"La scuola che perde la memoria, perde se stessa", di Angela Nava Mambretti*
L’idea gelminiana della scuola, superficiale, tutta ipercompetitiva e senza più i tempi necessari per l’apprendimento, produce mostri come la bocciatura di una bambina di 6 anni in prima. Un settimanale femminile, dignitoso e di grande tiratura, mi chiedeva ieri di trovare delle motivazioni che giustificassero e rendessero plausibile (auspicabile?) la bocciatura in prima elementare di una bambina di Ischia, quella di cui tutti i giornali hanno parlato. Ovviamente non ho risposto, ma il mio sconcerto riguarda la domanda. Cosa è successo a questo paese e a tutti noi perché si possa anche solo pensare di ricercare e trovare delle motivazioni ad un errore pedagogico di questa entità? La scuola che boccia in prima elementare è una scuola primaria che parla di PROGRAMMI (ovviamente maiuscoli nella loro imperiosità); è una scuola che misura con un voto il cammino di apprendimento di un bambino di sei anni; è una scuola che fa le somme; che ritiene che i nostri bambini debbano avere un percorso di apprendimento unilineare e che essi non siano, come sono, “bambini a zig-zag”, …