"Quelle piccole patrie", di Francesco Merlo
NON muore, ma si esaurisce per accorpamento, che è la morte peggiore per una piccola patria, la cuccia calda del sentimento italiano, quella Provincia che fu l’identità in due lettere – MI oppure BA –, una targa, un fonema, la nostra particella di dio, Milano e Bari anche per gli abitanti di Lainate e di Bitetto che senza l’istituzione Provincia, non sarebbero mai stati milanesi e baresi. LA PROVINCIA è il bosone che ha dato massa all’Italia, mai isolato nel laboratorio del Cern e tuttavia modello standard dell’idea di nazione: «Paese mio che stai sulla collina / disteso come un vecchio addormentato …». Dunque neppure Monti riesce a togliere completamente di mezzo gli spettri della Provincia: l’albero degli zoccoli, il Friuli pasoliniano, la Racalmuto — metafora di Sciascia -, la dolce ferocia contadina sulle donne, i bambini e gli animali. E ancora le melanzane e il latte di capra come archetipi di una modesta ma sicura felicità, la vita come una lunga partita a carte che ricomincia ogni pomeriggio e non finisce mai. Sopravvivono come …