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"Il leader Pd accelera sulla «carta d’intenti» e chiama Vendola", di Simone Collini

Bersani accelera sulla definizione della «carta d’intenti». Il testo definitivo, quello che dovrà essere sottoscritto da chi intende far parte della coalizione progressista e partecipare alle primarie per la premiership, sarà pronto in autunno. Ma la prossima settimana il leader Pd presenterà la sua proposta, che nell’impianto rispecchierà i punti programmatici e valoriali anticipati all’Assemblea nazionale di sabato: «lavoro al centro», equità, redistribuzione, conflitto di interessi, riequilibrio del carico fiscale, beni comuni, sviluppo sostenibile, orizzonte europeo, parità di genere, diritti civili e di cittadinanza. L’intenzione di Bersani è di discutere poi questa proposta nel corso dell’estate, al fine di arrivare ad ottobre con un testo condiviso, non solo con le altre forze politiche e con rappresentanti di liste civiche sparse su tutto il territorio nazionale, ma anche con associazioni, movimenti, parti sociali.
Il primo incontro in agenda è per i prossimi giorni, con Vendola. Il leader di Sel sta seguendo con attenzione non solo il confronto interno al Pd ma anche il tentativo di allacciare con l’Udc. «Non ho diffidenza quando persone che hanno storie politiche diverse dalla mia si incrociano con la mia, voglio però sapere qual è la bussola che abbiamo e quale l’orizzonte», dice il governatore pugliese facendo capire che non porrà veti pregiudiziali a un’alleanza con i moderati. Vendola però vuole aprire subito il cantiere programmatico. «Bersani ha fatto un passo in avanti indicando la prospettiva di un nuovo centrosinistra, le primarie per selezionare il candidato premier e la necessità di una nuova strategia politica, economica e sociale», dice riferendosi all’Assemblea Pd il leader di Sel. Che però è critico sia col no alle nozze per le coppie gay che con il sì del Pd alla riforma del lavoro: «Quello che voglio dire a Bersani è che nel programma di governo non possiamo mettere mezzi diritti. Si deve ripristinare l’articolo 18 e dire sì al matrimonio per le coppie gay».
Le nozze tra coppie omosessuali difficilmente però passeranno. Perché tra gli stessi Democratici il fronte contrario è ampio e perché Bersani è convinto che un punto di incontro con l’Udc sia possibile soltanto sulla base del documento messo a punto dal Comitato diritti del Pd. Casini è favorevole al riconoscimento di precisi diritti per le coppie conviventi, senza preclusioni di genere, ma ha anche fatto sapere che per lui un tema del genere rientra tra quelli «eticamente sensibili». Su cui, sottolinea fin d’ora il leader centrista, «non si creeranno alleanze politiche» e quindi i parlamentari dovranno essere liberi di votare «secondo coscienza».

l’Unità 17.07.12