attualità, politica italiana

"È solo uno spot elettorale il federalismo per decreto", di Mariantonietta Colimberti

Boccia: è il volantino con cui il Carroccio chiederà i voti. Casini il più duro. Uno spot elettorale pagato alla Lega, «che da partito della demagogia diventa il partito delle tasse», una «cornice senza quadro», un «provvedimento pericoloso». L’accusa di Pierferdinando Casini, lanciata nel corso di una conferenza stampa, è tempestiva e senza appello, a meno di due ore dal consiglio dei ministrilampo che in mezz’ora ha varato il decreto legislativo della delega sul federalismo fiscale. E l’ha fatto 48 ore dopo che – come ha sottolineato il presidente della conferenza delle regioni Vasco Errani – con i ministri competenti era stato definito «un metodo di lavoro che non prevedeva la riunificazione dei decreti sul federalismo fiscale e sui costi standard per la sanità».
Un’accelerazione sospetta, dunque. Decisa in fretta, esautorando regioni e commissione parlamentare ad hoc. E infatti Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche del gruppo del Pd alla camera, denuncia: «La forzatura fatta dal governo spiega chi ha davvero paura del voto in questo paese». E spiega: «Le regioni che non saranno in grado di rispettare i costi standard, visto che il fondo di perequazione non esiste, saranno obbligate a introdurre tasse locali e l’invarianza della pressione fiscale è una bufala di Calderoli che, infatti, ha ammesso che stanno studiando un provvedimento specifico». Qualcuno, conclude Boccia, «dovrà pagare e non saranno le regioni del nord che per Bossi sono soltanto uno sterminato serbatoio di voti. Lui è il dominus del governo e vuole un manifesto elettorale con cui battere cassa. Il decreto sul federalismo è il volantino con cui la Lega chiederà voti».
A partire dal federalismo ieri l’Udc ha lanciato un’iniziativa politica, annunciando una «campagna di verità, provincia per provincia a partire dal Nord», per spiegare questo «falso federalismo» che «mette le mani nelle tasche degli italiani», a differenza di quanto va raccontando Giulio Tremonti. Ma Casini si è spinto oltre, rivolgendo un appello alle altre forze di opposizione, Pd e Idv: «Chiediamo che il Pd si svegli. Finora questo processo è andato avanti grazie anche alla non ostilità di Pd e Idv. Non credo siano Alice nel paese delle meraviglie, si stanno rendendo conto di ciò che sta accadendo». Il leader dell’Udc ha parlato anche di legge elettorale, sottolineando che un’intesa «trasversale» c’è, anche se «non c’è fretta», se Berlusconi pensa di andare avanti. Altrimenti, «basta aprire il cassetto». «Sull’Udc non abbiamo mai avuto pregiudiziali e ora che Cuffaro è fuori dal partito di Casini ne abbiamo ancora meno» ha mandato a dire il capogruppo di Idv Donadi. In controluce, prende corpo un fronte antispot e anti-Lega: e a Fini fischiano le orecchie.

da Europa Quotidiano 08.10.10