Giorno: 14 Luglio 2011

«Affievolire e rivedere il 41bis» La proposta choc del governo, di Nicola Biondo

«Affievolire il 41bis o non reiteralo per quei detenuti i cui contatti con le organizzazioni mafiose sono venuti meno». È questo l’auspicio di Palazzo Chigi. A mettere nero su bianco la proposta è il Dipartimento per gli affari giuridici della Presidenza del Consiglio in una relazione presentata l’11 luglio scorso a Roma. Il rapporto, con l’introduzione del sottosegretario Gianni Letta, prende in esame le contestazioni e le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo nei confronti dell’amministrazione della giustizia in Italia, in particolare sui ricorsi dei detenuti al carcere duro. Rilievi che consentono al Dipartimento di «invadere» un campo tutto politico in una delle materie più incandescenti nella lotta antimafia, con la proposta di una riforma radicale del carcere duro. «In prospettiva – si legge nel documento – si potrebbe pensare di trasformare il 41 bis da regime speciale a regime ordinario di detenzione (derogabile, quando è il caso, in senso favorevole ai detenuti) o addirittura a pena di specie diversa, inflitta dal giudice con la sentenza di condanna e prevedere meccanismi di affievolimento o …

"La «dissolvenza» degli archivisti: entro il 2016 in pensione l’80%", di Jolanda Buffalini

A rischio la «memoria» storica che giace custodita negli spazi del Mibac: il blocco del turn over dei dipendenti provocherà nel giro di un lustro la quasi estinzione di personale specializzato in biblioteche e archivi. Una sindrome di smemoratezza collettiva incombe sul paese non a causa di uno di quei movimenti tellurici che producono incolmabili cesure nella storia dell’umanità (dalla glaciazione alle rivoluzioni, alle guerre mondiali). L’alzheimer collettivo si sta producendo per blocco del turn over. L’80 per cento dei dipendenti del Mibac (il Ministero dei beni culturali e ambientali) andrà obbligatoriamente in pensione entro i prossimi 4-5 anni. «Fannulloni», direbbe il ministro Brunetta beccandosi l’epiteto di cretino dal collega Tremonti. Ma non solo: archivisti, bibliotecari, archeologi, storici dell’arte, informatici. Professionalità fondamentali che non hanno modo di trasmettere la loro esperienza a chi verrà dopo. Perché dopo non c’è nessuno, nonostante la generazione di precari che cerca di farsi strada sia la più formata della storia repubblicana. Ugo Gallo, funzione pubblica Cgil di Roma, fa l’esempio degli archivi di Stato cittadini, dove sono conservati i …

"Ministeri come deserti… Signori, fra tre anni si chiude", di Vittorio Emiliani

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali fra tre anni sarà una sorta di deserto: niente dirigenti, soprintendenti, tecnici, né custodi. Non lo dice il solito critico catastrofista Lo annuncia il sottosegretario Francesco Giro. «Il problema del personale è ancora più preoccupante di quello delle risorse. «Il sottosegretario Giro ogni tanto rinsavisce», ha commentato il segretario della Uil-Bac, Gianfranco Cerasoli. Ora, bisogna sapere che, secondo conti riportati dal segretario della Cgil-BC, Libero Rossi, se il personale della «gallina dalle uova d`oro» del nostro turismo si è ridotto, dal 1997 ad oggi, del 25,2 per cento, le sue risorse generali sono precipitate del 35 per cento. Al punto che ispettori e tecnici non possono nemmeno più andare in missione nelle aree archeologiche come nei cantieri edilizi o di restauro fuori città: non ci sono più soldi. Proibito usare l`auto personale (per ottenere, anche anni dopo, rimborsi francescani). Soltanto autobus ni. , trenino, bicicletta, o a piedi. Del resto, sapete a quanto ammontano i buoni-pasto per questi solerti funzionari? A 7 euro l`uno. E gli …

Il governo con la manovra reintroduce da lunedì i ticket. E' inaccettabile

Il PD è contrario, Rosy Bindi attacca: “Il governo se ne deve andare, fa male al Paese”. Bersani: “Noi responsabili, loro massacrano la sanità”. Livia Turco:”La manovra è sempre più iniqua”. “Sia chiaro a tutti: saremo responsabili sui tempi di questa manovra, ma i suoi contenuti non ci appartengono. Siamo profondamente contrari alle scelte inique e antisociali a cominciare dalla reintroduzione dei ticket”. Lo dice la presidente dell’assemblea del Pd Rosy Bindi. “E’ una manovra sbagliata- aggiunge Bindi- che si accanisce contro i piu’ deboli, le famiglie e quel che resta del ceto medio italiano, su di loro si scaricano i costi altissimi di questi tre anni di malgoverno della destra. Berlusconi, Tremonti e questa maggioranza sono oggi la vera casta che spadroneggia in Italia, arroccati in difesa delle corporazioni, dei propri privilegi e degli interessi di pochi. Se ne devono andare al piu’ presto, stanno facendo davvero male all’Italia”. Livia Turco, deputata del Pd, rincara: ” La reintroduzione del ticket sulle ricette mediche e gli interventi del pronto soccorso prevista dal governo già da …

"In ballo non c’è (più) Berlusconi", di Stefano Menichini

Il mugugno o l’insofferenza di quelli di sinistra: per salvare l’Italia abbiamo una volta di più salvato Berlusconi, e senza ricevere nulla in cambio. Il sollievo o il flebile rilancio propagandistico di quelli di destra: il governo ha superato un’altra crisi, le opposizioni hanno le armi spuntate, siamo più forti di prima. È sorprendente che con tutto quello che succede ci sia ancora in giro gente animata da tanto fuoco partigiano. Politici e giornali capaci di concentrarsi sul movimento di Palazzo mentre l’Italia è citata dai media mondiali per un solo drammatico concetto: non sarà la seconda Grecia, è troppo grande per essere salvata… Appena martedì scorso davamo voce alla rabbia che sentiamo salire nel centrosinistra per il doversi far carico degli errori altrui, dunque non è per noi questione di essere bipartisan: è semplice logica politica. In questi giorni non è mai stata in ballo la sopravvivenza del governo. Certo, anche l’ultimo peone sa che l’Italia avrebbe una credibilità decuplicata se a guidarla fosse qualcun altro. E del resto tutte le decisioni importanti in …

"Lo scempio della fortezza dei patrioti", di Gian Antonio Stella

«Voi… piccoletti ladruncoli bastardi!» . Se vedesse crescere gli alberi sui tetti della Cittadella di Alessandria (sopra e a destra, in una foto aerea), sui quali sventolò nel 1821 il primo Tricolore del Risorgimento, che lui cantò in Piemonte, Giosuè Carducci scaglierebbe ancora, probabilmente, la sua celebre invettiva contro i politici incapaci. E avrebbe buone ragioni per farlo. Uno Stato serio non abbandona così un pezzo della sua storia. Alberi sui tetti delle polveriere, alberi sui tetti delle torrette, alberi sui tetti delle casermette e poi sterpi e cespugli ed erbacce e alberi sui bastioni, sulle porte, sulle rampe e insomma ovunque l’assalto di una selva aggressiva che sta sbranando giorno dopo giorno la magnifica fortezza settecentesca abbandonata al degrado sotto gli occhi di tutti i «lisandren» , a poche centinaia di metri da piazza della Libertà, il cuore della città piemontese appena al di là del Tanaro. Avanti così e rischia di diventare come la bellissima Angkor ai tempi in cui il francese Henri Mou la scoprì, ingoiata dalla giungla cambogiana. C’è chi dirà …

"Restiamo sotto osservazione", di Stefano Lepri

Con la manovra economica approvata dalle Camere in tutta fretta passerà la burrasca; ma l’Italia resterà sotto osservazione. Anche sui mercati finanziari, come nella vita di ogni giorno, la fiducia si perde in fretta, si riconquista a fatica. D’ora in poi, tutte le giravolte della nostra politica saranno tenute d’occhio; potranno costare care, ciascuna misurata sui tassi di interesse che lo Stato paga sui suoi debiti. Ieri Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia e futuro presidente della Banca centrale europea, ha notato che l’instabilità in Europa è frutto di errori che tutti i governi hanno compiuto, affrontando la crisi dei Paesi deboli «con interventi parziali e temporanei». Poi però ha aggiunto che se i mercati si sono mossi la settimana scorsa contro l’Italia, che ha problemi di lungo periodo – non immediati come quelli di Grecia, Irlanda, Portogallo – è a causa delle incertezze sulla politica di bilancio. Lo si può dire in gergo tecnico, se si vuole, come fanno gli uffici studi: non c’è stato, nei giorni scorsi, alcun deterioramento dei dati fondamentali dell’economia …