Giorno: 2 Luglio 2011

"La manovra in retromarcia", di Mariantonietta Colimberti

Le agenzie di rating, i rinvii al 2014, l’economia ferma: le misure di Tremonti viste dall’ex Bankitalia Mario Sarcinelli. «Quando Standard & Poor’s scrive che “esiste una possibilità all’incirca di uno a tre che i rating sul debito italiano possano essere abbassati nei prossimi 24 mes” sorge il dubbio che si stia preparando a fare un “regalino” al prossimo governo…Forse al centrosinistra se vincerà le elezioni?». Non ha peli sulla lingua Mario Sarcinelli, economista illustre, quasi vent’anni in Banca d’Italia di cui è stato vicedirettore generale, ex direttore generale del tesoro, ex ministro del commercio estero, ora presidente di Dexia Crediop. Non perché dia un giudizio positivo sulla manovra del governo («i meccanismi per aumentare il tasso di crescita solo in parte sono compresi nella manovra di cui abbiamo letto»), quanto perché sulle ricette cui fa riferimento il comunicato di S&P (pensioni e competitività del sistema Italia in primis) ha un’idea molto articolata. «Il tasso di crescita – spiega Sarcinelli ad Europa – è una questione molto complessa che non può essere affrontata con banalizzazioni …

"Festa Pd immigrazione. Regola numero uno: se nasci in Italia sei cittadino italiano" di Livia Turco

L’Italia della convivenza si incontra a Cesena, nella seconda Festa Nazionale del Pd sull’Immigrazione per discutere l’agenda di una società più giusta e più sicura. Sono le donne e gli uomini, soprattutto i giovani, italiani e nuovi italiani che hanno sperimentato la fatica ma anche la bellezza della mescolanza e che vogliono che essa diventi un tratto dell’Italia normale. Dobbiamo imparare a vivere insieme perché mescolati si vive meglio: questo è il messaggio che proponiamo. Imparare a vivere insieme è un ingrediente fondamentale della riscossa civica di cui il nostro Paese ha bisogno e che ha cominciato a soffiare con prepotenza, come dimostrano gli esiti del referendum e delle elezioni amministrative. La vittoria del centro-sinistra in città cruciali del nord come, Milano, Novara, Torino, è anche la vittoria della convivenza e della mescolanza sulla paura. Dice che le forze progressiste devono con determinazione costruire la società della convivenza, combattere la paura con una politica della speranza. C’è già un’Italia della convivenza e a Cesena si esprimerà attraverso i giovani, le donne, i lavoratori, gli imprenditori, …

Comuni in trincea contro i tagli "Così muore il federalismo", di Valentina Conte

Anche le autostrade sul piede di guerra: un freno agli investimenti. Anche il primo cittadino di Varese, leghista, si schiera: giudizio negativo su tutti i fronti. Federalismo compromesso. O a rischio morte. Il coro è pressoché unanime. E bipartisan. I sindaci dei Comuni, piccoli e grandi, non ci stanno. Il salasso prefigurato in manovra è un contro troppo alto da pagare. «Insostenibile», ripetono. Alla protesta si uniscono Regioni e Province. E si salda anche il malumore di Confindustria, costruttori dell´Ance, Agi (imprese generali) e Aiscat (concessionari autostrade) che considerano «estremamente dannoso» il tetto del 2%, inserito in manovra, all´ammortamento fiscale dei beni in concessione. «Un serio disincentivo agli investimenti infrastrutturali», lo definiscono. Che comprometterebbe «le concessioni future, praticabili a condizioni poco coerenti con la concorrenza», disincentivando chi ottiene la concessione dello Stato per costruire, ad esempio, strade ed autostrade. Se i numeri saranno confermati, dunque, sugli enti locali si abbatteranno, da qui al 2014, quasi dieci miliardi di tagli, un quinto della manovra licenziata dal Consiglio dei ministri di giovedì. Nello specifico, si parla di …

"Le novità (e i tagli) che Tremonti ha nascosto", di Sergio Rizzo

Diciamolo subito: in un Paese che si appresta a tirare di nuovo la cinghia i tagli agli scandalosi costi della politica dovevano scattare ieri. Che tutto sia rimandato al prossimo parlamento, alle prossime nomine, soprattutto alla prossima maggioranza, e che certi privilegi acquisiti non vengano nemmeno sfiorati, può provocare legittimo sconcerto. La motivazione del rinvio, peraltro già previsto nella proposta originaria di Giulio Tremonti, è che una riforma così radicale non sarebbe mai stata approvata da chi l’avrebbe dovuta subire.Per la serie: «Non si può chiedere al cappone di festeggiare il Natale» . Ma anche se fosse passata, spiega il ministro dell’Economia, difficilmente avrebbe retto alla inevitabile valanga di ricorsi legali. Preoccupazioni che è difficile giudicare infondate. Di certo c’è che, nonostante non colpiscano nessuno nell’immediato, i tagli non sono stati affatto ben digeriti (come dimostrano le polemiche nel consiglio dei ministri di giovedì). E anche se sono finiti (a forza) in un decreto legge sul quale verrà probabilmente posta la fiducia, la strada è ancora lunga e insidiosa. La misura più indigesta è quella …

"L'Italia è ormai incapace di usare il suo capitale umano", di Laura Matteucci

L’unico segnale non negativo è la lieve diminuzione della disoccupazione, soprattutto femminile. Per il resto si confermano dati disastrosi: quello sulla disoccupazione giovanile, di dieci punti percentuali più alta rispetto alla media europea, peraltro già elevata, e quello sulle donne disoccupate nel sud. Tra quante cercano lavoro, che già sono poche, praticamente la metà è disoccupata ». Da Berlino, la sociologa Chiara Saraceno commenta i nuovi dati Istat su occupazione e (soprattutto) disoccupazione italiana, che – ce ne fosse bisogno – riportano alla realtà del Paese all’indomani di una manovra che lei stessa definisce «scandalosa nella sua totale irresponsabilità». Nuovi dati, in realtà sempre gli stessi: ormai la situazione è sclerotizzata. «L’Italia è un Paese che nonè in grado di utilizzare il proprio capitale umano, e che esclude una parte significativa della popolazione, impossibilitata a rendersi autonoma, a fare progetti per il futuro. Abbiamo la più alta percentuale in Europa di giovani che non sono impegnati nè a scuola nè al lavoro. Quello che sconvolge è il fatto in sè, e anche che non riesca …

Gelo di Napolitano «I l decreto rifiuti non è risolutivo», di Marzio Breda

Il capo dello Stato Giorgio Napolitano dà il via libera al decreto rifiuti ma ritiene il provvedimento «non risolutivo» e auspica ulteriori interventi del governo. Per il presidente della Repubblica serve ben altro «per assicurare l’effettivo superamento di un’emergenza» di rilevanza nazionale. Commenta il leader della Lega Umberto Bossi: «Lo capisco, è originario di lì. Però la gente del Nord i rifiuti di Napoli non li vuole» Non aveva alternative, e dunque ha firmato. Ma con una forte riserva morale. Perché il decreto legge sui rifiuti di Napoli e dintorni «non appare rispondente alle attese e tantomeno risolutivo» del problema. Serve ben altro, e lo segnala, «per assicurare l’effettivo superamento di un’emergenza» che ormai ha assunto «rilevanza nazionale» . Servono «interventi ulteriori» . Vale a dire «una piena responsabilizzazione di tutte le istituzioni, insieme con le autorità locali della Campania» . Va ben oltre gli «auspici» di rito, il richiamo reso pubblico ieri con una nota ufficiale dal presidente della Repubblica, subito dopo aver emanato le «misure urgenti» (ma «pilatesche» , le ha definite il …

"I burattini del Cavaliere", di Curzio Maltese

Nel teatro delle marionette del basso impero berlusconiano, ieri è stato il giorno del pupo Alfano, eletto segretario del Pdl o di Berlusconi, come dice Bersani, per acclamazione. Niente primarie, niente congressi. Negli spettacoli per bambini basta battere le mani. Per la prima volta Berlusconi è stato costretto dal calo di consensi a far acclamare un altro, e questa è la novità, il segno dei tempi. Per il resto siamo appunto a un teatrino di marionette. L´ultimo divertimento del capo, che ormai ha tanto tempo libero. I magistrati cattivi l´hanno costretto a rinunciare ai bunga bunga e governare non deve, non può, non sa più fare dal dicembre scorso, quando fu approvata la legge Gelmini. Ultimo e sventurato atto di governo. Da allora, il nulla. Con l´ultima manovra, il governo Berlusconi ha addirittura ammesso a chiare lettere che non è nemmeno più in grado di compiere l´atto di governo per antonomasia, la finanziaria, e l´ha rinviata alla prossima legislatura, quando forse l´Italia avrà un governo vero. Nell´attesa, nella noia del tempo libero, Berlusconi s´è messo …