Giorno: 14 Novembre 2010

"Pompei crolla, loro mangiano", di Emiliano Fittipaldi e Claudio Pappaianni

Invece di occuparsi del patrimonio archeologico, Bondi e Bertolaso hanno speso milioni di euro per ‘eventi’ e ‘progetti’ sull’area dei loro amici. E per una visita del premier, che poi ha pure bidonato. Per Pompei le risorse ci sono, si tratta di saperle spendere”, affermava due anni fa Sandro Bondi, annunciando che il 28 ottobre 2008 Berlusconi avrebbe visitato il sito archeologico più famoso del mondo. Chissà se il ministro per i Beni culturali sapeva che per quella visita il commissariato straordinario voluto da lui medesimo stava bruciando un pacco di soldi. “Sessantamila euro per la visita del presidente del Consiglio”, recita la voce della contabilità del commissariato, cui vanno aggiunti 11 mila euro per la “pulizia delle aree di visita del Presidente del Consiglio” e 9.600 euro per “l’accoglienza”. Giustificazione dell’uscita: promozione culturale. Lavoro e migliaia di euro sperperati, visto che il Cavaliere a Pompei non ci metterà mai piede. I soldi destinati alla visita del premier non sono gli unici, incredibili “investimenti” che i due commissari straordinari voluti da Bondi (prima il prefetto …

“Alunni disabili senza diritti” I genitori portano la Gelmini in tribunale, di Franz Baraggino

A settembre il ministro prometteva 2700 insegnanti di sostegno in più. “Non è vero, la riforma riduce drasticamente i fondi”. Così parte a Milano la prima azione collettiva contro il ministero dell’Istruzione, accusato di discriminare gli studenti con disabilità Abbiamo incrementato gli insegnanti di sostegno di 2700 unità”. Solo due mesi fa, il 2 settembre 2010, il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini rassicurava le famiglie con i figli disabili in vista dell’avvio dell’anno scolastico. Ma le cose non sono andate come promesso. “Siamo costretti a tenere i nostri figli a casa, perché la riforma Gelmini ha ridotto drasticamente le ore di sostegno alla disabilità”. Parte da un disagio profondo la protesta di 30 genitori di alunni disabili che hanno deciso di intentare la prima azione collettiva (intrapresa con la collaborazione di Ledha, la Lega per i diritti delle persone con disabilità, e il sostegno dell’associazione Avvocati per niente) contro il ministero dell’Istruzione e gli Uffici scolastici locali, accusati di discriminare gli alunni disabili. “La scarsità delle risorse non può giustificare una lesione del diritto all’istruzione. Lo …

«Non è il burqa la prigione delle donne», di Cecilia Zecchinelli

Parla una delle protagoniste della battaglia per il rispetto dei diritti umani in Afghanistan
Mary Akrami: molti passi in avanti, ma troppe promesse disattese Mary Akrami è una delle donne coraggiose dell’Afghanistan che hanno deciso di lottare per un Paese libero, pacifico e rispettoso dei diritti umani, schierandosi a fianco delle loro sorelle più deboli. Nel 1999, durante l’esilio in Pakistan ai tempi dei talebani, ha fondato l’attivissimo Centro per lo sviluppo delle capacità delle donne afghane (Awsdc). Con la sua Ong, tornata a Kabul, ha creato nel 2003 il primo rifugio per donne maltrattate, il Khana-e-Amn, la Casa della sicurezza. Da allora si divide tra la capitale afghana e il mondo: rappresentante della società civile afghana alla conferenza di Bonn nel 2001, testimone del «nuovo Afghanistan» nel 2005 al Social Forum in Brasile, insignita nel 2007 dal Dipartimento di Stato Usa del premio International Women of Courage. Venerdì, nel corso della conferenza Science for Peace di Milano, parteciperà all’incontro sulle donne nelle aree di conflitto con altre importanti attiviste, dal Premio Nobel iraniana Shirin Ebadi …

Il Pd: «Vigilanza democratica sui colpi di coda del Caimano», di Andrea Carugati

Finocchiaro: «L’allarme deve essere alto, Berlusconi non conosce limiti». Franceschini: «I sistemi autoritari sono più pericolosi quando arriva la fine». Dal Colle nuovo richiamo alle priorità: fare la finanziaria, e poi toccherà alle mozioni e alla crisi Ma preoccupa l’agitarsi del premier: «La sua lettera alle Camere è un tentativo disperato». «Vigilanza democratica», scandiscono in coro Dario Franceschini e Anna Finocchiaro. «Anche se queste parole non si dovrebbero pronunciare in una grande democrazia occidentale», spiega la capogruppo Pd al Senato. Però il momento è grave. «Il livello di allarme deve essere alto, Berlusconi ci ha abituati a qualsiasi stravolgimento delle regole e ad una spregiudicatezza senza limiti». Franceschini è sulla stessa linea: «Tutti i sistemi con qualche venatura autoritaria diventano più pericolosi quando si avviano alla fine». Passano poche ore e i timori, già alimentati nei giorni scorsi dalle parole del premier da Seul sulla «guerra civile» da scatenare contro un eventuale ribaltone, trovano un’ulteriore conferma, quando Berlusconi annuncia la sua personale road map parlamentare: una lettera ai presidenti delle Camere per forzare le tappe …

"L'ultima minaccia di Mackie Messer", di Eugenio Scalfari

La fine d´un regno ha sempre un antefatto e un post-fatto e bisogna collegare quei due momenti per capir bene quello che sta accadendo. Si tratta in questo caso di due articoli di giornale, quindi non eventi politici ma espressioni della pubblica opinione. L´antefatto mi riguarda personalmente perché sono io l´autore di quell´articolo. Fu pubblicato sulla Repubblica del 13 gennaio 1990, quattro anni prima che Silvio Berlusconi diventasse primo ministro. Il titolo era questo: «Mackie Messer ha il coltello ma vedere non lo fa». Il personaggio di cui si parlava era appunto Berlusconi che all´epoca era soltanto un imprenditore immobiliarista e un impresario televisivo con alle spalle il potere politico di Bettino Craxi. Il titolo era preso dall´«Opera da tre soldi» di Bertolt Brecht: Mackie Messer è un lestofante protagonista dell´Opera, un lestofante di primo piano che usa un folto gruppo di mendicanti per coprire e portare a buon fine le sue ruberie. Negli anni Novanta era già chiara la natura di quel personaggio. Chi voleva capire aveva capito. I vent´anni successivi non sono stati …

"Ricerca: in piazza contro l'effetto zavorra", di Rino Falcone*

La questione è semplice: cosa pensereste di un ente di ricerca trasformato in ministero? In una sorta di modello Rai? Cosa direste del fatto che le risorse di un progetto scientifico acquisite in una gara europea debbano essere approvate, non dal direttore scientifico, ma dall’amministrativo fiduciario del ministro? La chiamano (e lo teorizzano nel marketing politico che accompagna questa vergognosa manovra) scelta di “governance duale”; e ne glorificano le qualità parlando di cultura manageriale, d’efficienza nella gestione dei flussi di risorse, insomma un fondamentale problema di management. Da risolvere con la burocrazia ministeriale: una zavorra che potrebbe far affondare definitivamente il sistema˘nazionale della˘conoscenza. Obiettivo di questa operazione è la volontà di controllo e d’influenza che la politica vuole prepotentemente avere sulla gestione e sull’autonomia degli Enti Pubblici di Ricerca. E su questo è bene essere chiari: non si sta contestando il sacrosanto diritto della politica di assumersi le scelte d’indirizzo strategico riguardanti lo sviluppo del Paese (esistono consolidati strumenti per questo, quali il Piano Nazionale della Ricerca). Si contesta invece che per metodo si debba …

"Pompei, metafora nazionale", di Gian Enrico Rusconi

Il telegiornale tedesco informa con sobria soddisfazione come Angela Merkel, al G20, abbia trattato da pari a pari con i Grandi del mondo. Poi, dopo alcuni istanti, sullo stesso schermo il panorama muta drasticamente: un amaro servizio dall’Italia parla di Pompei che si sbriciola, metafora della società italiana che si sfalda. L’accostamento mediatico dei due eventi colpisce. Dopo la fase della critica, dello sdegno, del sarcasmo verso il nostro Paese, è rimasto soltanto lo stupore che chiede – invano – spiegazioni. Chi avrebbe immaginato l’abisso che nel giro di pochi anni si sarebbe creato tra Germania e Italia, a livello di opinione e di immagine pubblica? Chi poteva prevedere l’attuale indifferenza reciproca delle classi politiche? E l’enorme fatica dei rapporti culturali? La stagione dei rapporti costruttivi tra Germania e Italia – al di là delle ovvie differenze -, la stagione politica degli Andreotti e dei Genscher, per citare due testimoni viventi, sembra preistoria. Conosco le irritate reazioni degli alti funzionari ministeriali a quanto sto dicendo: elencano i comunicati degli incontri bilaterali italo-tedeschi, rituali e sempre …