Giorno: 21 Luglio 2011

Bonus bebè, Pd: per migliaia di famiglie rischio restituzione e pagamento multe

Lenzi e Ghizzoni: Giovanardi non fa chiarezza si parla di 4000 euro. “Giovanardi non fa chiarezza su bonus bebè del 2005 e per migliaia di famiglie c’è il rischio di dover restituire 4000 euro allo Stato: i 1000 euro del bonus più la sanzione di 3000 euro. Tutto questo per colpa di un sistema di attribuzione poco chiaro”. Lo denunciano le deputate democratiche Manuela Ghizzoni e Donata Lenzi che hanno interrogato oggi in commissione Affari sociali alla Camera il sottosegretario alla famiglia, Giovanardi sulle 8.000 lettere ricevute dalle famiglie che avevano ottenuto nel 2005-2006 il bonus bebè di 1.000 euro e che si vedono adesso chiedere i soldi indietro con gli interessi. “Il sottosegretario – proseguono – ha minimizzato i numeri assicurando che dovranno restituire solo 1000 euro e non 4000 come risulta dalle denuncie di cui siamo in possesso. Siamo in ogni caso disponibili a raccogliere le testimonianze di chi si trova in questa situazione e a rappresentarle al ministro in modo che almeno questo impegno del sottosegretario non si trasformi un’altra volta in …

"Non restare sordi", di Lapo Pistelli

Siccità in Africa Orientale. “In un’altra epoca sarebbe stato possibile perdonarsi di non aver saputo cosa accadeva in altra parte del mondo. Oggi non è più così”. La notizia da molti giorni apriva i notiziari televisivi di lingua inglese ma non riusciva a bucare lo schermo di indifferenza della nostra informazione. Poi, domenica scorsa, Benedetto XVI ha lanciato durante l’Angelus un appello commosso alla comunità internazionale accendendo i riflettori sulla tragedia che in Africa Orientale sta colpendo 11 milioni di persone. La siccità è una piaga antica, che purtroppo torna a riproporsi oggi nella forma più grave degli ultimi 60 anni colpendo direttamente alcuni Paesi del Corno d’Africa ma destabilizzando indirettamente altri, cioè quelli che ospitano i profughi in fuga, Paesi nei quali l’improvvisa pressione sta rapidamente facendo salire il prezzo dei generi alimentari. La città di Mogadiscio non è più in grado di accogliere nuovi rifugiati e l’ospedale ha esaurito le scorte di medicinali; in altre aree, Al Shabaab ha autorizzato le agenzie internazionali a rientrare nel territorio sotto il proprio controllo per rispondere …

Fassina: norma su fisco, iniqua e regressiva

Irpef sulla prima casa, un aggravio pesante sulle famiglie e i giovani. Le profonde iniquità inflitte dalla manovra di finanza pubblica del governo Berlusconi ne appesantiscono gli effetti recessivi e, quindi, ne indeboliscono l’efficacia. La norma per gli interventi sul fisco, oltre a tassare la casa di abitazione, prevede la tassazione dei contributi pensionistici e sociali obbligatori. Se si attuasse l’improvvisato e irrazionale intervento predisposto da Tremonti, saremmo l’unico Paese al mondo a tassare due volte lo stesso reddito, per altro in modo pesantemente regressivo. Contestualmente, le rendite milionarie continuano a beneficiare di un’imposta sostitutiva al 12,5%. Il governo Berlusconi non ha alcuna credibilità per andare avanti. Ogni giorno in più aggrava i problemi dell’Italia. Saranno 24 milioni gli italiani che subiranno il ritorno dell`Irpef sulla prima casa. Un aggravio pesante che ha provocato una dura presa di posizione del Pd che con il responsabile economico Stefano Fassina ha giudica la norma che riporta l`Irpef sull`abitazione principale «iniqua e regressiva». www.partitodemocratico.it

"Il nostro voto compatto", di Alessandro Maran

Trecentodiciannove sì, 293 no. La camera non fa processi. Doveva solo decidere se nella domanda di autorizzazione a eseguire la misura cautelare del carcere per Papa vi fosse o no un intento persecutorio E ha deciso che, no, non c’era. Non c’era persecuzione, Papa aveva cercato di spiegare tutto con le presunte inimicizie nei suoi confronti da parte della procura di Napoli e non aveva fornito alla giunta nessun elemento concreto idoneo a smentire gli addebiti che gli erano stati mossi. Alfonso Papa, Pdl, ex magistrato, finito nell’inchiesta P4 che ha allarmato l’opinione pubblica rivelando uno scenario inquietante di relazioni istituzionali alterate, di rapporti degradati e corrotti, di uso spregiudicato di ruoli e funzioni teso a ricavare denaro e altre utilità potrà dunque, come chiesto dal giudice per le indagini preliminari, essere arrestato. Ne è passato di tempo da quando nella seduta del 29 aprile 1993 – si discuteva allora la domanda di autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi, la Lega esponeva il cappio (i retroscenisti vi racconteranno se e quanti padani hanno …

"La maschera del penitente", di Francesco Merlo

Galera è parola difficile da pronunziare ed è sempre meglio non applaudire la galera, anche quando è strameritata. Ma forse l´onorevole Alfonso Papa se l´è conquistata proprio quando alla Camera ieri ha evocato i figli e la moglie, un dolente “tengo famiglia” che è al tempo stesso il tallone di Achille e il punto di forza della politica italiana. In una famiglia ciascuno ha le proprie abitudini, le proprie manie, la propria poltrona.«Bisognerà spiegare loro perché papà non torna a casa». Ma Alfonso Papa è un ex magistrato e dunque ben conosce il confine tra la giustizia e la pietà. E sa che la famiglia è l´unico argomento che mai può essere giudicato. Nelle carceri c´è il vetro o la tavolaccia ad impedire gli abbracci, i sussurri, i bisbigli e i sospiri tra i familiari. E addosso ieri Papa non si portava le immagini della moglie e dei figli ma quella orribile foto con il ricettatore. E c´erano pure quelle terribili intercettazioni quando la sua voce non era così accorata, non era così infelice. Era …

"La fine di un'illusione", di Luigi La Spina

Può sembrare un paradosso. In una giornata politica di fortissima tensione, con le aule parlamentari ribollenti di urla, litigi al limite dello scontro fisico, e sintetizzata persino da un pugno sul tavolo sferrato dal presidente del Consiglio, i veri protagonisti sono stati due: una assenza e un lungo silenzio. La prima è stata quella di Umberto Bossi. Il secondo è stato quello che ha accolto il sì della Camera all’arresto di un suo componente. L’assenza certificava l’impossibilità, da parte del leader della Lega, di mantenere quel patto con Berlusconi che ha varato la legislatura e ha sostenuto per tre anni il governo. Il silenzio esprimeva la sorpresa, lo sconcerto, il disorientamento, quasi il panico dei deputati che assistevano alla fine di quell’intesa senza che se ne potesse intravedere un’altra. Come gli capita troppo spesso negli ultimi tempi, il presidente del Consiglio non aveva capito che gli umori del Paese avrebbero messo alle corde la resistenza del partito di Bossi. Così, i suoi pronostici ottimistici, fondati su un voto segreto che avrebbe dovuto mascherare il tradimento …

"Lo strappo finale", di Massimo Giannini

Chiuso nella trincea di Palazzo Grazioli, ormai trasformata in Palazzo d´Inverno, il premier incassa la sconfitta più amara. In tre anni di sfascismo politico e processuale, la Lega non lo aveva mai lasciato solo sul fronte della giustizia. Aveva coperto ogni sua legge-vergogna, ogni sua intemperanza verbale e costituzionale. Ma con il voto su Papa, il Carroccio consuma lo strappo finale. Il Cavaliere rimane davvero solo. Il moribondo governo Berlusconi-Bossi non esiste più. Resiste solo l´inverecondo sub-governo Berlusconi-Scilipoti.Il primo dato politico forte, che emerge dal doppio voto segreto dei due rami del Parlamento, è esattamente questo. Il Cavaliere esce a pezzi dall´ordalia di Montecitorio, dove le camicie verdi del Senatur, dopo un penoso tira e molla durato una settimana, sparano «fuoco amico» contro l´avvocato pidiellino sotto accusa nell´inchiesta sulla P4. Sono voti pesantissimi. Contraddicono clamorosamente gli appelli lanciati a più riprese dal premier e dalla sua claque. Svelano palesemente l´ormai insostenibile cortocircuito nel quale si avvita la strategia della Lega. La fedeltà personale di Bossi nei confronti di Berlusconi non può più coesistere con l´irriducibilità …