Giorno: 10 Luglio 2011

"Ecco i veri numeri della manovra", di Tito Boeri

Per azzerare il deficit entro il 2014 occorre una correzione di circa 2,3 punti di Pil, più o meno 40 miliardi. Gli aggiustamenti previsti dal Governo hanno efficacia solo dal 2013 in poi (prima il saldo è zero) e per più di un terzo sono affidati a una delega fiscale il cui contenuto è tutt’altro che definito. A conti fatti, si tratta di una manovra che grava soprattutto sulle entrate contrariamente agli impegni presi dal nostro Governo in Europa. Il contributo delle entrate sarà ancora maggiore se Regioni, province e comuni aumenteranno le imposte locali per rifarsi dei tagli ai trasferimenti. Nessuna misura per lo sviluppo. Grazie al lavoro del Servizio Bilancio del Senato è possibile finalmente ricostruire i numeri della manovra . Per centrare l’obiettivo di azzerare il deficit entro il 2014 occorre una correzione di circa 2,3 punti di Pil. Con un Pil stimato per il 2014 a circa 1750 miliardi, questo significa reperire 40 miliardi. La tabella qui sotto documenta come nella manovra manchino circa 15 miliardi all’appello. Il reperimento di queste …

«L'aula scolastica come un carcere», di Stefano Borgato

Un’insegnante di sostegno di Bari si reca dal Provveditore, chiedendo il doppio punteggio in graduatoria, in applicazione di una legge riferita a chi opera nelle carceri. Motivazione della richiesta? «Per l’intero anno scolastico sono stata costretta a insegnare chiusa a chiave con uno studente disabile autistico in un’aula diversa da quella della classe di appartenenza del ragazzo». Ora la vicenda rischia di finire sui tavoli della Procura della Repubblica, ma si può veramente definire «incredibile», come ha fatto il Provveditore, una situazione perpetuata per mesi e mesi in una grande città, sotto agli occhi di tanti insegnanti, famiglie e studenti e che probabilmente – senza quella richiesta dell’insegnante – non sarebbe nemmeno ora venuta alla luce? «Il servizio prestato nelle scuole di ogni ordine e grado – scriveva il comma B.3h della Tabella allegata alla Legge 143/04 – situate nei comuni di montagna di cui alla legge 1° marzo 1957, n. 90, nelle isole minori e negli istituti penitenziari è valutato in misura doppia». Una norma quanto meno discussa, che ha creato parecchie contestazioni, fino …

"67 anni per 67 vittime", di Manuela Ghizzoni *

I decenni che ci separano da quella alba tragica e sanguinosa del 12 luglio 1944 non hanno cancellato dalla memoria collettiva il sacrificio per il riscatto nazionale dei 67 martiri, così come non sono stati sufficienti a rimarginare la dolorosa ferita aperta da quella strage e nemmeno bastano, i 67 anni trascorsi, ad attenuare la legittima richiesta di verità e giustizia. Purtroppo, come è avvenuto per altre stragi che hanno insanguinato il Paese nell’epilogo del conflitto, noi non conosciamo ancora tutta la verità sulla strage del Poligono di Cibeno: non è noto del tutto il criterio di selezione delle vittime, né sono ancora chiare le cause scatenanti dell’eccidio. Allo stesso modo restano incerte le responsabilità. Corre l’obbligo di richiamare qui la vicenda dell’Armadio della vergogna, che rappresenta la mancata volontà – nei più alti livelli istituzionali del nostro Paese – di rendere verità e giustizia alle vittime delle stragi e ai loro famigliari per quella che potremmo definire “la ragione di Stato” e al contempo ci ricorda quanto sia fragile la democrazia e quanto sia …

«Libertà per le donne. Se non ora quando», di Michela Marzano

Non ci sarà mai un buon governo finché si calpesteranno o si dimenticheranno i diritti delle donne. La prima ad averlo detto era stata, nel 1791, Olympe de Gouges, due anni prima di essere ghigliottinata. Oggi sono tante le donne che condividono quest´affermazione. Lo dimostra la manifestazione di Siena. Dove è stato scelto di farne uno degli slogan dell´incontro organizzato per questo fine settimana dall´ormai celebre movimento “se non ora, quando?”. Sono tante e diverse le donne che non vogliono più essere ostaggio del potere maschile. Tante e diverse coloro che desiderano battersi perché gli uomini e le donne siano realmente uguali. Uguali in termini di diritti e di libertà. Uguali in termini di opportunità lavorative e intellettuali. Uguali non solo di fronte alla legge, ma anche nella vita di tutti i giorni. Perché, nonostante tutte le conquiste degli anni Sessanta e Settanta, la condizione della donna in Italia si è oggi notevolmente degradata e l´uguaglianza effettiva sembra ormai una mera chimera. Quante donne, pur lavorando come gli uomini (e talvolta più di loro) sono …

«La tentazione del premier: è meglio votare», di Ninni Andriolo

La condanna della Corte d’Appello di Milano è l’ultima tegola di una stagione di frane giudiziarie e di fallimenti politici. Incerto sul da farsi e fiaccato dai sondaggi il Cavaliere medita perfino le urne. Tra i suoi, infatti, avanza la suggestione di elezioni «in tempi brevi» che mettano nel conto perfino la possibile sconfitta. «Passaggio obbligato», questo, per preparare «un nuovo 2008» e il miraggio dell’ennesima «rinascita» dopo «quella che seguì al fallimento del governo Prodi». «Io corruttore? Siamo alle solite, questa è una sentenza politica – si sfoga Berlusconi dopo il verdetto di Milano – Siamo all’ultimo anello della persecuzione giudiziaria…». E ce n’è per tutti i gusti a leggere le reazioni dei maggiorenti Pdl chiamati a far quadrato a difesa del capo. «Sentenza illegale», «verdetto comprato», «siamo al Tribunale di Mosca e all’inquisitore Vyscinskij», «ritorsione», «esproprio proletario», «clima da piazzale Loreto». Berlusconi, in realtà, la dava ormai per scontata «la mazzata» di ieri. Aveva provato a neutralizzarla approfittando di quel codicillo nascosto tra le pieghe del decreto legge sulla manovra economica, ma l’espediente …

"Così comprò i giudici per creare un impero", di Giuseppe D'Avanzo

Se non si ricorda come sono andate le cose venti anni fa, ci si può lasciare confondere dal frastuono sollevato dai commessi ubbidienti dell´Egoarca. Dunque. Due privati cittadini, capi d´impresa, si trovano in conflitto per la proprietà della Mondadori. Accade che gli eredi del fondatore (Arnoldo Mondadori) pattuiscano con Carlo De Benedetti (editore di questo giornale) la cessione della loro quota entro un termine, 30 gennaio 1991. Tra i soci c´è anche Silvio Berlusconi. Mai schietto, lavora nell´ombra. Traffica. Intriga. Ottiene che gli eredi passino nel suo campo. Nasce una lite. La decidono tre arbitri a favore di De Benedetti. Berlusconi impugna il lodo dinanzi alla Corte d´appello di Roma. E´ qui si consuma il coup de théatre, il crimine, il robo. All´indomani della camera di consiglio, il giudice relatore Vittorio Metta deposita centosessantasette pagine d´una sentenza che dà partita vinta a Berlusconi. Era stata già scritta e non l´ha scritta il giudice e non è stata scritta nemmeno nello studio privato o nell´ufficio del giudice in tribunale. Preesisteva, scritta altrove. Il giudice ha venduto …

"Donne, «Noi al centro di questo Paese»", di Mariagrazia Gerina

Sullo schermo scorrono le immagini del 13 febbraio, donne che si abbracciano, donne che riempiono le piazze, tante, tantissime, una accanto all’altra, giovani, con i capelli bianchi, con il pancione, con le rughe, con il futuro davanti. A Roma, come a Milano, a Lamezia Terme come a Vercelli, a Trento come a Trani, a Verona come a Barcellona Pozzo di Gotto. Eccola, finalmente, la rappresentazione che volevano di sé. Se la sono fatta loro, dall’A alla Z. Soggetto, regia, cast, riprese (ognuna ha mandato un pezzo), montaggio. E adesso si applaudono le donne di Snoq: se non ora quando? Applaudono se stesse e le altre, nel piazzale di Prato Sant’Agostino, a Siena, dove cinque mesi dopo quell’urlo di rivolta con cui si sono imposte all’attenzione del paese, si sono date appuntamento per dare forma, organizzazione, struttura al “caos danzante” che hanno scatenato. Sotto scorrono – letti da Linda Sabbadini dell’Istat – i numeri delle donne che a parità di titolo di studio guadagnano meno e sono più precarie, delle 800mila costrette a dimettersi quando restano …