Giorno: 8 Novembre 2010

Bersani chiede coerenza al leader Fli: «Crisi conclamata, risposta illusoria», di Simone Collini

Sulla manifestazione dell’11 dicembre convoca i big del Pd: «Se ne discuta subito». «Irresponsabile gioco del cerino, mentre il Paese va allo sbando». Bersani convoca il Coordinamento del Pd. Per l’11 dicembre i Democratici pensano a un corteo che arrivi poi a riempire San Giovanni. I veltroniani: «Attenzione, il discorso di Fini è stato il Lingotto del centrodestra». «Crisi conclamata, risposta illusoria». A Bersani bastano quattro parole per commentare il lungo intervento di Fini. Il leader del Pd giudica «non sufficienti» le mosse del presidente della Camera, se è vero che c’è (Fini dixit) «un governo che non governa». Per Bersani ora Fini deve mostrare «coerenza», e sia lui che Berlusconi devono smetterla con lo «stucchevole e irresponsabile gioco del cerino». Anche perché «a furia di passarselo il cerino si sta spegnendo, mentre il Paese va allo sbando». Il segretario del Pd sta già lavorando alla preparazione della manifestazione dell’11 dicembre, che stando alle ambizioni dovrebbe prevedere un corteo che arrivi poi a riempire Piazza San Giovanni. Lo sforzo organizzativo sarà tutto sulle spalle del …

"Camusso: il problema Fiat sono i modelli, non gli operai" di Laura Matteucci

Chiama il governo ad aprire un confronto sulla Fiat, «invitando tutti a discutere di futuro». A Marchionne chiede, ancora una volta, chiarezza sul piano industriale, senza doversi mettere in fila e «staccare un bigliettino» per riuscire a parlargli, incontrando tutti i sindacati e mettendo fine agli incontri separati. E gli segnala anche che il problema competitività riguarda l’intero sistema paese, non può essere scaricato sulle pause dal lavoro di 10 minuti e sui lavoratori alla catena di montaggio da 1.200 euro al mese. Alla Fiom dà ragione sulla battaglia per il contratto nazionale, ma si dice anche convinta sia il momento «per tutti noi» di aprire una fase propositiva. Con Cisl e Uil vorrebbe ripartire dal mettersi d’accordo sul «come si decide insieme». Susanna Camusso, neo eletta segretaria generale della Cgil, era ieri sera a Che tempo che fa, ospite di Fabio Fazio, in un ideale botta e risposta con l’ad di Fiat Sergio Marchionne che, qualche settimana fa dalla stessa trasmissione, aveva bocciato l’Italia senza appello, paese che non farebbe un euro di utili …

Cultura: al via iniziativa Pd contro tagli

La pazienza è finita. La cultura ha bisogno di risorse e riforme, non di chiacchiere. Tutti gli appuntamenti su www.partitodemocratico.it/cultura Il Partito democratico si mobilita in difesa del sistema culturale del nostro Paese, in questi anni mortificato dal governo di centrodestra con continui e indiscriminati tagli, parole sprezzanti, battute che non fanno ridere e tanta propaganda. La cultura è un sistema che in Italia produce 40miliardi di euro di Pil e occupa circa 550mila persone. Nonostante ciò, troppo spesso chi vi lavora è un precario e la sua professionalità non è riconosciuta. Il Pd, convinto che investire in cultura significhi anche rilanciare l’economia italiana, sarà presente sull’intero territorio nazionale con “Pane e Cultura”, una mobilitazione per presentare le proposte del partito e confrontarsi sulle politiche di riforme e interventi necessari per la sopravvivenza del sistema: dall’aumento delle risorse per la cultura (ripristino del Fondo Unico per lo Spettacolo, stabilizzazione del tax credit e del tax shelter,) a un piano straordinario di proposte per i lavoratori (riconoscimento della proprietà intellettuale e delle figure professionali per gli …

Senza soldi né finanziamenti«Chiude il Museo della Liberazione», di Paolo Brogi

L’annuncio del presidente in una cerimonia pubblica: dal 2 gennaio dovremo affidarci ad un commissario. «Dai Beni Culturali un terzo dei fondi promessi». Ora tocca a via Tasso. A gennaio con tutta probabilità si chiude. Il museo, ex carcere romano delle Ss di via Tasso, tristemente noto per le sevizie inflitte dai nazisti in particolare agli ebrei della Capitale rischia di non dover riaprire più nel 2011. Ad annunciarlo domenica nel corso di una cerimonia pubblica il presidente del Museo, il professore Antonio Parisella. La ragione, sempre la stessa: finanziamenti che vengono meno, con un bilancio già magrissimo da tempo. Nel 2010 assegnato solo un terzo di quanto atteso. «In queste condizioni non ce la facciamo più», ha annunciato Parisella. CHIUSURA E COMMISSARIO – «Nel momento in cui – insieme al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed al generale Vittorio Barbato e al commissariato alle onoranze ai caduti del Ministero della Difesa – il Museo storico della Liberazione viene onorato con l’assegnazione dell’importante riconoscimento del Premio “Sasso della Montagna della Pace”, debbo dare a tutti …

"Sotto le ceneri di Pompei", di Conchita Sannino

In una giornata affollata di turisti tra le macerie della Schola Armaturarum coperte con un lenzuolo. Così muore il capolavoro romano. Viaggio nel cuore malato dell´antica Pompei il giorno dopo il crollo della Schola Armaturarum. Tra muri puntellati e affreschi esposti alle intemperie, cavi elettrici abbandonati ai margini del Foro e mute di cani randagi che scorrazzano lungo le insule. Il campionario del degrado è vasto. E a poco servono i ritocchi all´immagine e le promozioni prodotte dalla gestione commissariale della Protezione civile Le ultime rovine sono state coperte con un lenzuolo, come le vittime di una mattanza Nel sito la gestione emergenziale promette ovunque servizi che non ci sono ancora Macerie sotto copertura. Hanno adagiato tre teli bianchi sul disastro che non ha responsabili. Una coltre troppo sottile occulta la vergogna di Pompei, come il lenzuolo che, dopo un agguato, nasconde il rivolo di sangue di una comunità colpita.Ma la macchia bianca stesa in via dell´Abbondanza, nel cuore dell´antica Pompei dove quarantotto ore fa si è sfarinata la Schola Armaturarum -trascinandosi dietro nodi e …

"Nuove trappole per i precari malgrado Draghi", di Bruno Ugolini

Secondo il governatore della Banca d’Italia coloro che lavorano senza la prospettiva di una stabilizzazione, recano danno a produttività e profitti. C’è però chi insiste tenacemente in una politica tesa a rendere eterna la precarietà. L’ultima trovata è contenuta nel cosiddetto collegato sul lavoro caro al centrodestra. Scrive a questa rubrica Federico C.,un giovane con contratto a termine: “Avevo avuto la fortuna di ottenere questo straccio di contratto ma poi l’ho perso a causa della crisi. Speravo che fosse un ponte verso una soluzione diversa. Anche perché facevo esattamente lo stesso lavoro di coloro che mi stavano accanto e che avevano tutte le carte in regola. Ho aspettato a far valere le mie ragioni attraverso un ricorso alla magistratura come hanno fatto altri miei amici. Ora però uno di loro che frequenta anche i sindacati, mi ha detto che hanno studiato una misura per impedire vertenze di questo tipo e proteggere gli imprenditori…”. Le cose stanno davvero così e lo ha spiegato Fulvio Fammoni, segretario della Cgil. Il governo, tramite il ministro Maurizio Sacconi, ha …