Giorno: 15 Ottobre 2010

«Milano 2015, odissea nell´Expo viaggio nel grande sacco dei privati», di Alessia Gallione e Andrea Montanari

Dopo il 2015 su quelle aree una speculazione immobiliare da 400 milioni di euro. Fondazione Fiera e Cabassi cedono in comodato d´uso i terreni su cui si terrà l´evento MILANO – La foto di gruppo è quella del 31 marzo del 2008 e Letizia Moratti la conserva ancora nel suo ufficio a Palazzo Marino. Tutti sorridenti, in quell´istantanea che immortala la vittoria di “squadra” bipartisan di Milano sulla rivale Smirne: il sindaco, Roberto Formigoni, l´allora presidente della Provincia del Pd Filippo Penati, il premier Romano Prodi. Un´era geologica fa. Perché da allora sono passati 927 giorni. Il “grande evento” del 2015 aspetta ancora di partire e dopo mesi di scontri e impasse, soltanto ieri è stato sciolto quello che avrebbe dovuto essere il primo dei nodi: la disponibilità dei terreni (privati) su cui sorgeranno i padiglioni di Expo. Un accordo in extremis raggiunto a cinque giorni dall´esame – martedì 19 – di fronte al Bureau International di Parigi, che aveva dettato un ultimatum in vista della registrazione ufficiale. Ma a cui tutti, a cominciare dai …

«Università, non c’è più il ricatto», di Walter Tocci

È sospeso l’esame del disegno di legge per l’università. Riprenderà solo dopo la sessione di bilancio e comunque non prima di dicembre, per poi andare al senato in terza lettura. Ieri non c’è stato neppure l’inizio del dibattito. La conferenza dei capigruppo ha confermato il programma già stabilito su richiesta del Pd. La scomposta iniziativa della Gelmini ha messo inutilmente in tensione il mondo universitario facendo perdere tanto tempo in discussioni inutili sul calendario. Che questo fosse l’unico metodo da seguire era già stabilito dal buon senso e dal rispetto dell’articolo 81 della Costituzione, ma ora la dimostrazione più eloquente è venuta proprio dalla brutta figura del ministro sull’emendamento per i concorsi da associato, al quale il ministero dell’economia ha dato parere negativo in commissione bilancio. Il contrasto fra Tremonti e Gelmini conferma che avevamo ragione noi, che perfino il governo non riesce a lavorare se prima di approvare le norme non si definisce il quadro finanziario. Ora l’università è libera dal ricatto del governo che aveva imposto l’approvazione della legge come condizione di una …

«Per i terremotati in hotel la «villeggiatura» è finita», di Jolanda Bufalini

Da oggi gli hotel dell’aquilano che ospitano gli sfollati non forniranno più pasti, non cambieranno la biancheria e non puliranno più le stanze. Chiodi rassicura sui pagamenti, ma le promesse non bastano. «Siamo tutti aquilani e tutti terremotati», dice Mara Quaianni, «e ci dispiace molto, loro non hanno colpa», aggiunge riferendosi ai concittadini che vivono negli hotelda sfollati. «Purtroppo non abbiamo altro modo per far valere le nostre ragioni». Da oggi gli albergatori de L’Aquila non forniranno la pulizia, il cambio della biancheria, e non serviranno i pasti. «Nonostante le rassicurazione del commissario Chiodi, ad oggi non risultano pervenute le nostre spettanze, ovviamente, non appena riceveremo quanto dovuto, riattiveremo i servizi che abbiamo garantito, con grandi sacrifici sin dall’inizio del post-sisma», dice ancora la signora Quaianni, che è vice presidente di Federalberghi e che si vede costretta a snocciolare l’elenco delle inadempienze della Sge, la struttura per la gestione dell’emergenza: «A settembre abbiamo avuto un acconto sul mese di gennaio e un saldo del 25% su settembre». Niente soldi per gli albergatori, niente per i …

«Dopo tante parole tutto come prima», di Irene Tinagli

Desta scalpore lo stop alla riforma dell’Università dato dalla Commissione Bilancio. Fa discutere sia perché questa riforma è stata sempre presentata dal governo come uno dei perni della sua azione innovatrice, sia perché mette in mostra le contraddizioni di un rimpallo di responsabilità e di uno scarso coordinamento tra vari ministri. Ma non erano proprio il ministro Tremonti e la Gelmini che non molto tempo fa ci rassicuravano che le risorse per la riforma dell’Università c’erano? Insomma, questa riforma ha assunto ormai un significato politico molto forte: il suo slittamento a fine anno sarebbe un duro colpo all’immagine del governo, in una fase peraltro molto delicata. Ma mentre tutti riflettori sono sullo slittamento, poche riflessioni sono condotte su ciò che è alla base di questo rinvio e le sue implicazioni non tanto per la tenuta del governo, ma per la riforma stessa e l’Università. La riforma infatti è stata bloccata dalla Commissione Bilancio per la mancata copertura finanziaria di 23 dei 26 articoli del provvedimento. Di fatto però a far saltare la copertura è un …

«Il Paese dei dottori laureati al parcheggio», di Umberto Eco

La classica laurea quadriennale italiana, con una tesi finale che talora (anche se non sempre) poteva tener testa alle tesi di PhD di altre università, era un unicum italiano. Negli altri paesi in genere c´è un primo corso triennale alla fine del quale si prende, come in Francia, una license o come nei paesi anglosassoni un BA, o baccellierato. Poi si può fare quello che in America si chiama master (ma non è esattamente quello che è ora un nostro master) e, per chi ha una vocazione alla ricerca, il PhD alla fine del quale, e solamente alla fine del quale, si viene nominati Dottore (lasciamo da parte i dottorati francesi di vari cicli perché c´è da perderci la testa). Essere Dottore, in America, è così importante, che in certe situazioni formali, per onorare uno studioso, non lo si chiama “Professor” Smith bensì “Doctor” Smith. Il Professor può essere anche un laico assunto a contratto, il Doctor ha conseguito il massimo titolo accademico. Non vi dico i guai quando un nostro laureato andava a proseguire …

Dichiarare senza prevenire, qual è il mestiere di Maroni?

Difficile vigilia della manifestazione romana. Il Pd: l’ordine responsabilità del governo Dopo la debàcle di Genova, il Viminale mette le mani avanti sul corteo Fiom Il corteo della Fiom di domani come Italia-Serbia di martedì sera? Il ministro dell’interno, Roberto Maroni, mette le mani avanti in vista del corteo organizzato dalla Fiom e sembra voler scaricare ogni responsabilità sul servizio d’ordine del sindacato. In studio ospite di Porta a Porta, il leghista infatti si è abbandonato a dichiarazioni preoccupanti: «Il rischio di infiltrazioni nel corteo della Fiom è elevato, come hanno detto anche le analisi dei nostri servizi, ma la nostra attenzione sarà massima. Il rischio è che alcuni gruppetti, non certo le 20 o 40mila persone che sfileranno pacificamente, staccandosi vadano a spaccare vetri. L’occasione è troppo ghiotta per l’infiltrazione nella manifestazione anche da parte di gruppetti stranieri». E ancora: «Incontrerò i responsabili della Fiom e sono certo che, essendo questo un grande sindacato, eviteranno con il loro servizio d’ordine che gruppetti di violenti possano fare danni». Uno scaricabarile in piena regola, che ha …

«Maggioranza in agonia», di Massimo Giannini

Il processo di “balcanizzazione” del centrodestra compie un ulteriore salto di qualità. In un solo giorno si moltiplicano gli strappi sul già logoro tessuto politico che dovrebbe tenere insieme il governo per l´intera legislatura. In Parlamento Schifani e Fini rompono sulla legge elettorale. A Palazzo Chigi i ministri rompono con Tremonti sulla finanza pubblica. Al Senato il Pdl rompe con se stesso sul Mezzogiorno. Tre indizi, stavolta, fanno una prova: questa maggioranza non regge più. Eppure, proprio mentre agonizza, il «berlusconismo da combattimento» diventa più dannoso. Lo dimostra l´ultimo blitz sulla bugiarda «riforma della giustizia» in arrivo: una norma che prevede l´obbligo per la Consulta di deliberare con una maggioranza dei due terzi in tutti i casi in cui si giudichi l´incostituzionalità su una legge. Un´altra misura eversiva: limiterebbe drasticamente l´autonomia dei giudici e squilibrerebbe una volta di più il bilanciamento dei poteri. Un´altra norma ad personam: per il passato, avrebbe impedito la bocciatura del vecchio Lodo Schifani, e per il futuro potrebbe impedire la bocciatura del nuovo Lodo Alfano. C´è solo da sperare che, …