Giorno: 1 Luglio 2011

"Referendum per il Mattarellum", di Pierluigi Castagnetti

Il Pd è in prima linea da mesi per richiamare il governo e la maggioranza alle proprie responsabilità di fronte ai rischi sempre più concreti di cortocircuito fra la crisi politica, quella sociale e quella economica. Il tema del lavoro in particolare è diventato giustamente la cifra e l’assillo della segreteria Bersani. Ma il partito non ha mai smesso di macinare proposte concrete anche sul piano istituzionale: basterebbe ricordare la proposta di riduzione del numero dei parlamentari all’interno di un progetto di riforma più ampio presentato all’inizio della legislatura o la recente proposta di revisione radicale dell’attuale legge elettorale, il cosiddetto Porcellum, nella consapevolezza che questo snodo è decisivo per ricostruire il filo della confidenza e della fiducia nella politica da parte dei cittadini. La maggior parte di loro non si riconosce, infatti, nell’attuale ceto parlamentare perché non lo sente come proprio, essendo stato scelto e di fatto imposto dalle segreterie dei partiti, come vuole la legge vigente. Però tutto è fermo. L’asse Berlusconi-Bossi-Scilipoti sta infatti sequestrando e condannando all’immobilismo il parlamento. Di nuova legge …

Passa il decreto rifiuti, ma il governo si spacca. E Napolitano lo giudica insufficiente

La Lega non vota il testo deliberato dal Consiglio dei ministri. Bersani: “Mi pare una frittata di portata rilevante”. Bianchi: “Il governo prenda atto della sua inesistenza e si dimetta”. Il governo di Berlusconi ancora una volta dimostra la propria fragilità e assenza di coesione interna, spaccandosi in due sul decreto rifiuti. Il Consiglio dei ministri ha sì approvato il decreto ormai non più rimandabile sui rifiuti, ma con i soli voti del Pdl, mentre la Lega è rimasta fedele alla linea che aveva annunciato, votando no. All’indomani del via libera del Consiglio dei Ministri al decreto rifiuti – passato con il no della Lega – il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo emana ma ne sottolinea i limiti («non appare rispondente alle attese e tantomeno risolutivo») e chiede, nel contempo, un nuovo e più efficace intervento del Governo. Il Capo dello Stato auspica anche «l’effettivo superamento di una emergenza di rilevanza nazionale attraverso una piena responsabilizzazione di tutte le istituzioni insieme con le autorità locali della Campania”. Lo commenta positivamente Andrea Orlando, Commissario del …

"Tav, il riformismo passa dalla Val di Susa", di Sergio Chiamparino*

Caro direttore, lo Stato italiano, se vuole, c’è. Lo ha dimostrato con la mite determinazione messa in campo per sgomberare i blocchi con cui si voleva impedire l’avvio dei cantieri per la Tav in Val di Susa. Lo ha affermato contro chi pensa in barba ad ogni regola di democrazia e di rispetto delle opinioni e delle decisioni della maggioranza del Paese di poter essere, come recitava uno degli ultimi cartelli no Tav: «padroni a casa nostra», come se l’Italia fosse un vestito d’Arlecchino in cui ognuno possiede il proprio spicchio. L’egoismo è deleterio comunque, non importa se milita sotto bandiere verdi o rosse. Grazie alle forze dell’ordine che con estrema professionalità hanno respinto pesanti provocazioni ed hanno costretto gli autonominati liberi cittadini «della Maddalena» a ripiegare con le pive nel sacco. E grazie a tutta la «filiera» del coordinamento dell’operazione, dal questore al prefetto al ministro. Stanno anche emergendo le differenze fra la stragrande maggioranza dei valsusini che può anche essere, legittimamente, contraria alla Tav, ma è democratica e non violenta, e, viceversa, l’estremismo …

"Tagli alla politica solo nella prossima legislatura", di Alberto Custodero

«Non puoi chiedere se non dai, non puoi ridurre se non autoriduci». È questa la filosofia che ispira i tagli ai costi della politica, che però partiranno solo dalla prossima legislatura, presentati ieri da Giulio Tremonti, ministro dell´Economia, e dal premier Berlusconi. La sforbiciata ha preso in esame tutti i capitoli che più generano nell´opinione pubblica sentimenti anti-casta, dalle auto blu agli aerei di Stato, dagli stipendi ai politici agli emolumenti alle cariche pubbliche, al finanziamento ai partiti. Ma la «livella» di Tremonti quali criteri seguirà per «l´autoriduzione» dei costi della politica? I tagli (che «non andranno a intaccare i diritti acquisiti», ha precisato il Cavaliere), saranno commisurati «alle prassi europee». «Noi pensiamo – ha spiegato il ministro dell´Economia – di importare in Italia un paradigma europeo per quanto riguarda il costo dei parlamentari e il costo degli stipendi delle cariche pubbliche». Per fare questo, ha aggiunto, «abbiamo istituito una commissione presieduta dal presidente dell´Istat. Pensiamo di adottare come esempio i sei più grandi Paesi dell´area-euro. Si fa la media, poi in Italia si prende …

"Le assunzioni ci saranno, ma in che misura?", di S.L.P. da La Tecnica della Scuola

La Gelmini rassicura i precari della scuola: le assunzioni si faranno come previsto nel decreto Sviluppo. Il piano riguarda circa 65mila precari. Ciò significa, che, malgrado qualche ora di trepidazione dopo la presentazione della manovra finanziaria che prevede il blocco del turn over in larga parte del pubblico impiego, è certo, da quanto dichiarato dalla Gelmini stamattina in un incontro a Roma, che la scuola non rientrerà in questo piano. Nelle prossime settimane, ha aggiunto il Ministro, ci sarà un tavolo tecnico a palazzo Chigi per definire le modalità di questo piano, tanto attese da tutti il mondo dei precari storici. Secondo le previsioni del governo per assorbire tutti i precari in lista potrebbero bastare anche meno di sei anni, in quanto il Piano triennale per le immissioni in ruolo prevede “l’assunzione a tempo indeterminato di docenti” e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) “su tutti i posti disponibili e vacanti in ciascun anno”. Quest’anno i posti vacanti sono 67 mila: 30mila docenti e 37mila Ata. E dovrebbero essere proprio 67 mila i posti assegnati a …

"Palazzo Koch non è come la Rai", di Marcello Sorgi

La Banca d’Italia trattata come la Rai. La scelta del nuovo governatore, dopo che quello in carica è stato chiamato a Francoforte a presiedere la Bce, condotta più o meno come se si dovesse trovare un nuovo direttore di tg (tra l’altro nemmeno questo il governo riesce a fare). Durissima contro il governo, la nota con cui il Capo dello Stato ha cercato ieri di riportare nei giusti canali istituzionali il difficile negoziato su Bankitalia covava da giorni. Dall’Inghilterra dove si era recato per ricevere la laurea ad honorem a Oxford, Giorgio Napolitano ha seguito a distanza, con crescente imbarazzo, le polemiche sempre più velenose su via Nazionale, le molte dichiarazioni a vanvera registrate dai giornali, l’anomala convocazione di Mario Draghi, governatore uscente in partenza per la Bce, da parte di Berlusconi. E appena rientrato in Italia è intervenuto con la severità che ritiene necessaria su una questione così seria. Per il Capo dello Stato non ha senso l’alibi di cui finora il governo s’è fatto schermo, la legge varata sei anni fa dopo le …

"La politica del rinvio", di Claudio Tito

Questo governo è ormai incapace di assumere decisioni. La sua maggioranza è troppo debole e confusa per segnare una linea netta. Ogni scelta diventa un compromesso al ribasso. Quel che è accaduto ieri in consiglio dei ministri rappresenta plasticamente una coalizione che balbetta senza sosta. Sull´emergenza rifiuti a Napoli si è addirittura spaccata con il voto esplicitamente contrario della Lega al decreto sollecitato anche dal presidente della Repubblica. Sulla manovra economica ha rinviato di fatto ogni risoluzione al 2014: quando l´attuale Parlamento sarà ormai scaduto. E infine ha fatto slittare la designazione del successore di Mario Draghi alla Banca d´Italia. Un esecutivo dunque condizionato dalle sue debolezze e da una alleanza che si sente precocemente esausta. Come se avvertisse in anticipo la fine della legislatura. Non si spiegherebbe altrimenti il clamoroso capitombolo in cui è incorso mercoledì scorso alla Camera sulla cosiddetta legge comunitaria. Un provvedimento delicato, svanito per le assenze di quasi sessanta deputati del centrodestra e che ora può esporre l´Italia a salatissime sanzioni da parte dell´Unione europea. Ma a pagare la fragilità …