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Opposizione, movimenti e docenti. Tante iniziative contro l’affronto del premier

La protesta contro le parole di Berlusconi si allarga sul web: c’è chi raccoglie adesioni, di comuni cittadini ed intellettuali, chi ricorda lo spessore di Calamandrei. Il tam tam passa anche via sms: a Roma i prof si danno appuntamento per un minuto di silenzio. Si scenderà anche in piazza: il Pd lo ha già fatto il 1° marzo con un bagnato sit-in sotto palazzo Chigi, ma la vera mobilitazione è per il 12 marzo.
Stanno provocando un crescendo di reazioni ed iniziative di protesta le parole pronunciate nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, secondo cui è giunto il momento di respingere “l’influenza deleteria che nella scuola pubblica hanno avuto e hanno ancora oggi culture politiche, ideologie e interpretazioni della storia che non rispettano la verità”. Dopo le risposte piccate dei sindacati di comparto, l’indignazione è salita anche sui portali nazionali, come Repubblica.it, che ha allestito lo speciale ‘Io difendo la scuola pubblica’, a cui nelle ultime ore hanno dato il loro sostegno migliaia di cittadini. Tra loro anche diversi intellettuali ed artisti: ad iniziare dal cantante e professore liceale Roberto Vecchioni, poi Daria Colombo, anche lei insegnante, Marco Lodoli, scrittore e docente in una scuola superiore di Roma, Paola Mastrocola, scrittrice e docente, Benedetta Tobagi, scrittrice e giornalista, e lo scrittore Andrea Camilleri.
Secondo la redazione del quotidiano romano si tratta di una reazione “dal mondo della scuola che si è sentito insultato”. In tantissimi hanno espresso la loro contrarietà per le parole del premier; la maggior parte sono docenti e genitori: ‘io sono un’insegnante della scuola pubblica, e nonostante tutti i tentativi di toglierci risorse e dignità, ne sono fiera’; c’è chi sostiene che ‘vorrebbero solo studenti con formazione Cepu’, chi ricorda che ‘gli anni più belli della mia vita li ho passati nelle scuola pubblica dove la pluralità delle voci davano corpo ad un confronto impossibile altrove’.
In diversi non hanno avuto problemi ad identificarsi: ‘Io difendo e amo la scuola pubblica, perchè tra mille difficoltà continua a farsi carico di ogni aspetto della vita dei bambini. Angela Proietto,Varano Melegari’. E ancora: ‘Io difendo la scuola pubblica perché e il luogo in cui tutti i giorni vivo la Costituzione. Antonella Rebizzani, docente’. C’è anche spazio per l’ironia: ‘Maria Stella Gelmini, attendo con ansia la prossima notte di San Lorenzo, speriamo nessuno ti raccolga. Simona Ridolfi, insegnante in un Liceo STATALE’.

L’indignazione si è scatenata anche su siti meno noti. Su ‘Salvalascuolapubblica’ è apparso il link al “bellissimo discorso pronunciato da Piero Calamandrei sull’importanza della scuola pubblica. E’ stato richiamato spesso in questi ultimi tempi e la ragione è evidente. E’ il discorso – continua la redazione del sito per l’istruzione statale – di un grande uomo politico, insigne studioso, giurista e padre costituente. Leggerlo è come respirare aria pura dopo una vita passata in mezzo allo smog”.
Diverse anche le iniziative di piazza, che hanno preso il via il 1° marzo con un sit-in, promosso dal Pd, sotto palazzo Chigi, in difesa di ‘Una scuola pubblica garanzia della libertà’. “La riforma Gelmini fa schifo”, ha detto senza mezzi termini Rosy Bindi, la presidente del Pd, sotto la Galleria Alberto Sordi, mentre su Roma si scatenava un nubifragio. “Berlusconi – ha continuato – dice la verità quando abbandona la lettura dei discorsi preparati e parla col cuore quando attacca il Colle, la Costituzione, la magistratura e la scuola pubblica”. Gli faceva eco, poco più in là, il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini: “la mobilitazione trasversale dell’opinione pubblica è importante perchè gli insulti di Berlusconi sono uno schiaffo in faccia a studenti, agli insegnanti e a migliaia di lavoratori che tirano avanti in una situazione di disagio e nonostante le poche risorse a disposizione. Insultare la scuola pubblica è come insultare lo Stato”.

Ma contro il Premier ed il Governo non si muovono solo i partiti: diverse iniziative spontanee sono state attivate direttamente dagli insegnanti. Dal Trentino alla Puglia, in questi giorni il dissenso si sta propagando via sms, attraverso i messaggi dei cellulari. A Roma, sempre il 1° marzo, migliaia di docenti hanno ricevuto questo messaggio: “domani a mezzogiorno un minuto di silenzio per l’offesa agli insegnanti della scuola pubblica da parte del presidente del consiglio”.

Per domenica 6 marzo, l’Associazione nazionale del libero pensiero Giordano Bruno ha organizzato a Roma il convegno `Scuola libera se statale’: “la scuola – ha detto la presidente Maria Mentello – educa ad essere padroni della propria mente. Compiti alti e delicati che solo un’istruzione che non ha padroni né fideismi può assolvere. Questa scuola libera è solo la scuola statale: che dà fastidio soltanto a chi non vuole cittadini, ma sudditi”.

Una più ampia mobilitazione è prevista poi per sabato 12 marzo, la data prescelta da Articolo 21 e a cui hanno già aderito diversi partiti, associazioni e movimenti. Ci saranno anche gli studenti: “saremo di nuovo in piazza – ha detto Sofia Sabatino, della Rete degli studenti medi – per difendere la dignità e diritti dell’Italia, per difendere la scuola e l’università pubblica, per gridare che questo paese non è più disposto a sentire quelle parole e a vedere negata e stravolta la Costituzione Italiana”. Secondo la rappresentante degli studenti medi è evidente che “il premier sogna un Paese in cui nulla sfugge al suo controllo, alle sue televisioni e al suo modello culturale: finanziare i privati e aumentare i costi per andare a scuola rende impossibile per tutti gli studenti accedere alle conoscenze. Il risultato è quello di avere una dispersione scolastica altissima e cittadini sempre più ignoranti”.

Poi sarà la volta dei sindacati, in particolare della Flc-Cgil, che ha confermato (autorizzazione permettendo…) lo sciopero del 25 marzo che coinvolgerà tutti i settori della conoscenza (scuola, università e ricerca): ora più che mai, ha sottolineato il segretario generale Pantaleo, “occorre una risposta forte e penso che lo sciopero generale che la Cgil ha indetto deve unire tutti coloro che vogliono difendere il diritto delle persone alla libertà, al sapere e al lavoro”.

La Tecnica della Scuola 02.03.01

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La pioggia non ferma il sit-in,Pd: «Premier insulta lo Stato»

L’ondata di indignazione che si è sollevata dopo le parole del premier Silvio Berlusconi contro la scuola pubblica ‘travolge’ lo shopping romano: fuori dalla Galleria Alberto Sordi (ex Colonna), sul marciapiede che guarda verso palazzo Chigi, questo pomeriggio decine di persone si sono radunate per contestare il presidente del Consiglio in un sit-in organizzato dal Pd. Il gotha del partito si è mescolato a manifestanti e curiosi. Mancava il segretario Bersani, ma c’erano la presidente dei Democratici, Rosy Bindi, la presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, il capo dei deputati, Dario Franceschini. E con loro la responsabile Scuola, Francesca Puglisi, le deputate esperte di istruzione Maria Coscia e Manuela Ghizzoni, i senatori della commissione Cultura Antonio Rusconi e Albertina Soliani. Pioggia battente fuori dalla Galleria e cuori palpitanti dentro, desiderosi di difendere la scuola pubblica «dal vergognoso attacco del premier e del governo». E da una riforma che «fa schifo», ha detto senza mezzi termini Bindi: «È una riforma che umilia il paese e penalizza le giovani generazioni. Berlusconi ora sta usando tutti gli argomenti possibili pur di scambiare qualcosa con un pezzo del mondo cattolico, ma gli italiani non ci cascano. Il governo ha ereditato un sistema dell’istruzione competitivo, ma con la riforma della Gelmini sta distruggendo una delle istituzioni pubbliche più importanti dell’Italia».

«Per una scuola pubblica garanzia del libero pensiero», recitava uno degli striscioni srotolati dai manifestanti, l’altro citava l’articolo 34 della Costituzione che garantisce l’accesso agli studi ai meritevoli privi di mezzi. Oggi è stato il punto di partenza di altre iniziative che verranno: la consegna, l’8 marzo, delle firme con la richiesta di dimissioni per il premier, la manifestazione in difesa della Costituzione il 12 marzo. «Il 25 noi saremo anche in sciopero- ha ricordato Mimmo Pantaleo, della Flc Cgil- che sarà caratterizzato dal no all’attacco nei confronti della scuola pubblica». Mentre l’8 aprile, spiega Francesca Puglisi, ci sarà una «notte bianca in difesa della scuola a Bologna, Torino, Napoli e Milano», le città dove si vota per le amministrative. «E in Parlamento- continua Puglisi- siamo impegnati per la cancellazione della terza tranche di tagli sulla scuola e per la stabilizzazione di 100mila precari. I soldi ci sono». «La mobilitazione trasversale dell’opinione pubblica è importante perchè gli insulti di Berlusconi sono uno schiaffo in faccia a studenti, agli insegnanti e a migliaia di lavoratori che tirano avanti in una situazione di disagio e nonostante le poche risorse a disposizione. Insultare la scuola pubblica ècome insultare lo Stato- ha sottolinato Franceschini-. Berlusconi insulta perchè pensa che, sollevando polveroni, riuscirà a coprire i suoi guai giudiziari».

L’Unità 02.03.11