Giorno: 7 Novembre 2010

Pane e cultura

Giulio Tremonti, commentando i tagli inferti alla Cultura dal Governo Berlusconi,ha dichiarato sprezzante: con la cultura non si mangia FALSO! In Italia la Cultura produce oltre 40 miliardi di euro del Prodotto Interno Lordo e occupa 550 mila lavoratori, dando da mangiare a milioni di famiglie. Gli italiani nel 2008 hanno speso 64 miliardi di euro in Cultura. Nonostante ciò, troppo spesso chi lavora nella Cultura in Italia è un precario e la sua professionalità non è riconosciuta. E chi fa impresa non ha gli strumenti per crescere, nè un libero mercato a cui accedere e con il quale misurarsi. immagine documento Il Partito Democratico Ha buone idee per la Cultura: Piano straordinario per il finanziamento della Culturaattraverso l’asta per l’assegnazione delle frequenze rimaste libere dopo il passaggio al digitale (dividendo digitale) Riconoscimento delle figure professionali degli operatori dei Beni culturali Riconoscimento della proprietà intellettuale per il lavoro di restauratori, archeologi e catalogatori di Beni culturali Maggiore trasparenza nelle norme di gestione degli appalti sotto soglia di gara per i lavori sul patrimonio culturale Introduzione …

Davanti ai segretari di circolo fissa la data dell’11dicembre per la manifestazione contro il governo. Bersani chiama la piazza: «Il Pd sarà il primo partito», di Simone Collini

«Lega e Berlusconi ci fanno un baffo». Il segretario attacca il premier: non è degno di ricoprire una carica pubblica. E legge l’articolo 54 della Costituzione che richiede «disciplina e onore». «Non consentirò che da fuori o da dentro il Pd qualcuno ci manchi di rispetto. Perché fra non molto, faccio una scommessa, saremo il primo partito del Paese. E nessuno può tirarci per la giacca». Pier Luigi Bersani parla per un’ora, lanciando la manifestazione dell’11 dicembre e attaccando il premier, ma gli basta questo passaggio di una decina di secondi per mandare un chiaro messaggio a governo, alleati, aspiranti rottamatori e autolesionisti vari. Prima di lui vanno al microfono i segretari di circolo del Pd, in duemila a Roma per l’Assemblea nazionale. Non mancano critiche per un partito che qualcuno definisce remissivo sui temi del lavoro e che qualcuno vorrebbe si mostrasse meno incerto, mentre in molti criticano i «rottamatori» e parlano anche di un lavoro fatto sul territorio che poi viene vanificato da qualche intervista rilasciata per distinguersi. Bersani ascolta e poi chiude …

Fini detta le condizioni a Berlusconi "Si dimetta, inutile andare avanti"

Il presidente della Camera scrive il percorso: “Vada al Colle poi riscriviamo programma ed alleanze. Altrimenti Ronchi, Urso, Menia e Bonfiglio non resteranno un minuto di più al governo”. Attacchi al Pdl, “il partito più arretrato d’Europa” e all’esecutivo: “Non del fare ma del fare finta che tutto va bene”. “Berlusconi si dimetta, salga al Colle e apra la crisi. Senza questo colpo d’ala la nostra delegazione non rimarrà un’ora in più al governo”. Un ultimatum chiarissimo che chiude un discorso di inusitata durezza contro il premier, il Pdl e l’alleanza di governo, un governo che, secondo il presidente della Camera “non è quello del fare ma quello del fare finta che tutto va bene”. Gianfranco Fini sale sul palco con una introduzione degna di una rock star. L’assemblea di Fli non si fa pregare, con ancora nelle orecchie le parole dei componenti della delegazione dei Futuristi al governo: “Gianfranco siamo pronti a lasciare”. Parole che scaldano gli animi e che il leader non lascerà cadere, anzi. Parte da “un’immagine dell’Italia nel mondo che il …

"Uno scandalo mondiale", di Salvatore Settis

Nelle guerre si contano i morti e si dimenticano le cause. Il crollo della schola armatorum a Pompei è una notizia che sta facendo il giro del mondo, come è successo negli ultimi mesi a Roma coi crolli della Domus Aurea e del Colosseo. Ma la vera notizia è che molto altro, a Pompei ed Ercolano come a Roma, ancora “regge”, a dispetto dell´incuria, dei brutali tagli di bilancio, delle continue riduzioni del personale, della mancanza di turn over. Altri crolli, altre rovine, altri disastri arriveranno, immancabili. Il punto è se vogliamo rassegnarci a tenere il conto dei monumenti condannati alla distruzione, o interrogarci sulle cause. Quando il governo annunciò, col decreto-legge 112 (luglio 2008), un taglio ai Beni Culturali per oltre un miliardo e 200 milioni di euro nel triennio, fummo in pochi a denunciare l´enormità dello scippo a un bilancio già drammaticamente inferiore alle necessità di un patrimonio enorme come il nostro. Ma quasi nessuno volle capire che a un taglio di tale portata non potevano che seguire disfunzioni e problemi d´ogni sorta; …

"C'è posto per tutti", di Concita De Gregorio

C’è un felice paradosso in quello che è accaduto ieri al Partito democratico. A Roma si sono riuniti i segretari dei circoli, duemila persone – per la maggior parte giovani (l’80 per cento ha meno di quarant’anni) – e il segretario Pier Luigi Bersani ha annunciato che, dopo il porta a porta, i democratici scenderanno in piazza l’11 dicembre. Dopo essersi “rimboccati le maniche” si sporcheranno le mani. A Firenze altrettante persone si sono incontrate per ragionare attorno al futuro del partito e dell’Italia. Se quell’assemblea non fosse stata inizialmente identificata con un aggettivo infelice – “rottamatori” – probabilmente la platea romana non avrebbe salutato con i fischi il nome di Renzi. Il quale, e gliene va dato atto, da Firenze ha risposto con un rasserenante applauso. Crediamo che i fischi e gli applausi individuino stati d’animo presenti in tutte le anime del Pd, a Firenze come a Roma, in tutta Italia: il fastidio per le divisioni causate da personalismi o tentazioni correntizie (i fischi) e la volontà di affrontare con determinazione e orgoglio i …

"Dalla Camusso alla Deledda, le prime donne che hanno fatto l'Italia", di Chiara Beghell

Forse gli occhiali da vista. Oppure i capelli a mezza lunghezza. Il poco trucco, la sobrietà che un primato può imporre. Non è facile cogliere cosa accomuna, almeno a un primo sguardo, tutte le “prime donne” italiane. Non le dive dell’opera, né tantomeno quelle figure professionalmente eccellenti ma anche umanamente antipatiche che l’espressione evoca. No, sono le donne che “per prime” sono entrate in mondi riservati agli uomini, scardinando la monorappresentatività e spesso anche la monotonia di luoghi e istituzioni, e che per prime si sono beccate conseguenti sguardi di curiosità e spesso anche di sarcasmo. Ma comunque le prime. Susanna Camusso, nuova leader della Cgil, è l’ultima di queste “prime”: se non consideriamo il nuovo nome dato dal Patto di Roma del ’44, il più importante sindacato italiano esiste dal 1906. Centoquattro anni, animati spesso dalle donne. Eppure, lei è la prima a diventare “segretario”. Un titolo per il quale si pone un dilemma: a essere politically correct si dovrebbe dire “segretaria”, ma non si fa perché forse si rischierebbe di affondare un titolo …

"L´ultima partita a scacchi del cavaliere", di Eugenio Scalfari

Ma adesso che succede? Questa domanda se la rimpallano tutti, è addirittura diventata una domanda da bar, perfino tra persone che di solito non si occupano di politica e discutono semmai, ai bar dello sport, sulla formazione delle squadre e di Totti o di Cassano. Segno che qualche cosa di nuovo è accaduto, qualche cosa che è fuoriuscita dalla bolla del politichese ed ha raggiunto l´uomo comune, cioè la pancia del Paese. A conferma di quanto scrivo ci sono i più recenti sondaggi sugli umori del “popolo sovrano”: il livello delle astensioni, quelli che non hanno alcuna intenzione di votare, oscilla tra il 15 e il 20 per cento come è sempre stato. Aumenta invece il numero degli indecisi che viaggia al di sopra del 30 per cento. Gli indecisi sono appunto quelli che ti chiedono: «E adesso che succede?». La domanda viene da sinistra, dal centro, da destra. Soprattutto da destra, dove è sempre più diffusa la sensazione che il ciclo berlusconiano sia concluso. È un ciclo che dura da almeno 25 anni, perciò …