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"Scuola, settimana di passione a Roma. la maestra di matematica insegna inglese", di Simona De Santis

«Così il tempo pieno non funziona». I genitori della scuola primaria Principe di Piemonte hanno le idee chiare. «Servono due insegnanti e la compresenza delle maestre per 4 ore alla settimana». Perché? «Altrimenti non parliamo più di tempo pieno, ma di “spezzatino” delle cattedre». In attesa della manifestazione indetta, venerdì 8 ottobre, da tutte le componenti del mondo della scuola, iniziano le prime proteste: Il Comitato dei genitori e insegnanti 49esimo Circolo Didattito ha scelto di manifestare lunedì, alle 17, davanti al ministero dell’Istruzione. I tagli al personale docente, continuano le famiglie del Comitato, provocano un «valzer» delle insegnanti che «non garantisce la continuità didattica» e «snatura il tempo pieno».

VALZER DELLE MAESTRE – Una situazione comune a moltissimi istituti. «Se cambiano continuamente le maestre – denunciano i genitori della Principe di Piemonte – non si rispetta il giusto equilibrio educativo e didattico per la costruzione di un rapporto forte tra insegnante e alunno, per attuare attività di laboratorio e recuperare i bambini con difficoltà di apprendimento». Quello che il Comitato dei genitori chiama «valzer» delle insegnanti riguarda anche il sostegno agli alunni diversamente abili: «È necessario che tutti i bambini diversamente abili abbiano l’insegnante di sostegno per tutte le ore che le diagnosi prescrivono – continuano i genitori – Purtroppo avviene, invece, che per diverse ore ne siano privi».

Una manifestazione davanti al Ministero contro i tagli SOSTEGNO A RISCHIO – Gli effetti dei tagli sulle scuole primarie cominciano già a farsi sentire, spiegano i genitori. Eliminate le compresenze, molti istituti si devono arrangiare con gli spezzoni delle cattedre, ovvero le ore residue dei docenti. “«E’ il senso stesso del tempo pieno che è venuto meno», ribadiscono dal Comitato. E gli effetti emergono dopo appena un mese dall’avvio dell’anno scolastico. Come dire: niente sperimentazioni, meno uscite e gite (non c’è nessuno libero per accompagnare i bambini). «E succede – spiegano i genitori – che le maestre di inglese sono costrette a fare anche italiano e le insegnanti di matematica debbono coprire l’ora di inglese : e viceversa». Si tratta di «quei pochissimi insegnati abilitati in fretta e fuori con i corsi on line previsti dal ministero – continuano i genitori – e alcuni ancora in corso di formazione». Sull’insegnamento delle lingue, i sindacati di categoria avevano lanciato l’allarme prima dell’inizio delle lezioni: «Il taglio su base nazionale di 11 mila e 200 insegnanti specializzati in lingua – si evince dai dati di Flc Cgil – costringerà 4 mila e 500 insegnanti di inglese ad insegnare tutte le materie». Ma attraverso la formazione on line, i vertici di viale Trastevere contano di abilitare 5 mila insegnanti in tre anni per coprire le esigenze delle scuole. I genitori non ci stanno: se si vuole realizzare concretamente il modello delle 40 ore settimanali, servono – si legge sul volantino distribuito dal Comitato della Principe di Piemonte – una «revisione degli orari» e, soprattutto, «più insegnanti».

POCHI BIDELLI – E c’è anche la questione del personale Ata: «È necessario che nei padiglioni sia sempre presente un collaboratore scolastico – spiegano i genitori del Comitato 49esimo circolo didattico di via Leonardo da Vinci – poiché nei vari e diversi momenti della giornata è necessaria la sua vigilanza per la sicurezza dei bambini». I bidelli, però, scarseggiano: «Purtroppo, il numero insufficiente dei collaboratori scolastici non rende attuabile questa basilare esigenza».
I genitori della Principe di Piemonte chiedono di essere ricevuti da un dirigente del ministero dell’Istruzione: «Dobbiamo riportare la nostra scuola ad un livello soddisfacente – conclude il Comitato – e dare la garanzia che a tutti i bambini venga riconosciuto il diritto di vivere una scuola che risponda alle loro esigenze formative e di sicurezza».

Corriere 05.10.10