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«Così le 'ndrine cercano un varco in banca», di Nicola Borzi

Non solo le banche, ma anche i professionisti sono in prima linea nella guerra contro la criminalità organizzata. Lo dimostrano le indagini contro la ‘ndrangheta della Procura di Milano. Nei piani delle ‘ndrine per mettere le mani sulla ricostruzione dell’Aquila e l’Expo ricorrono i nomi di un istituto di credito pressoché sconosciuto – FlashBank –, di uno noto, Banca Arner Italia, e di un sindaco di Fastweb. Le 416 pagine dell’ordinanza firmata il 6 luglio scorso dal Gip Giuseppe Gennari sull’inchiesta dei pm Boccassini, Dolci, Storari e Cecchelli per l’operazione “Tenacia” spiegano la tentata scalata della Perego General Contractor alla Cosbau. Il provvedimento, che ha portato a cinque arresti per l’accusa di associazione mafiosa, falso in bilancio e altri reati, secondo l’accusa mostra come la criminalità “aggancia” intermediari inconsapevoli per il ruolo d’interfaccia con il credito.
Perego General Contractor, sorta sulla preesistente Perego Strade, era tra le maggiori imprese di movimento terra in Lombardia. Salvatore Strangio, boss di San Luca, secondo gli inquirenti ne «acquisiva per conto delle ‘ndrine di Platì e Natile di Careri la gestione e il controllo». Il tutto grazie a Ivano Perego che secondo i Pm «acconsentiva e favoriva l’ingresso di Strangio; ne chiedeva l’intervento per indurre i concorrenti a ritirare le offerte; intratteneva rapporti privilegiati con esponenti politici e pubblici dipendenti per ottenere l’aggiudicazione di commesse, affinché la Perego fosse favorita nei rapporti con la pubblica amministrazione; organizzava lo smaltimento illecito di rifiuti, anche tossici». Per i magistrati, Andrea Pavone «favoriva l’ingresso in Perego di Strangio; suo diretto referente, si occupava di operazioni finanziarie, non andate a buon fine, acquisizione di partecipazioni in aziende».
Nel 2009 la Perego tenta la scalata a Cosbau, impresa trentina di costruzioni e lavori pubblici appaltatrice di interventi per la ricostruzione dell’Aquila. Ma le cosche, attraverso agganci politici, preparavano già la mossa successiva: infiltrare la Perego nei lavori per l’Expo. Nelle indagini, FlashBank e Banca Arner appaiono come i canali attraverso i quali la ‘ndrangheta tentava di far passare i capitali illeciti necessari all’operazione.
Il 17 giugno 2009 Pavone telefona a Strangio. Pavone: «Sabato viene a casa mia a pranzo e sabato firmiamo già l’accordo… Sia l’amministratore delegato, che Walter Di Rita, quello della Flash…». Strangio: «Tu sei l’unico… raro e solo». Pavone: «Sono partito stamattina alle sei con Bontempelli da Agrate, alle otto e venti ero alla Cosbau. Ho detto: signori sabato firmiamo. Poi me ne sono tornato». Strangio: «Hanno accettato tutto?». Pavone: «Gli ho detto la verità. Mauro Bontempelli sta andando dall’Arner Bank a vedere se ci fanno da fronting, perché lui è il presidente del collegio sindacale. Se la Arner ci fa da fronting, le banche vedono che è entrata un’altra banca». Strangio: «Minchia…». Pavone: «Un po’ più soldi… Poi domani vado a Torino… lì a Londra… vediamo per venerdì di chiudere il quadro».
Gli inquirenti annotano: «Il passaggio è di estrema importanza per la comprensione delle dinamiche dell’organizzazione criminale, perché dimostra inequivocabilmente che tutta l’iniziativa che Pavone porta avanti in Cosbau è sponsorizzata e appoggiata da Strangio e dunque dai calabresi».
Chi è Mauro Bontempelli? Commercialista, titolare di un avviato studio milanese di consulenza amministrativa, fiscale e tributaria, è stato in politica come presidente del Consiglio di Zona 7 a Milano. Fece rumore una sua dichiarazione al Corriere della Sera che il 2 novembre 2000 riportava le denunce contro il “pizzo” dei commercianti di Baggio: «Nessuno ha mai parlato di racket o di pizzo. Il nostro non è un quartiere dormitorio: ci sono droga e prostituzione, ma non siamo al Bronx». Ha lavorato alla stesura del codice etico della Provincia di Milano ed è presidente del collegio sindacale di Core, il Consorzio recuperi energetici che brucia i rifiuti dei Comuni di Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Pioltello, Segrate e Cormano.
In Borsa, Bontempelli è stato consigliere di Isagro, società di agrofarmaci, sindaco supplente di Fullsix, gruppo di comunicazione integrata, carica che oggi riveste in Fastweb. È sindaco di Sintesi Global Asset Management, finita nell’operazione “Tenacia” come depositaria di quote di Perego General Contractor. È stato sindaco anche di Banca Arner Italia, prima che il 4 agosto 2008 questa finisse in amministrazione straordinaria e i suoi organi venissero sciolti dal ministero dell’Economia.
Secondo Bontempelli, però, i suoi rapporti con la Perego furono sempre inconsapevoli della presenza delle ‘ndrine. Il suo legale specifica che il commercialista, senza avere alcun rapporto con Flash Bank, viaggiò con Pavone solo per ricevere una presentazione sommaria di Cosbau e documenti contabili in base ai quali suggerì a Pavone di rivolgersi a una società di revisione. Durante il viaggio, è la versione di Bontempelli, Pavone gli chiese se avesse contatti col mondo bancario per reperire finanziamenti. Bontempelli rispose che il suo unico contatto era con Arner, di cui era stato sindaco, e che avrebbe provato a sentire – senza alcun impegno alla prima occasione – se la banca effettuava tali operazioni. «Ma il contatto non si concretizzò e non vi fu alcun seguito», sostiene. Fra l’altro, a giugno 2009 Bontempelli non era più né sindaco né presidente del collegio sindacale, già sciolto dal ministero. Dunque Pavone e Strangio esprimevano congetture del tutto irrealistiche sulle capacità di “introduzione” del commercialista.
Ma nel mirino non c’era solo Banca Arner. Il 18 giugno 2009, da Londra, Pavone chiama Walter Di Rita, dirigente di FlashBank, sorta come Safibo nel 1986 e nel 2004 acquisita al 100% da Cassa di risparmio di Chieti. Pavone: «Un italiano che è qua a Norwich c’ha 20 milioni su Centrobanca… va bene?! Te li porta su Flash… Ha un certificato di deposito di 20 milioni di Centrobanca… Ma io te la do per fatta… Gli ho spiegato il progetto Cosbau, ho detto: “I soldi sono i miei… sai ci tengo… Porti alla Flash… Ti fai dare un fido dalla Flash e ti fai la tua operazione Cosbau tranquillamente”». A oggi, nessun esponente dei due istituti risulta indagato. Né De Rita, che realizzò inconsapevolmente alcune operazioni per conto di Pavone, né Bontempelli. Tuttavia proprio su «carenze di organizzazione, controlli interni e gestione del credito» da parte di CariChieti una doppia ispezione della Banca d’Italia nei mesi scorsi ha mosso rilievi che hanno portato alla risoluzione consensuale del rapporto con il direttore generale Francesco Di Tizio.

da www.ilsole24ore.com