Giorno: 8 Luglio 2012

"Squinzi: a Monti do un 5/6, Camusso: no, è da bocciare", di Teodoro Chiarelli

Se non è il “patto di Serravalle”, poco ci manca. Metti una sera d’estate il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, e il neo presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a dibattere all’ombra della torre di “Castruccio”, nel castello di Serravalle Pistoiese, e succede quello che non ti aspetti. Il leader degli industriali che, fra gli applausi dei militanti del sindacato, dice soavemente: «Condivido tutto quello che ha detto la signora Camusso». E la segretaria della Cgil: «E’ importante quello che dice il presidente Squinzi». E’ il loro primo incontro pubblico, ma sul palco di Serravalle le convergenze sono quasi su tutto, sicuramente più delle divergenze. Stesso giudizio sul governo Monti (largamente insufficiente per la Camusso, tra il 5 e il & per Squinzi), stessa difesa della concertazione fra le parti sociali aborrita dal presidente del Consiglio, stessa richiesta (anche se con sfumature diverse) di una patrimoniale, stesso giudizio negativo (partendo da sponde dioverse) su riforma del lavoro e pensioni, stesso ripudio della “macelleria sociale”. Con Squinzi che ribadisce il suo giudizio («una boiata») sulla riforma …

Jacques Attali «Senza federalismo europeo la moneta unica sarà travolta», di Umberto De Giovannangeli

È uno dei guru dell’economia francese, ex consigliere di Mitterrand e primo presidente della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Le misure tampone possono tenere a bada i mercati ma così non si garantirà il futuro Ue. Cedere quote di sovranità nazionale a organismi sovranazionali. Occorre rilanciare la produttività e creare Project bonds, cioè del debito buono. Bisogna finanziare solo progetti generatori di futuri redditi. «Le misure tampone possono forse “calmierare” per un po’ i mercati e cercare di tenere a bada la speculazione finanziaria. Ma non è così che si garantirà un futuro all’Europa: il salto di qualità sta nel cedere sempre più quote di sovranità nazionale a organismi sovranazionali. Si tratta di una scelta politica: oggi più che mai, l’obiettivo a cui tendere, quello su cui convogliare tutte le energie migliori, è il federalismo europeo. Attorno a questo discrimine occorre verificare le alleanze. Il vero “scudo” per l’Europa si chiama federalismo» Governo europeo o la fine stessa dell’euro sarà solo una questione di tempo! A sostenerlo è uno dei guru dell’economia …

"Riforma elettorale, il Pd vuole il testo in settimana", di C. Fus.

Finocchiaro (Pd): «Il tempo è scaduto, adesso è necessario arrivare presto in Parlamento con la nuova legge». Ma il Pdl punta alla “grande coalizione” Le tre settimane sono scadute. Si entra nella quarta e l’unica cosa che rimbalza dai tavoli del Pdl addetti alla riforma della legge elettorale sono messaggi un po’ provocatori. Il Corsera, ad esempio, mette nero su bianco l’opzione “grande coalizione” per il dopo Monti e, di conseguenza, una legge elettorale che renda più difficile al vincitore comporre una maggioranza. Tutti insieme appassionatamente e che nessuno prenda il sopravvento. Un’opzione che fa comodo solo al Pdl inchiodato nei sondaggi tra il 18 e il 20 per cento. Mentre il Pd è saldamente il primo partito con il 25 per cento e quindi non ha alcun interesse a lavorare su un’ipotesi di legge elettorale ten-ten, di quelle che non scontentano nessuno. Ma che farebbe fuggire definitivamente gli elettori. Così, di fronte alle carte calate dal Corriere della sera con tanto di schemi e schede e quadri sinottici sui punti controversi, il Pd non …

Sanità, Bersani lancia l’allarme: «Rischiamo il bis degli esodati», di Maria Zegarelli

Cambiare le norme decise dal Cdm sulla spending review ai capitoli «sanità» e «enti locali». Al Nazareno stavolta c’è grande preoccupazione perché i tagli previsti da Giulio Tremonti (8 miliardi nel triennio) sommati a quelli stabiliti da Mario Monti, 4,5 miliardi, rischiano di essere una stangata ulteriore per i cittadini in termini di assistenza sanitaria e servizi erogati dagli Enti Locali. Ieri il segretario Pier Luigi Bersani ha lanciato un vero e proprio allarme: «Si rischia il bis della vicenda esodati». Al governo la richiesta è di cambiare le norme rimodulando le misure e gli interventi anche sulla base delle indicazioni che arriveranno dai governatori delle Regioni. «Nel decreto dice il segretario Pd che l’altro ieri aveva parlato di una «mazzata al servizio sanitario» ci sono cose buone e le appoggeremo con convinzione. Ci sono anche cose da correggere, quello che soprattutto non va riguarda il taglio delle risorse agli enti locali, già troppo indeboliti e l’intervento sulla sanità, in particolare, per ciò che riguarda la sanità, l’errore è prima di tutto tecnico. Non c’è …

"Il bisogno di sinistra", di Claudio Sardo

Così non va. La manovra del governo Monti dovrà essere corretta in parlamento, altrimenti il suo costo sociale rischia di diventare insostenibile: per il taglio dei servizi che penalizza le famiglie e i ceti più deboli, per l’ulteriore spinta recessiva che induce all’economia già depressa. È soprattutto sulla Sanità, sulle Regioni, sui Comuni che si abbatte la mannaia, seguendo purtroppo la filosofia tremontiana dei tagli lineari assai più che l’annunciato proposito di una spending review capace di selezionare ed eliminare gli sprechi. La più pericolosa continuità con il governo Berlusconi sta proprio nell’accanimento con il quale si colpiscono le amministrazioni locali, e in special modo quelle più virtuose, che potrebbero fornire un contributo alla ripresa con tanti piccoli e medi investimenti e che invece vengono bloccate da tagli ormai indiscriminati ai trasferimenti e dai vincoli tafazziani del patto di stabilità. Sottrarre un altro miliardo al Fondo sanitario nazionale, dopo aver tagliato almeno 14 miliardi in quattro anni, e senza aver ancora definito i costi standard delle prestazioni, vuol dire incidere sulla carne viva del Paese …

"Soffocati dal solito conflitto di interessi", di Giovanni Valentini

La Rai per il governo. Viale Mazzini per palazzo Chigi. Il controllo della tv pubblica per la tutela dell’interesse pubblico. Siamo alle solite. Ma questa volta il ricatto del centrodestra si gioca sulla pelle del Paese, di tutti noi cittadini, sudditi del regime televisivo, proprio in un momento cruciale per le sorti dell’economia nazionale e dell’intera collettività nazionale. Ricatto, non c’è termine più appropriato per definire l’ultimatum del partito-azienda. O la borsa o la vita, insomma. O la consegna della Rai oppure la sopravvivenza del governo. È fin troppo trasparente ed esplicito il senso dell’avvertimento lanciato dall’ex ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, per giudicare l’affidabilità del quale basterebbe constatare lo stato di crisi in cui è ridotto il sistema produttivo italiano. Se non fosse stato per l’intransigenza dell’ex presidente della Rai, Lucia Annunziata, a suo tempo l’azienda pubblica avrebbe speso cento milioni di euro per acquistare un “pacchetto” di frequenze televisive di cui non aveva bisogno, già appartenute in gran parte a emittenti locali gestite in precedenza proprio dall’ineffabile ex ministro. Un “affare” di …

"Ho parlato con Draghi di Balotelli e di Germania", di Eugenio Scalfari

La situazione economica si è di nuovo imbruttita. Non parlo di quella italiana e neppure soltanto di quella europea, parlo della situazione mondiale, compresi i colossi emergenti, la Cina, l’India, il Brasile, il Sudafrica. La recessione che ha fatto la sua comparsa già da un paio d’anni ed è diventata una realtà da sei mesi, si aggrava; nuove «bolle» si profilano su alcuni mercati: quella immobiliare – pensate – in Cina; quella dei derivati un po’ dovunque perché le banche occidentali sono quasi tutte inquinate di titoli sporchi, di scommesse, di «Corporate bond» e di obbligazioni sovrane che stentano a mantenere i valori nominali e perdono colpi sotto le ondate speculative. Ma il fatto nuovo di questi ultimi giorni viene dalla Germania: la locomotiva europea è ferma. Non accadeva da molto tempo. I tedeschi consumano poco ma esportano e investono molto e il saldo tra questi «fondamentali » era positivo e consentiva al treno tedesco di correre con buona velocità. La novità sgradevole è che quel saldo ormai è in pareggio, perciò la locomotiva si …