geronzi come prossimo presidente delle Assicurazioni Generali di Trieste. Magari anche sulla scelta del vertice della perla più limpida del potere finanziario italiano Umberto Bossi avrebbe voluto dire la sua, forte del successo elettorale. Probabilmente avrebbe mostrato qualche perplessità per la scelta di un uomo simbolo del potere romano, inaffondabile e capace di qualsiasi metamorfosi, o magari si sarebbe accontentato delle garanzie di Silvio Berlusconi. Non è un’ipotesi campata in aria visto che ieri il leader leghista si è dato come obiettivo quello di «prendere le grandi banche del Nord, perchè ce lo chiede il popolo». E allora si può anche sospettare che, dopo un pressing asfissiante iniziato già prima delle elezioni da parte dei neo-governatori Cota e Zaia , l’Unicredit di Alessandro Profumo abbia acconsentito alla nomina di un country manager per l’Italia, il signor Gabriele Piccini, affinchè la banca possa stare più vicino al territorio, alle migliaia di piccole imprese …