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"Docenti, tornano i concorsi. Ecco il piano del Ministero", di Alessandra Migliozzi

Aggiornamento delle graduatorie, ma senza spostamenti degli insegnanti in province diverse dalla propria. Un pacchetto di assunzioni (potrebbero essere 60mila fra docenti e Ata) fatte sui posti vacanti. Ma anche, dopo oltre dieci anni di assenza, il ritorno dei concorsi nella scuola. Sono i tre livelli su cui sta lavorando il ministero dell’Istruzione per mettere mano alla questione precari e reclutamento. Le sentenze dei tribunali scattate nelle ultime settimane, che hanno dato ragione a docenti mai stabilizzati dopo anni di insegnamento, aprono la strada ad una accelerazione per trovare soluzioni che evitino valanghe di ricorsi e risarcimenti. Un’ipotesi che preoccupa il ministero del Tesoro.
Ieri è partita una maxi class-action guidata dal Codacons che ha diffidato i ministri Brunetta e Gelmini e che chiede la stabilizzazione per 40mila precari e un risarcimento da 30mila euro per ciascuno. Al ministero si lavora. Anche con un occhio ai concorsi che, «devono ripartire» perché ci sono materie (quelle tecniche e scientifiche) per le quali, soprattutto al Nord, non ci sono più docenti in graduatoria e si ricorre a non specializzati. Sul tavolo della Gelmini ci sono più proposte. Ci sono i disegni di legge, quello del senatore leghista Mario Pittoni, che parla di concorsi e albi regionali, e quello della deputata Pdl Valentina Aprea. Ma si pensa anche a strumenti più snelli, come un regolamento: il consigliere del ministro, Max Bruschi, padre delle nuove regole sulla nuova formazione dei prof, ha già depositato il suo testo. Leggi e regolamento potrebbero camminare in parallelo. Una cosa è certa, spiegano dal Miur, «i concorsi servono e saranno a cattedra»: i posti saranno banditi in base alle necessità, per evitare che si crei altro precariato. Le selezioni, poi, saranno su base territoriale: potrebbero essere regionali, provinciali o per reti di scuole. Ma sarà tassativo restare per un numero di anni (indicativamente 5) nella zona dove si viene assunti. Le prime assunzioni fatte su base concorsuale per le graduatorie esaurite potrebbero arrivare «per l’anno scolastico 2012/2013». Entro aprile si deciderà lo strumento normativo. Poi si partirà con le procedure. Che dovrebbero prevedere (secondo la bozza Bruschi) una preselezione dei candidati attraverso un test. Poi prove scritte e orali e, solo alla fine, la valutazione dei titoli. Si cercherà di «premiare il merito e la preparazione». Intanto si lavora (dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato l’inserimento in coda dei precari che cambiano provincia) al problema graduatorie. E si pensa ai ricorsi dei docenti non stabilizzati che potrebbero riguardare 150mila persone, per risarcimenti compresi fra 4 e 6 miliardi di euro. Ieri c’è stato un incontro Miur-sindacati. Per le graduatorie si procederà all’aggiornamento ma senza consentire cambi di provincia, con una lettura restrittiva della sentenza della Consulta. Ma per la decisione finale si attende un parere dell’Avvocatura dello Stato. Per i ricorsi si lavora ad un pacchetto di assunzioni per stabilizzare i precari sui posti vacanti: si parla di 60mila persone fra docenti e Ata. La Uil Scuola chiede un «tavolo politico» per poter affrontare tutti insieme i nodi riguardanti precariato e nuove regole di assunzione. «Bisogna fare i concorsi dove mancano gli insegnanti – spiega il segretario Massimo Di Menna-, fare le assunzioni per coprire i posti vuoti, pensare ad un organico funzionale con contratti pluriennali e prorogare la legge salva precari». La Flc Cgil chiede «la stabilizzazione dei precari» e meccanismi «innovativi» per la gestione del personale. «I temi del reclutamento e del precariato – dice il segretario Mimmo Pantaleo- possono essere affrontati solo agendo contemporaneamente su organici, immissione in ruolo e gestione delle graduatorie». La Cisl Scuola ribadisce la necessità «assumere a tempo indeterminato su tutti i posti disponibili: è questa la via maestra da seguire – spiega il segretario Francesco Scrima- per dare risposte ai precari, ma anche per garantire che il reclutamento segua regole certe. Non è pensabile che siano i ricorsi e le sentenze a decidere chi ha diritto di entrare in ruolo». Anche lo Snals-Confsal e il Pd chiedono di «stabilizzare» il personale.

Il Messaggero 30.03.11