Mese: Luglio 2011

"La scuola che perde la memoria, perde se stessa", di Angela Nava Mambretti*

L’idea gelminiana della scuola, superficiale, tutta ipercompetitiva e senza più i tempi necessari per l’apprendimento, produce mostri come la bocciatura di una bambina di 6 anni in prima. Un settimanale femminile, dignitoso e di grande tiratura, mi chiedeva ieri di trovare delle motivazioni che giustificassero e rendessero plausibile (auspicabile?) la bocciatura in prima elementare di una bambina di Ischia, quella di cui tutti i giornali hanno parlato. Ovviamente non ho risposto, ma il mio sconcerto riguarda la domanda. Cosa è successo a questo paese e a tutti noi perché si possa anche solo pensare di ricercare e trovare delle motivazioni ad un errore pedagogico di questa entità? La scuola che boccia in prima elementare è una scuola primaria che parla di PROGRAMMI (ovviamente maiuscoli nella loro imperiosità); è una scuola che misura con un voto il cammino di apprendimento di un bambino di sei anni; è una scuola che fa le somme; che ritiene che i nostri bambini debbano avere un percorso di apprendimento unilineare e che essi non siano, come sono, “bambini a zig-zag”, …

Cultura. L’opposizione contro maggioranza e governo che bloccano commissione

“Nuovo colpo di mano in Commissione cultura. Lo scollamento tra maggioranza e governo impone alla zelante presidente Aprea di interrompere arbitrariamente i lavori sul regolamento per le procedure di abilitazione universitaria. Il governo contraddice la sua maggioranza e impedisce di fatto il voto, sapendo che sarebbe stato sfavorevole. Da stamattina, infatti, in Commissione c’è perfetta parità tra opposizione e maggioranza. Il rinvio dei lavori, con un vero colpo di mano, è stato quindi imposto in attesa che la riorganizzazione dei gruppi riporti la maggioranza ad essere tale anche in Commissione cultura. I capigruppo di opposizione denunciano con forza l’accaduto e si appellano alla Presidenza della Camera perché garantisca il rispetto delle regole parlamentari” lo dichiarano i capigruppo Ghizzoni (PD), Santolini (UDC), Granata (Fli), Zazzera (IdV) e Giulietti (Misto)

Ripresa più difficile Lavoro, redditi e produzione sotto tiro", di Rinaldo Gianola

Siamo il paese più indebitato e con il tasso di crescita dell’economia più basso tra i “grandi” d’Europa. Ora, arrivati al terzo anno di recessione, l’interrogativo che imprese e sindacati si pongono è quali conseguenze può avere l’ondata speculativa che ha spazzato i mercati e il sistema finanziario italiano ed europeo in questi giorni. La prima preoccupazione è che la crisi del debito possa compromettere quei timidi segnali di ripresa dell’economia comparsi negli ultimi mesi. Per quest’anno e il 2012 le prospettive di crescita del Pil sono modeste, poco più dell’1%, ma queste stime non tenevano conto della caduta di questi giorni e della manovra correttiva di rientro del debito che, per generale considerazione, avrà un impatto recessivo sull’economia. Rischiamo, dunque, il cosiddetto «doubledip», cioè una seconda caduta, dopo la prima fase di recessione che dal 2008 a oggi ha cancellato circa mezzo milione di occupati, con una profonda ristrutturazione dell’apparato produttivo (compresa la scomparsa o il trasferimento di intere produzioni) con un ricorso record alla cassa integrazione. L’Inps ha calcolato che il “tiraggio” della …

"Pd: «Stop ai vitalizi per i parlamentari» La contromanovra taglia la politica", di Andrea Carugati

Un taglio drastico ai costi della politica. A partire dagli stipendi e dalle pensioni dei parlamentari, i cosiddetti vitalizi. E un immediato aumento dell’aliquota sulle rendite finanziarie dal 12,5 al 20%. È questo il cuore delle proposte del Pd sulla manovra economica, che saranno presentate oggi al Senato. Di fronte alla crisi dei titoli italiani sui mercati, e all’urgenza di varare in tempi rapidi una manovra che rassicuri gli investitori internazionali, i democratici hanno scelto di lanciare un messaggio forte, senza rinunciare alle proposte per modificare significativamente il testo del governo, giudicato «non equo e non in grado di sostenere crescita e sviluppo», come ha spiegato Massimo D’Alema, ribadendo che «la situazione è grave e ognuno deve contribuire ad evitare danni ancora maggiori». «Noi siamo quelli che hanno affrontato il peggio. C’è un’Italia solida anche dal lato delle opposizioni, di questo si abbia certezza», ha detto Bersani. «In Parlamento abbiamo sempre collaborato, ma il governo la smetta di fare delle chiacchiere». «Il nuovo record dello spread tra Btp e Bund tedeschi non ammette incertezze», rincara …

"Una cura immediata da 12 miliardi", di Eugenio Scalfari

La Borsa italiana ha paurosamente sbandato nella prima mattinata di ieri, poi si è ripresa. L´emissione di titoli del Tesoro è andata male, c´è stato un calo della domanda e un´ulteriore impennata dei rendimenti e dello “spread” rispetto al Bund tedesco. Le altre Borse europee hanno continuato a ballare per tutta la giornata e la stessa cosa è avvenuta a Wall Street. L´attacco della speculazione è dunque rivolto contro tutta la finanza europea e non soltanto contro l´Italia. Ho avuto modo di parlarne ieri con Mario Draghi. La sua valutazione riguarda la necessità che il Consiglio dei Capi di Stato e di governo dell´Unione europea che si riunirà tra una settimana decida di rafforzare anzi di costruire una politica unitaria che finora non c´è stata e la cui assenza ha stimolato l´aggressività della speculazione e la fragilità dei mercati. Avremo dunque ancora alcuni giorni molto agitati in Europa (e anche in Usa) prima di “riveder le stelle”. E in Italia? I commentatori italiani hanno spiegato il miglioramento di Piazza degli Affari con la dichiarazione di …

"Legge sul testamento biologico Una ferita alla laicità dello Stato", di Michele Ainis

Nel grande teatro di Montecitorio ieri è andato in scena Eugene Ionesco, il maestro dell’assurdo. Non tanto perchè i nostri deputati si lambicassero il cervello in esercizi filosofici mentre là fuori tremavano le borse. Nemmeno per la singolare concezione dell’urgenza che ispira il Parlamento: il Senato ci ha messo 17 mesi per votare il ddl Calabrò sul testamento biologico, la Camera ne ha fatti passare altri 14 prima di discuterlo, adesso — chissà perché— lo sprint finale. Ma il paradosso non è soltanto esterno, non è un effetto della congiuntura. No, abita all’interno della legge, come una tenia dentro l’intestino. Anzi: a metterli in fila, i paradossi sono almeno quattro. Primo: le motivazioni. Quelle dettate in aprile dal presidente del Consiglio, con una lettera ai suoi parlamentari. Sarebbe meglio non farla questa legge (Berlusconi dixit), sarebbe preferibile lasciare un vuoto normativo; ma siccome poi i giudici decidono lo stesso, ci toccherà turare il vuoto. E in quale altro modo dovrebbero mai comportarsi, povericristi? Il nostro ordinamento non ammette lacune: se un magistrato lascia cadere nel …

"Opposizione, prova di leadership", di Mario Lavia

Titolavamo ieri “L’Italia sull’orlo del crack, l’opposizione pronta a salvarla”: e infatti. Senza Pd, Udc, Idv il paese sarebbe andato a fondo. Già, perché in questa operazione di responsabilità (ma non di corresponsabilità), il partito di Bersani ha saputo raccordarsi con quelli di Casini e Di Pietro e, fuori dal parlamento, con quello di Vendola, con tanti saluti a chi dice che uno schieramento alternativo alla destra appartiene al mondo dei sogni. Il Pd sta dando un prova molto forte, di grande sensibilità nazionale. Ha esercitato leadership. Avrebbe potuto mettere i bastoni fra le ruote, ottenendo l’umiliazione del governo ma facendo pagare un prezzo assurdo all’Italia. Essendo un partito serio, ha scelto un’altra strada, e ha fatto bene. Nella mente di Berlusconi martellano altri pensieri. Dover sborsare 560 milioni di euro a De Benedetti. Il destino delle sue aziende. I compromessi fra i figli. Le peripezie giudiziarie. Le sue tempie pulsano per tutto questo, non c’è molto spazio per il resto. Infatti non si fa vedere né sentire, costretto alla fine a parlare con una …