Giorno: 9 Luglio 2012

Terremoto: l'emiliana Ghizzoni in aula con T-shirt "Teniamo Botta"

(Agenzia Adnkronos) – Manuela Ghizzoni, deputata emiliana del Pd, si e’ presentata oggi in aula a Montecitorio, dove si sta discutendo il decreto per l’emergenza terremoto, con una maglietta particolare. C’e’ stampata sopra un’immagine della regione Emilia-Romagna attraversata, al centro, da una scossa. Sotto la scritta: ‘Teniamo botta’. La stessa presidente della commissione Cultura della Camera ha spiegato il significato della t-shirt. ”Teniamo botta e’ la traduzione di un’espressione dialettale che pero’ non significa solo ‘resistere’, ma ‘fare argine’, tutti insieme”, non da soli.

Cinema: Ghizzoni, Commissione cultura ricorda talento e umanità Borgnine

“Esprimo il mio cordoglio per la scomparsa di Ernest Borgnine – lo dichiara Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione cultura della Camera, nel messaggio inviato alla famiglia dell’attore deceduto – L’attore premio oscar non aveva mai dimenticato le sue origini carpigiane. A lui il comune di Carpi, nella primavera 2002, aveva dato tributo con la consegna del premio speciale ‘Carpi per la cultura’ e con una mostra che ne ripercorreva la carriera cinematografica, accompagnandola con un catalogo, curato da Roberto Teti e Odoardo Semellini, che ha rappresentato la prima pubblicazione monografica sull’attore. A titolo personale e di tutta la commissione, il nostro cordoglio nel ricordo di un attore di riconosciuto talento e di un uomo di grande umanità.”

"La sanità italiana non regge davanti a nuovi tagli", di Carlo Buttaroni Presidente Tecné

Spending review. È questa la parola magica che esprime l’idea di tagli progressivi alla spesa pubblica, accusata di essere la principale responsabile del debito dello Stato e conseguentemente dell’aggravarsi della crisi finanziaria. Anche se, in realtà, la spesa pubblica è solo un mezzo il principale attraverso il quale la politica governa lo sviluppo e agisce per raggiungere obiettivi di equilibrio sociale, correggendo eventuali distorsioni e iniquità. Se utilizzata in modo inefficiente (com’è avvenuto, ad esempio nell’Italia degli anni ‘80) produce effetti negativi; al contrario, quando è usata in modo da favorire la crescita e il benessere, è in grado di attivare processi virtuosi, talmente potenti da riuscire a invertire il segno negativo degli eventi. Come nel ’29, quando gli Stati Uniti risposero alla grande crisi con altrettanti grandi investimenti pubblici. Una scelta che permise agli americani di diventare una potenza economica mondiale. La ripresa economica conseguente a quelle scelte, e ancor più le politiche d’intervento pubblico nell’economia e nel welfare in Europa, hanno assicurato all’occidente un lungo periodo di prosperità e crescita. Oggi, i grandi …

"Tagli agli armamenti. Il Pd: si prendano lì 5-6 mld per il sociale", di Massimo Franchi

Parte oggi dal Senato il cammino parlamentare della Spending review. Pubblicato venerdì in Gazzetta ufficiale, il decreto numero 95 «Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini» dovrebbe essere convertito in legge entro la prima settimana di agosto, in tempo per la pausa estiva parlamentare prevista da venerdì 3. Come accaduto per ogni provvedimento del governo Monti, il suo iter non sarà semplice. La stessa maggioranza, a partire dal Pd chiede a gran voce di modificarne molte parti, a cominciare dai tagli a sanità ed enti locali. Su un dato però governo e partiti concordano: come ribadito da Mario Monti, i saldi sono invariabili. Si potrà dunque modificarla solo trovando uguali risorse. Una prima stima sulla entità la fa il responsabile economia del Pd Stefano Fassina: «Per modificare i tagli insopportabili su sanità ed enti locali servono tra i 5 e i 6 miliardi già quest’anno». Una «prima idea» su come reperire i fondi necessari per rendere i tagli a sanità ed enti locali «sopportabili» è quella di ridurre …

"Tre mosse per dare «scacco» alla crisi", di Giuliano Amato

Non è la prima volta che una settimana inizia nel segno della speranza e si chiude nel segno della paura. Questa volta la speranza l’avevano suscitata le novità finalmente uscite dal Consiglio Europeo del 28 giugno – oltre alle misure per la crescita, l’apertura dei fondi salva-Stati al salvataggio diretto delle banche e all’intervento sugli spread a favore dei paesi “virtuosi”. La paura l’hanno fatta tornare un insieme di circostanze – i dubbi dei mercati sulla effettiva portata di queste misure, le aspettative negative che gli stessi mercati hanno letto nelle parole usate da Mario Draghi per spiegare la riduzione dei tassi al di sotto dell’1%, i dati infine sulla disoccupazione americana, che venerdì hanno dato al nero la pennellata finale. Certo si è che le Borse hanno chiuso male e gli spread sono tornati a salire. Era tutto sbagliato, dunque? Era meglio non fare ciò che si è fatto? No, questo non me la sento proprio di dirlo. Intanto, nella situazione nella quale ci trovavamo, il non far nulla era semplicemente restare in balia …

"Beni fantasma, spese poco trasparenti. Così l'Italia non tutela i capolavori ", di Sergio Rizzo

Il nome in codice era «Giacimenti culturali». E ancora oggi rimane un dubbio. Al progetto di catalogazione del patrimonio artistico e monumentale italiano avevano dato quel nome consapevoli che si stava parlando del nostro petrolio, o perché sapevano che l’operazione si sarebbe rivelata una miniera d’oro per società di informatica private? Le tracce di tutti quei soldi (2.110 miliardi di lire, pari a circa 2,1 miliardi di euro di oggi) stanziati a partire dal 1986 (al governo c’era Bettino Craxi) si sono ormai perse. Ventisei anni dopo resta un’amara considerazione della Corte dei conti, rintracciabile a pagina 310 della memoria del procuratore generale Salvatore Nottola al giudizio sul rendiconto dello Stato approvato il 28 giugno: «Nonostante vari tentativi di giungere a una stima attendibile dei beni culturali, non esiste oggi una catalogazione definitiva specie per i reperti archeologici. Inoltre, per i grandi musei statali non esiste una stima del valore delle opere possedute». Molte delle quali, fra l’altro, restano chiuse nei magazzini. Un caso? Il museo più visitato d’Italia, e uno dei più frequentati del …

"Atenei, non svendiamo il nostro patrimonio", di Maurizio Mori Ordinario di Bioetica all'Università di Torino

Sia pure nell’indifferenza dei media, la macchina universitaria per il ricambio dei docenti partita. Si tratta di un processo decisivo per il futuro del Paese, visto che il risultato porterà a individuare l’intellighenzia che formerà la classe dirigente dell’Italia a venire. La cosa che più ha interessato la stampa è stata la sistematica denigrazione dell’università, quasi fosse in balìa di «baroni» strapagati e fannulloni che meritano solo di essere messi in riga. Si è dimenticato totalmente che quando i nostri giovani vanno all’estero alla ricerca di un lavoro negato in patria, trovano subito ottime posizioni perché la preparazione ricevuta all’università è tra le migliori al mondo. Segno che, pur tra tante manchevolezze e pecche, l’Università italiana ha funzionato e funziona. Le difficoltà non mancano, ma si tratta di sapere se la cura proposta non sia peggiore del male. Le diagnosi sono molte e una di grande valore è stata fatta dal collega dell’università Cattolica, Adriano Pessina, in un fine articolo visibile sul sito di filosofionline (http://www.filosofionline.com/?p=547), da cui prendo alcuni spunti, come altri dal bel …