Giorno: 1 Novembre 2010

"Quell´Italia che si aggrappa alla famiglia", di Ilvo Diamanti

Senza famiglia: cosa sarebbe l´Italia? Eppure, al di là delle promesse e dei proclami, continua ad essere dimenticata dalla politica e dalle politiche. Anche se resta il principale attore e ammortizzatore sociale. Pensiamo al lavoro. O meglio: al non-lavoro, che sta assumendo proporzioni preoccupanti. Soprattutto fra i giovani. Il tasso di disoccupazione giovanile, infatti, in Italia, supera il 26%: 6 punti più della media europea (dati Eurostat). Ma nel Mezzogiorno un giovane su tre è senza lavoro. Diciamo cose note, non solo agli esperti. Non a caso, in Italia, la disoccupazione è in testa all´agenda dei problemi, secondo oltre metà della popolazione (Demos per Osservatorio europeo sulla sicurezza, settembre 2010). Eppure, il grado di reazione e di protesta sociale è ancora limitato. Soprattutto fra i giovani. Niente a che vedere con la Francia, dove l´innalzamento dell´età pensionabile da 60 a 62 anni ha provocato un ciclo di scioperi ampio e generalizzato, che paralizza il Paese da settimane. Coinvolgendo i lavoratori di ogni settore, ma anche numerosi studenti – soprattutto dei licei. Preoccupati non tanto delle …

"Il salvadanaio contro il debito?", di Giuliano Amato

Romano Prodi può non pretenderle, ma avrebbe diritto alle scuse. Vi ricordate le critiche che piovvero su di lui, allora presidente della Commissione europea, quando disse in un’intervista a Le Monde – era giusto l’ottobre di otto anni fa – che il patto di stabilità era “stupido”? Lo si volle far passare per un istigatore alla violazione del patto e la stessa Bce reagì gelidamente, ribadendo che le regole vanno comunque rispettate. Ebbene le analisi che abbiamo letto in questi mesi, coronate, almeno per ora, dalle deliberazioni di venerdì con le quali il Consiglio europeo ha corretto profondamente il patto, rendono giustizia a Prodi, giacché riprendono la sua critica e sono caso mai ancora più dure. Non penso soltanto ai tanti articoli di singoli studiosi. Ho davanti il rapporto della Commissione affari europei del Senato francese del 19 ottobre, nel quale si parla di un patto «décrédibilisé», cioè privato di credibilità, che «non ha funzionato». Il patto non ha funzionato – scrivono i senatori francesi raccogliendo giudizi ormai diffusi – perché il suo rispetto era …

"Una donna volta pagina alla Cgil: il timone nelle mani della Camusso", di Roberto Mania

“Da noi non c´è il leaderismo, c´è un´idea di responsabilità collettiva”. Mercoledì il direttivo la eleggerà segretario generale al posto di Guglielmo Epifani. «No, non avrei mai pensato di poter diventare il segretario generale della Cgil. E´ una roba che può anche mettere il panico. Ma la Cgil è un collettivo, una grande rete. Da noi non c´è il leaderismo. Il segretario non viene nemmeno scelto al congresso. Non facciamo le primarie, noi. In Cgil c´è un´idea di responsabilità collettiva». Eccola Susanna Camusso, cinquantacinque anni, milanese, professione sindacalista. Donna. La prima a guidare il più grande sindacato italiano, nella stagione della crisi industriale più radicale. Il sindacato più rosso. L´unica organizzazione di massa social-comunista che ha attraversato il Novecento ed è entrata nel nuovo secolo senza cambiare nome e neanche missione. La Cgil è rimasta la Cgil, nel bene e nel male. Si è solo aggiornata, lentamente. Tanto che ora sceglie di essere guidata da una donna. E Susanna Camusso è profondamente intrisa di questa cultura. Da trentacinque anni la Cgil è molto più del …

"Ora Berlusconi tende la mano all'Udc di Casini", di Ugo Magri

Sarà un caso, oppure è tutto fiuto giornalistico: chi può dirlo? Sta di fatto che proprio ieri Vespa ha anticipato certe pagine del suo prossimo libro-strenna con le dichiarazioni che il Cavaliere gli ha reso dieci giorni fa. E sono tutta una tirata contro l’ipotesi di governo tecnico che Berlusconi sente nell’aria mai come in questo momento, con Fini sul punto di staccargli la spina. Berlusconi paragona il mondo senza di lui senza di lui a «un rovesciamento della democrazia», e con formula retorica esclude che Napolitano «potrebbe mai consentire un ribaltamento del risultato elettorale», con quanti hanno vinto le elezioni sospinti all’opposizione. E in effetti, tutti gli indizi portano a escludere complotti del Quirinale per far fuori il premier, anzi: il Capo dello Stato pare sia piuttosto freddo con chi immagina maggioranze senza Pdl e Lega. Più che le trame da Prima Repubblica, Berlusconi deve temere il collasso della propria immagine, il ridicolo che la vicenda Ruby gli sta rovesciando addosso, addirittura i contraccolpi sul piano giudiziario della famosa telefonata in Questura. Ieri l’avvocato …