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Stragi e segreto di stato, D'Alema: «Per il Copasir non può durare oltre i 30 anni», di Valeria Tancredi

Il Copasir si è detto contrario all’ipotesi di prolungare il segreto di stato e pare che l’esecutivo sia dello stesso avviso». Il Presidente del Comitato per la sicurezza della Repubblica Massimo D’Alema, intervenendo ieri pomeriggio al convegno «Archivi negati, archivi “supplenti”: le fonti per la storia delle stragi e del terrorismo»,
ha voluto così rassicurare i parenti delle vittime delle stragi che temono che la maggiore trasparenza prevista nella legge di riforma dei servizi (L.124/2007), sia annacquata dalle proposte avanzate dalla Commissione Granata (in particolare quella che prevede che, su richiesta dei servizi, il segreto di stato possa essere prolungato di ulteriori 15 anni). D’Alema, nel suo ruolo di numero uno del Copasir, ha cercato di difendere il lavoro degli 007 («Che certo godono di pessima fama» ha detto) evidenziando come «non tutte le vicende che hanno insanguinato il paese e condizionato la sua storia vedono coinvolti solo i servizi segreti, in molte sono coinvolti altri apparati dello Stato».
L’ex presidente del Consiglio ha anche ricordato come la vicenda
Wikileaks renda “ridicolissimo” porre la segretezza anche su questioni
esiziali rivelando come abbia cercato di convincere i servizi a rendere pubblici gran parte dei loro archivi.
«Oggi la storia dei servizi segreti è soprattutto la storia delle loro deviazioni perché è stata fatta sulla base di atti giudiziari. Ho provato a spiegare che rendere pubblico anche tutto quello che i servizi hanno fatto per garantire la sicurezza del Paese non possa che giovare alla loro reputazione.
Si può sperare quindi che si apra un’ulteriore breccia», spiega
D’Alema.
Anche il sindaco Merola, presente al convegno insieme allo stato maggiore del Pd, ha tracciato un parallelo tra l’esigenza di giustizia dei parenti delle vittime e lo stato di salute della nostra democrazia. «La ricostruzione storica, la conoscenza completa dei fatti, l’accertamento delle responsabilità per gli autori e i mandanti delle stragi è una esigenza della nostra Repubblica democratica ed è una volontà di giustizia sempre viva, in particolare tra i cittadini di Bologna». Merola ha poi rassicurato Bolognesi, presidente dell’associazionedei familiari delle vittime della strage di Bologna, sulla sua partecipazione alle commemorazioni del 2 agosto. Una richiesta avanzata dai famigliari dopo che l’anno scorso il commissario Anna Maria Cancellieri non aveva partecipato.

L’Unità/Bologna 14.06.11