Giorno: 10 Ottobre 2010

"La guerra e i veri obiettivi", di Vittorio Emanuele Parisi

Il 2010 si va profilando come l’anno più luttuoso per la coalizione multinazionale da quando la guerra afghana è cominciata. E a questa tendenza generale non sfugge purtroppo neppure il contingente italiano. Il prezzo da pagare si fa sempre più alto, al punto che dal presidente Obama al premier Cameron al ministro della Difesa La Russa, tutte le autorità governative si affannano a proclamare il 2011 come l’anno in cui terminerà lo sforzo di Isaf. Quasi volessero rassicurare l’opinione pubblica che si tratta di stringere i denti ancora per un anno e poi l’incubo, con il suo stillicidio di morti, cesserà o perlomeno smetterà di riguardarci. Lasciateci dire che tutto questo è profondamente sbagliato. Il punto non è fissare una data e cercare di arrivarci in qualche modo. Il punto è capire quali sono gli obiettivi della nostra guerra, quella di Isaf, in Afghanistan, adeguare la strategia agli obiettivi e ritirarsi quando saranno stati raggiunti o quando risultasse evidente che è impossibile ottenere più di quanto è stato conseguito. Ma procediamo con ordine. Quello che …

«La Cgia ricalcola i disoccupati. "Al Sud sono oltre il 17 per cento"»

Cifre molto più preoccupanti rispetto a quelle ufficiali dell’Istat. Comprendendo anche “gli scoraggiati” in Campania si tocca il 20% di senza lavoro contro il 15% dell’Istat, in Puglia si va sopra il 17% contro il 13 dell’Istituto di statistica La Cgia ricalcola i disoccupati “Al Sud sono oltre il 17 per cento” ROMA – In Campania, la disoccupazione reale è al 20,1% (5,8 punti in più rispetto al dato ufficiale calcolato dall’Istat), in Puglia al 17,5% (+4), in Calabria al 17,3% (+ 5,7) e in Sicilia al 16,8% (+1,8). Nel mezzogiorno il dato medio si attesta al 17,2%. A livello nazionale, invece, si colloca al 10,2%: quasi 2 punti in più rispetto al dato ufficiale calcolato dall’istituto di statistica. Questi i valori del tasso di disoccupazione reale (o, con una accezione più tecnica, del tasso di marginalità dal lavoro), calcolato dalla Cgia di Mestre. In termini assoluti, secondo gli artigiani mestrini, l’esercito dei disoccupati reali è composto da oltre 2.621.000 persone: ben 528.592 In più rispetto al numero ufficiale. “Sebbene il numero degli inattivi presenti …

"Giornata dei diritti delle persone down. Le associazioni: «Gelmini ci penalizza»", di Luciana Cimino

L’Italia è ancora un paese che tutela i bambini deboli? Nel Lazio, come l’inchieste de l’Unità hanno dimostrato nei giorni scorsi, i tagli alla sanità della giunta Polverini hanno penalizzato i centri di riabilitazione e quindi le famiglie con ragazzi disabili che si sono visti negare le cure essenziali. Nel resto del Paese è la contestata riforma Gelmini a creare difficoltà ai genitori dei bambini con handicap. «Il percorso formativo delle persone disabili è penalizzato», denunciano dal CoorDown, il coordinamento nazionale che riunisce oltre 80 associazioni che si occupano di sindrome di down e che quest’anno ha scelto come tema per la Giornata Nazionale delle persone con sindrome di Down, in corso oggi sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica, proprio la scuola. «La composizione di classi di 30 alunni, i ritardi nelle nomine degli insegnanti di sostegno, la mancanza di un tetto massimo di alunni con disabilità nella stessa classe, la consuetudine di accorpare gli alunni con disabilità con un unico insegnante di sostegno fuori della classe, l’utilizzo dell’insegnante di sostegno per supplenze: questa …

"Si può staccare la spina dall'orrore?", di Aldo Grasso

Dal pozzo di Vermicino al delitto di Avetrana Ieri, mentre si celebravano i funerali della povera Sarah, al Corriere sono continuate a giungere centinaia di mail di protesta sul programma «Chi l’ha visto?», sull’opportunità di annunciare in diretta alla madre la morte atroce della figlia. Le proteste contro la trasmissione continuano da giorni. Ogni volta per esprimere sdegno e rabbia, come se una moviola potesse far tornare indietro il tempo e una mano soccorrevole spegnere quella telecamera. Passata la commozione e superato lo shock, dobbiamo provare a ragionare a mente fredda. Certo, la trasmissione poteva essere interrotta e la regia evitare di indugiare sul volto pietrificato della madre, ma in simili situazioni è ancora possibile staccare la spina? Spenta la telecamera di un programma dedicato alle persone scomparse, siamo sicuri che non sarebbe rimasta accesa quella di una tv locale? I media non sono più soltanto strumenti del comunicare, ma rappresentano un nuovo ambiente in cui viviamo, nuotiamo galleggiamo. Interrotto «Chi l’ha visto?», forse noi oggi inseguiremmo sul web quello stesso volto pietrificato, ripreso magari …

Inaccettabile la pressione nei confronti dei ricercatori universitari indisponibili

Le legittime azioni di lotta di questi mesi, a partire dall’indisponibilità dei ricercatori a svolgere compiti didattici che esulino da quelli definiti dalle norme come “integrativi dei corsi di insegnamento ufficiali” (art. 32 DPR 382/80), hanno portato ad un rallentamento dell’iter del DDL. In questo senso lascia sgomenti l’iniziativa della commissione di garanzia per lo sciopero nei servizi pubblici essenziali che chiede ai rettori di “conoscere, con riferimento al personale in servizio nel ruolo di ricercatore, quali attività tale personale si rifiuti eventualmente di svolgere e se tale rifiuto consista nel manifestare preventiva indisponibilità all’assunzione degli incarichi di docenza, o piuttosto consista in una mera astensione dall’attività didattica”. È singolare che proprio durante la massima pressione da parte di confindustria, governo e parte dei rettori per una rapida approvazione del disegno di legge arrivi questa missiva. Appare come l’ennesimo atto intimidatorio. Anche per questa ragione auspichiamo la piena riuscita della manifestazione/presidio del 14 ottobre a Montecitorio per riportare la discussione sulla riforma universitaria in un ambito accettabile, che veda il coinvolgimento di tutte le componenti …

"Governo, consensi solo dal 30%", di Renato Mannheimer

Le priorità: dei cinque punti, il fisco è quello più sentito dagli elettori. Ultimo il federalismo I cinque punti che Berlusconi ha indicato come priorità (tasse, giustizia, Mezzogiorno, sicurezza, federalismo) costituiscono un programma ampio e impegnativo, sulla cui realizzazione molti nutrono dubbi. È certo, tuttavia, che Berlusconi ha, in questo momento, necessità di imprimere nuova linfa all’azione dell’esecutivo. Non solo in relazione agli equilibri politici interni, quanto per frenare il declino di consensi per l’operato del governo, in atto ormai da mesi e che ha portato a una forte contrazione del seguito per il Pdl, attestatosi in questi giorni attorno al 29%. Se si domanda agli italiani «come valuta l’operato complessivo del governo fino a questo momento?», solo meno di un terzo (30%) risponde in modo positivo, mentre quasi tutti i restanti esprimono un giudizio critico. È significativo il fatto che, su questo argomento e diversamente da quanto accade per tante altre questioni politiche, quasi tutti manifestano un’opinione e le risposte «non so» sono pochissime (2%). I consensi per il governo sono in misura simile …

"Il giornalismo davanti a un incrocio", di Barbara Spinelli

Se apocalisse significa letteralmente ritiro del velo che copre le cose, quella che viviamo in Italia è l’apocalisse del giornalismo: è giornalismo denudato, svelato. È giornalismo che si trova davanti a un incrocio: se si fa forte, rinasce e ritrova lettori; se si compiace del proprio ruolo di golem della politica, perde i lettori per il semplice motivo che non ha mai pensato a loro. Diciamo subito che il male oltrepassa la piccola storia del Giornale di Sallusti e Feltri, nonostante la piccola storia sia tutt’altro che irrilevante: se la redazione è stata perquisita come fosse un covo di banditi, è perché da tempo il quotidiano si conduce in modo tale da suscitare sospetti, apprensione. I suoi vertici orchestrano campagne di distruzione che colpiscono uno dopo l’altro chiunque osi criticare i proprietari della testata (la famiglia Berlusconi, il cui capo è premier): prima vennero le calunnie contro Veronica Lario, poi contro Dino Boffo direttore dell’Avvenire, poi per mesi contro Fini, adesso contro il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia. Il male oltrepassa questa catena di operazioni …