economia, lavoro

Bollette da 5000 euro all'anno

Dal dossier delle associazioni dei consumatori emergono dati allarmanti sull’aumento delle bollette per i cittadini. Solo le polizze rc-auto sono aumentate del 25%. Lirosi: “Si ha il sospetto che volutamente si sono chiusi gli occhi nei riguardi degli aumenti tariffari”. Le bollette sono sempre più care. Questa è l’amara conclusione che si legge dal dossier svolto da tre associazioni di consumatori: Adiconsum, Adoc e Cittadinanzattiva. E mentre le persone vengono salassate ogni mese, il governo si diverte ad annunciare riforme che non vengono fatte e a preparare leggine ad personam per immunizzare il Presidente del Consiglio.

Escluse le spese telefoniche, ogni anno una famiglia di tre persone (con bimbo piccolo) spende 5.349 euro pari 445,75 euro al mese solo per pagare le bollette. Oltre trecento euro in più rispetto al 2006. Cifre allarmanti che variano da città a città e da Nord a Sud.

A farla da padrone sono sempre “luce e gas” che impegnano il 27% dei pagamenti delle utenze. A questi fanno seguito i rifiuti che occupano una spesa significativa non solo in termini di consenso politico per il governo ma soprattutto per le famiglie.

I rifiuti sono più cari a Napoli dove costano ben 453 euro a famiglia l’anno, contro una media nazionale di 233 euro e un minimo, a Firenze, di 175. Un vero paradosso: i rifiuti costano di più laddove il servizio è maggiormente carente. Il capoluogo toscano scende di classifica nel costo dell’acqua, essendo la città più cara d’Italia con 421 euro l’anno; il primato della città dove l’acqua costa meno è Milano con 106 euro l’anno. Ritornando poi alle notizie paradossali c’è da segnalare come anche a Catania l’acqua costa poco (188 euro) ma non è detto che ci sia sempre quando se ha bisogno. La stessa cosa succede a Palermo ma qui costa abbastanza (319 euro).

Dagli asili nido ai mezzi di trasporto, l’aumento dei prezzi diventa sempre più evidente. Colpa della crisi economica, dell’inefficienza delle amministrazioni o della paralisi governativa? Difficile a dirsi. Ciò che si nota però è che la crisi è stata affrontata con superficialità, come se fosse solo psicologica e solo dopo elaborata come “resistete che tra poco passa”. E a farne le spese sono state proprio le amministrazioni locali che dovendo sopperire ai tagli indiscriminati del governo sono state costrette ad aumentare il prezzo dei servizi e a fare i conti con il Patto di stabilità.

Pochi giorni fa è stato firmato un protocollo di intesa tra Confservizi e le associazioni dei consumatori per monitorare sette servizi pubblici essenziali in 14 città. Nel frattempo la parola federalismo diventa una scusa per non affrontare i veri problemi.

Dulcis in fundo si registra un clamoroso aumento delle polizze rc-auto. A dirlo è Quattroruote che denuncia come le tariffe nel 2010 hanno avuto un incremento pari al 25% e almeno 10 volte rispetto al tasso di inflazione.

Per Antonio Lirosi, responsabile Consumatori del Pd, “il Governo Berlusconi sta aggravando le difficoltà del cittadino utente dei servizi pubblici, scaricando oneri aggiuntivi rispetto a quanto già pesa sulle famiglie la grave crisi economica. Il governo, oltre a non realizzare politiche redistributive, a non occuparsi di tutela del potere di acquisto dei lavoratori, ha abbandonato ogni politica e iniziativa per salvaguardare gli interessi economici dei consumatori. Si ha il sospetto che volutamente si sono chiusi gli occhi nei riguardi degli aumenti tariffari che da quasi due anni, e in modo molto pesante, vengono praticati nei campi dei trasporti, in particolare quello ferroviario, delle autostrade, dei rifiuti, del servizio idrico e di quello postale, così come non si è occupato minimamente riguardo al caso delle migliaia di bollette pazze di conguaglio sul gas arrivate in queste ultimi mesi.

Dal momento che prevale la politica dei tagli lineari nei trasferimenti agli enti locali e ai gestori dei servizi pubblici, il Governo ha evidentemente valutato di lasciare libertà di manovra dal lato delle tariffe. E infine va denunciato l’abbandono delle politiche per la rc-auto e per le liberalizzazioni di competenza del Ministero dello sviluppo economico, peraltro lasciato per cinque mesi senza guida politica. E neanche l’arrivo del Ministro Romani ha prodotto l’assunzione di un’immediata iniziativa, quale la convocazione di un tavolo con l’Ania, per affrontare la grave vicenda delle disdette di massa operate da compagnie assicurative nei confronti dei clienti di diverse regioni del sud che rischiano di restare senza copertura assicurativa date le ingenti richieste di aumento del costo delle polizze rc-auto, che va detto risulta in vertiginoso e silenzioso aumento in tutta Italia”.

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