Giorno: 25 Novembre 2010

"Lega double-face sui rifiuti: a Roma dice sì, al Nord no", di Gianni Del Vecchio

Il dl prevede lo smaltimento in altre regioni. Ma Cota e Zaia si tirano fuori. Umberto Bossi l’ha teorizzato due anni e mezzo fa, appena ripreso il potere dopo la parentesi prodiana. Per poter sopravvivere al logorio elettorale dell’azione di governo, è necessaria una strategia ambivalente: leali e diligenti col Pdl a Roma, populisti e contestatori sul territorio. Insomma, contemporaneamente di lotta e di governo. Poco importa dell’inevitabile corollario, e cioè la trasformazione genetica della Lega. Un partito costretto a diventare double-face, che prende decisioni impopolari a palazzo Chigi salvo contraddirle nei suoi feudi elettorali. L’emergenza rifiuti in Campania è l’ennesimo esempio di come Bossi riesca nell’impresa di far passare due messaggi contraddittori senza che nessuno se ne accorga. Nel decreto legge sui rifiuti, arrivato solo due giorni fa al Quirinale per la firma del presidente Napolitano, c’è una norma che farebbe venire l’allergia a qualsiasi leghista. Il comma 8 dell’articolo 1 chiarisce come le altre regioni dovranno farsi carico di quella parte di immondizia che la Campania non sarà in grado di smaltire con …

Bersani si arrampica sul tetto coi ricercatori:«Ma gli studenti non sono estremisti»

Bersani: «Il ministro dovrebbe avere un po’ di pazienza e di umiltà di ascoltare. Qui c’è un sacco di gente che non ha una interlocuzione e per questo è piena di rabbia». Pierluigi Bersani sul tetto che scotta. «Tirano le uova, ma gli studenti non sono estremisti», assicura il leader del Pd. Ed è per questo che il segretario arriva in cima ad una scala di ferro, tra le tegole dell’Università di Architettura, a Fontanella Borghese. I tetti di Montecitorio sono a un tiro di schioppo, e anche la porta del Senato, dove c’è stato l’assalto dei manifestanti a colpi di uova e di slogan contro la riforma dell’Università della Gelmini. C’è anche Di Pietro che prende vento sulla scala a pioli, i due trovano studenti e ricercatori in cima al loro “Colosseo”. Non minacciano di buttarsi di sotto, ma non scenderanno se non si ferma l’esame in aula alla Camera. La protesta è imitata in mezza Italia. Quella di Tennessee Williams era una gatta sul tetto che scotta, mentre Bersani cerca di giocare come …

"Accampati sul tetto per salvare il nostro futuro", di Maurizio Crosetti

“In un paese civile quando si pensa a una riforma si ascoltano anche i diretti interessati”. Tazebao e tende da campeggio. E il computer sempre collegato al sito della Camera. Quassù ci sono nuvole rosa e biscottini, pasta fredda e neve sulle montagne vicinissime. Tira vento, quassù. E tra una chitarra e un computer collegato al sito della Camera, tra un precipizio di cemento senza parapetto (paura!) e una tenda da campeggio, con la Mole proprio in faccia e il futuro di lato, gli universitari senza Università lottano e aspettano, parlano e bivaccano, mangiano e dormono. I ricercatori. I precari. Gli studenti. Gli associati. Gli occupanti e i disoccupati. Quelli che ancora non sono scappati. «Abbiamo un sogno normale, da paese civile: essere ascoltati quando si pensa una riforma. Noi che lavoriamo qui e siamo i primi a volerla, ‘sta riforma». Alessandro Ferretti, ricercatore al dipartimento di fisica sperimentale, ci accompagna sul tetto di Palazzo Nuovo che nuovo non è più da un pezzo, l´orrendo palazzo color topo dove hanno sede le facoltà umanistiche di …

"Il re dello show", di Lietta Tornabuoni

Che spettacolo, l’altra sera, la telefonata nervosissima di Berlusconi a «Ballarò». Non era la prima volta: è già successo al presidente del Consiglio di mettere bocca in modo imprevisto durante trasmissioni televisive, e in particolare a «Ballarò» deve aver identificato un punto di debolezza, di passività, oppure una smania di visibilità. Più in generale, magari non s’è ancora abituato all’idea che la televisione (qualsiasi tipo di televisione) non sia di sua proprietà, che qualcuno possa parlare di lui (non bene) senza che lui lo rimbecchi o lo metta a tacere: eppure sono diversi anni ormai che frequenta la politica. L’altra sera insolenze, accuse, rinfacci, paroloni («mistificatori»), telefono chiuso in faccia: in ogni caso lo spettacolo non è mancato, e ha permesso di sperare in altre esibizioni. Ci è già stato raccontato che Berlusconi sta adesso nuotando in un mare di nuova grafica: nuovi loghi, nuovi nomi, nuovi slogan per un nuovo partito in vista di prossime elezioni. Pare ce ne siano alcuni che non prevedono altri nomi o bandiere, soltanto «Berlusconi presidente», come nei referendum: …