Giorno: 9 Luglio 2011

«Il fuoco amico che brucia l´Italia», di Massimo Giannini

Non è la “sindrome ateniese”, che spiega questo venerdì nero dei mercati. È “l´effetto Milanese”: un´inchiesta che lambisce Tremonti, un premier che vuole spingerlo alle dimissioni, un governo folle dove impera il tutti contro tutti. Quello di ieri è stato un vero e proprio attacco all´Italia. Un attacco speculativo, certo. Ma una volta tanto logico e giustificato. E per fortuna, alla fine, anche contenuto nei suoi possibili esiti. In un´Eurozona destabilizzata dal debito sovrano della Grecia e impaurita dallo spettro del «contagio», quale altro Paese può permettersi il lusso suicida di offrire al cinico giudizio dei mercati un simile spettacolo di delegittimazione istituzionale e di disgregazione politica? Il «caso Italia» non è mai apparso tanto grave, ai broker e ai trader di tutto il mondo, come in queste ore. Gli analisti finanziari attribuiscono il nuovo record storico nel differenziale tra i tassi di interesse dei nostri Btp e quelli dei bund tedeschi in minima parte alla «patrimoniale mascherata» contenuta nella manovra, e in massima parte alla «fortissima instabilità politica». Gli operatori di Borsa attribuiscono il …

"Il ministro nella morsa", di Francesco Cundari

La posizione di Giulio Tremonti nel governo si fa sempre più difficile. Dopo la richiesta di arresto per il suo ex braccio destro, il parlamentare del Pdl Marco Milanese, proseguono gli attacchi del Giornale e dei suoi compagni di partito, ai quali si unisce lo stesso Silvio Berlusconi, mentre dai verbali dell’inchiestaP4emerge un illuminante retroscena. Il 17 giugno è lo stesso Tremonti a raccontare ai pm di avere detto al presidente del Consiglio di non provare a usare anche con lui il «metodo Boffo».Male tensioni sui mercati, con il divario tra titoli di stato italiani e bund tedeschi che raggiunge il massimo, costringono i duellanti a un gesto distensivo, una «colazione di lavoro» a Palazzo Chigi, che una nota ufficiale definisce poi «lunga e cordiale». Certo è che il riferimento di Tremonti al «metodo Boffo» non poteva uscire in un giorno più significativo. «Nel corso della discussione – dichiara ai magistrati – io e il presidente del Consiglio manifestammo posizioni diverse sulla politica di bilancio… in parallelo su alcuni settori della stampa si manifestava una …

"I mercati non credono all’Italia, Draghi sì", di Raffaella Cascioli

Banche sotto pressione, spread a livelli record: la speculazione ci tratta come la Grecia Un bagno di sangue sui mercati, con tensioni inimmaginabili fino a qualche giorno fa sui titoli di stato e un tonfo in Borsa delle principali banche. Immaginate un’Italia troppo debole e poco credibile. Un paese in bilico tra il rischio di contagio e l’area salvezza. Con un governo rissoso, una situazione politica quantomeno opaca, un contesto economico esangue sul lato della crescita. Una penisola in cui gli attori principali della scena politica ed economica giocano con il fuoco. Tanto più in presenza di una dilagante speculazione che insiste sull’Europa e che erode il sistema economico-finanziario. A questo punto potrete capire perché ieri l’aumento dello spread tra i titoli a lungo termine italiani e quelli tedeschi abbia superato la soglia massima di 245 punti base, raggiungendo un nuovo record dall’introduzione dell’euro a 245,3. Complice l’inaspettata debolezza del ministro Tremonti giudicato all’estero il baluardo del rigore, l’impressione è che la speculazione tenderà nei prossimi giorni a forzare quota 250 con un incremento rispetto …

"Dissoluzione senza soluzione", di Luigi La Spina

I regimi politici cadono in due modi: o perché sono sconfitti o per sfarinamento interno. Nel primo caso, il crollo può essere cruento, ma i vincitori riescono rapidamente a diventare una credibile classe dirigente alternativa. Nel secondo, l’agonia può essere molto lunga e molto pericolosa, perché lascia il Paese senza una guida sicura e in balia degli eventi. Com’era facilmente prevedibile, la fine del berlusconismo in Italia sta seguendo quest’ultima forma. Un modello che si potrebbe sintetizzare, anche in rima, così: dissoluzione senza soluzione. L’ultima ondata di scandali che si stanno abbattendo sul centrodestra avrà un effetto, in apparenza, paradossale e contraddittorio. Da una parte, ha bruciato la candidatura delle due più forti personalità ministeriali alla successione di Berlusconi, prima quella di Gianni Letta e, ora, quella del superministro dell’Economia, Giulio Tremonti; con risultati devastanti, sia per l’immagine del governo, sia per l’efficacia della sua azione. Dall’altra, costringerà tutti i ministri, a cominciare da quelli più sotto schiaffo giudiziario, a una resistenza e a una convivenza obbligata. Ecco perché, nonostante il clima pessimo che si …

"Ora al Colle è allarme vero", di Mario Lavia

Preoccupato che la situazione precipiti, Napolitano studia anche un piano d’emergenza Una situazione «incartata » che lassù, al Colle, desta qualcosa di più della preoccupazione che ormai pervade quelle stanze da mesi e mesi. Il caso-Tremonti, con annessi e connessi – dalle vicende che investono Marco Milanese a quelle più politiche di una manovra contestata e al tempo stesso insufficiente –, turba non poco il presidente della repubblica soprattutto perché non è affatto chiaro che tipo di dinamica potrà svilupparsi, quali potranno essere gli sviluppi, e nell’incertezza l’unica cosa che si staglia con triste nettezza è la terribile turbolenza su mercati. Da quest’ultimo punto di vista, al Quirinale è scattato l’allarme rosso. Se la situazione dovesse precipitare, dal punto di vista finanziario e da quello politico-parlamentare, al Colle si lavorerebbe per un piano B in grado di reggere l’urto della crisi: è noto d’altra parte come il presidente consideri il ricorso alle elezioni anticipate: come una resa dinanzi alle difficoltà. Ma si tratta di scenari che per il momento restano molto sullo sfondo. Che però …

"Pd: «La manovra svende il patrimonio artistico»", di Ste. Mi.

Ricordate i famigerati tentativi di vendere il patrimonio artistico di passate legislature berlusconiane? Furono sventati. Che ora ci stiano riprovando? Sotto sotto, sì, accusano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante. E non rischiano certo monumenti e luoghi d’arte come il Colosseo. Rischiano pezzi dello Stato di cui ogni tanto aleggia la possibilità di svendita come l’Arsenale di Venezia. «Nascosto tra decine di commi nella manovra finanziaria c’è un blitz che rischia di privatizzare il patrimonio storico e paesistico del nostro Paese: ai commi 17 e 18 dell’articolo 10 si prevede infatti – scrivono in una nota Della Seta e Ferrante – che lo Stato possa dare in pagamento ai propri creditori, al posto delle somme dovute, i propri gioielli di famiglia». Le ricchezze pubbliche ai creditori dello Stato dunque? «Il tutto – prosegue la nota congiunta dei due parlamentari democratici – senza nessun paletto che eviti l’alienazione di beni di valore storico, culturale e paesaggistico, e senza la possibilità di scongiurare cambiamenti di destinazione d’uso che trasformino, per esempio, un antico …