"La Chiesa, il voto e il Pd", di Pierluigi Castagnetti
«Il vento cambia», dice un manifesto del Partito democratico. Si potrebbe dire che è già cambiato. Nelle città in cui si è votato hanno vinto pressoché sempre i candidati che segnavano il cambiamento e l’alternativa al berlusconismo. Sia che fossero solidi e storici esponenti della sinistra (Torino), o gaffeur incalliti (Bologna), o esponenti di movimenti più a sinistra o radicali (Milano, Cagliari, Napoli), o esponenti riconoscibili della tradizione cattolico-democratica (Pavia e Novara), o addirittura esponenti di partiti di centro sostenuti dal Pd (Macerata, Mantova, Olbia). Il malessere sociale, il divario fra le priorità dei cittadini e quelle del governo, ma non solo, hanno creato una reazione, un risveglio civico assolutamente incontenibile. Se si pensa alla lunga campagna politica del Pd contro l’assenza del governo nazionale su tutte le questioni che interessano l’Italia e gli italiani, si può ben dire che è legittima la sua rivendicazione di gran parte del merito per un tale clamoroso cambio di direzione del vento. L’analisi, impeccabile e sobria, l’ha fatta ieri Bersani nella direzione nazionale del partito. In questa sede …