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Sentenza tedesca: «Per i profughi l’Italia è un inferno», di Roberto Brunelli

Per i profughi stranieri l’Italia è un inferno. Ai richiedenti asilo viene riservato un «trattamento inumano e umiliante». I migranti rischiano di condurre una vita «al di sotto della soglia di povertà», e quasi sempre sono costretti a vivere senza un tetto sulla testa. Giudizi impietosi, scolpiti nel marmo. Come si parlasse della Siria, o della Libia. Invece è il Bel Paese a essere nel mirino. Stiamo parlando di una sentenza del tribunale civile di Stoccarda, che con quelle argomentazioni vieta alle autorità tedesche il trasferimento di una famiglia di rifugiati palestinesi in Italia.
La notizia campeggiava ieri con grande evidenza sul sito on line dello Spiegel. Che non mancava di ricordare che «l’Italia è uno degli Stati fondatori dell’Unione europea, è un Paese che si vanta della sua ospitalità e nonostante la crisi attuale è ancora la terza economia dell’Eurozona». È dall’Italia che la famiglia palestinese era giunta in Germania. È vero, ammette lo Spiegel, che il Paese è letteralmente travolto dai richiedenti d’asilo. Però non è la prima volta che un tribunale stabilisce che dei profughi non debbano essere rispediti in Italia. Come riportato il mese scorso da l’Unità, una sentenza emessa il 25 aprile dal tribunale di Darmstadt «aveva dato ragione a una donna somala che, approdata in Germania non voleva essere rinviata in Italia, il Paese che per primo le aveva dato asilo. La giustizia tedesca, a cui si era rivolta, le ha dato ragione». Il motivo: il nostro Paese non garantisce ai richiedenti asilo i diritti fondamentali.
Non a caso, la deputata della Linke Ulla Jelpke ha chiesto al governo federale di impedire d’ora in poi qualsivoglia trasferimento di profughi verso l’Italia. «La situazione è davvero così grave?», si chiede lo Spiegel. La risposta che si dà l’autorevole testata è affermativa: si ricordano le condizioni indegne con cui vengono accolti i migranti che arrivano via mare spesso dopo odissee dall’esito tragico, come la vicenda dei 55 eritrei morti disidratati nel Mediterraneo e viene citata ovviamente l’emergenza continua di Lampedusa. Ma lo Spiegel riporta anche altri dati: secondo le organizzazioni umanitarie, la grande maggioranza dei richiedenti asilo, dopo il passaggio nei vari Cpa, vive nel migliore dei casi da baraccati o da homeless oltre le estreme periferie delle grandi città. Solo a Roma, su 6000 rifugiati al massimo 2200 hanno posti letti degni di questo nome.
E ancora: il commissario per i diritti umani del Consiglio europeo, Nils Muiznieks, la settimana scorsa è venuto in Italia per vedere con i propri occhi quale trattamento venga riservato ai profughi stranieri, molti dei quali in arrivo da situazioni belliche o di povertà estrema. Il suo rapporto è implacabile. «I profughi vengono obbligati a vivere in condizioni orrende», e lui stesso ha potuto constatare di persona «le condizioni intollerabili in cui 800 rifugiati sono costretti a vivere in un edificio abbandonato nella città di Roma: inaccettabile per un Paese come l’Italia». Secondo l’avvocato Dominik Bender, che ha realizzato un’indagine per conto dell’associazione «Pro Asyl», «le autorità italiane non fanno altro che spingere le persone verso altri Paesi europei attraverso una strategia di immiserimento».
Scrive lo Spiegel che il governo di Berlino, di fronte a questa situazione, preferisca fare orecchie da mercante. L’Italia, per conto suo, tace. Ragion di Stato: sulla pelle dei migranti.

l’Unità 14.07.12