Giorno: 3 Luglio 2011

"Da insegnante precaria a disoccupata. Il rito del passaggio", di Cristina Ventura

Il Centro per l’Impiego di Milano, in Viale Jenner, apre alle 9.00. Ma il primo luglio, alle 7.45, ci sono quasi centocinquanta persone davanti alle porte. Il solito disoccupato organizzato, evidentemente esperto, tira fuori carta e penna e invita i presenti a scrivere il proprio nome secondo l’ordine di arrivo. Per evitare ressa e colpi di mano quando gli uffici apriranno. Al momento di inserirsi nell’elenco, due disoccupati nervosetti vengono alle mani. I presenti devono separarli. Arrivo alle 9.00 in punto e, dopo una piccola coda all’ingresso, raggiungo l’atrio, dove un impiegato urla “Insegnante?” , mi consegna un modulo da compilare e un bigliettino verde. Sono l’utente numero 302. Il primo luglio è il giorno della transustanziazione, proprio così: migliaia di insegnanti passano dallo stato di precari a quello di disoccupati. Un evento-miracolo che si ripete ogni anno, dopo la scadenza di gran parte dei contratti a tempo determinato il 30 giugno. Siamo tutti lì a richiedere la “ Dichiarazione di disponibilità al lavoro”, al fine di poter inoltrare all’INPS la domanda di disoccupazione ordinaria …

"Carceri, la catastrofe umanitaria", di Luca Ricolfi

Credo che ben pochi italiani abbiano avuto notizia dello sciopero della fame di Marco Pannella, iniziato il 20 aprile scorso, dunque 75 giorni fa. Pannella e i Radicali protestano contro la situazione inumana delle carceri italiane, un problema che si protrae ormai da anni, e ogni estate assume tratti drammatici. Nelle carceri italiane sono rinchiusi quasi 70 mila detenuti, a fronte di una capienza che non raggiunge i 45 mila posti. Molte strutture sono fatiscenti, i detenuti sono costretti a convivere in spazi angusti e sovraffollati, largamente al di sotto degli standard minimi europei (7 metri quadri a detenuto in cella singola, 4 in cella multipla), con servizi igienici e condizioni di accesso ai medesimi spesso umilianti. Il tasso di suicidio è circa 20 volte quello del resto della popolazione. Da anni e anni innumerevoli rapporti, ricerche, studi, resoconti di visitatori testimoniano quale inferno siano diventate tante carceri italiane (non tutte, per fortuna). E la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha già richiamato più volte l’Italia per le condizioni dei detenuti nelle carceri. Nonostante tutto …

Così il Cavaliere controllava Rai e tg", di Walter Galbiati ed Emilio Randacio

Opera nell´ombra, senza farsi vedere. Funziona così, per usare le parole di Joseph Conrad, la Struttura Delta. Forse esiste anche oggi in Rai, ma nel 2005 i vertici erano Alessio Gorla, Gianfranco Comanducci, Clemente Mimun, Fabrizio Del Noce e Deborah Bergamini, come testimoniano le intercettazioni del processo Hdc, la società fallita di Luigi Crespi. Era l´alba del 5 aprile, il giorno successivo alle Regionali in cui il centrodestra venne sconfitto per 12 a 2 dal centrosinistra. La Struttura si deve riorganizzare, tirare le fila del lavoro fatto e decidere il proprio futuro. A metterla in moto è Mimun, ex direttore del Tg1, in una telefonata con la Bergamini (allora vicedirettore marketing della Rai), in cui commentano la puntata elettorale di Bruno Vespa, colpevole di aver messo «l´Italia in rosso». «C´è chi capisce e chi non capisce», dice la Bergamini, riferita al conduttore di Porta a Porta. «Qualcuno ha sentito il capo, qualcuno ha avuto il coraggio?», le chiede Mimun. «L´ho sentito ieri alle sei per dirgli questa cosa che Cattaneo voleva dare anche i dati …

Dibattito sull’immagine della donna alla Festa del PD di Carpi

Sabato sera, nel corso della Festa nazionale del PD sullo sviluppo sostenibile, si è discusso di “Donne oggetto: televisione, web e pubblicità nella sfida per la dignità delle donne” con le parlamentari del PD Manuela Ghizzoni e Emilia De Biasi, la psicologa Judith Pinnock e il Sindaco di Novi Luisa Turci. Il dibattito, coordinato dal Sindaco Turci, che ha ricordato le discriminazioni delle donne nel lavoro e il recente caso dell’azienda che ha licenziato tutte le lavoratrici donne, è stato aperto da una carrellata di immagini commentate da Judith Pinnock, che ha messo in luce l’uso strumentale del corpo femminile in una selezione di manifesti pubblicitari, spiegando il progetto ‘Immagini amiche’ nato sull’onda di una risoluzione del Parlamento europeo, per la quale l’Italia è ancora inadempiente. “Io non penso naturalmente che la pubblicità sia un male, ma il problema è quando le immagini offendono la dignità femminile, e aggiungo maschile, con tendenze maniacali e sessuofobiche, o quando, come accade nel web, anche i minori vengono bombardati da immagini di questo tipo – ha sottolineato la …