"Con quali risorse si riconosce il merito?", di Fabrizio Dacrema e Gianni Gandola
La politica scolastica di questo governo, a parte i tagli (questi sì reali!), è costellata di annunci. Affermazioni e proclami cui quasi sempre non seguono fatti concreti. Da tempo il ministro Gelmini va parlando di valorizzazione del “merito” e di riconoscimento della carriera degli insegnanti. Tema tra l’altro oggi largamente condiviso, almeno in linea di principio. Ma il problema concreto che si pone è: con quali risorse, sulla base di quali stanziamenti si compensano i docenti “capaci e meritevoli”? E, prima ancora, in base a quali criteri e modalità costoro vengono individuati? Com’è noto, sulla questione delicata della carriera dei docenti esiste da tempo una proposta di legge, quella dell’on. Aprea, che per il momento non ha ancora fatto passi avanti. Per altro, una sua approvazione provocherebbe uno scontro frontale con le organizzazioni sindacali perché, superando la contrattazione su una questione centrale come la progressione di carriera, rappresenterebbe un ritorno il ritorno allo stato giuridico dell’insegnante. Non dimentichiamo che la contrattualizzazione del rapporto di lavoro pubblico, insegnanti compresi, è stata una delle scelte decisive compiute …