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"Salve le festività, non si toccano, Province, quali saranno soppresse" da unita.it

Nessuna ipotesi di tassa patrimoniale allo studio del governo. Lo ha affermato il premier Mario Monti, smentendo quanto affermato da un quotidiano: «La patrimoniale non rientra nelle intenzione nè nei programmi di goveno che abbiamo» ha detto durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi alla fine del Cdm. Il premier ha inoltre precisato che lo spread sale per colpa dell’incertezza del quadro politico. “E’ importante l’accordo tra i partiti per la fiducia all’estero”, ha detto. “Il contagio è in corso. Ma dobbiamo fare di tutto, come stiamo facendo, per uscire dalle difficoltà con le nostre forze”. Ha espresso «delusione» per l’andamento dello spread, ma comunque dall’insediamento del governo Monti nel novembre 2011 è sceso di 84 punti rispetto alla fine del governo Berlusconi, ha sottolineato Monti.

CONFIDO SENSO RESPONSABILITÀ SINDACATI
«C’è una tenuta del sistema sociale e mi auguro che quel senso di responsabilità che è finora prevalso anche nell’atteggiamento sociale e sindacale, a differenza di quello che stiamo vedendo in altri Paesi come la Spagna, mi auguro possa continuare per non aggravare una situazione complessa»

FESTIVITA’, NESSUN ACCORPAMENTO
Nessun accorpamento delle festività per il momento. Il Consiglio dei ministri ne ha discusso ma «ha deciso di non procedere». «Il Consiglio – si legge nella nota stampa – ha definito i criteri per il riordino delle province».

«Il Consiglio ha definito i criteri per il riordino delle province – dimensione territoriale e popolazione residente – previsti dal decreto sulla spending review». Lo si legge nel comunicato stampa al termine del Consiglio dei ministri. «In base ai criteri approvati, i nuovi enti dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati».

«Nei prossimi giorni – si spiega – il Governo trasmetterà la deliberazione al Consiglio delle autonomie locali (Cal), istituito in ogni Regione e composto dai rappresentanti degli enti territoriali (in mancanza, la deliberazione verrà trasmessa all’organo regionale di raccordo tra Regione ed enti locali). La proposta finale sarà trasmessa da Cal e Regioni interessate al governo, il quale provvederà all’effettiva riduzione delle province promuovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura».

«Le nuove province – si aggiunge nel comunicato – eserciteranno le competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità (le altre competenze finora esercitate dalle Province vengono invece devolute ai Comuni, come stabilito dal decreto ‘Salva Italià).

La soppressione delle province che corrispondono alle Città metropolitane – 10 in tutto, tra cui Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze – avverrà contestualmente alla creazione di queste (entro il 1° gennaio 2014)».

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato la questione del calendario delle festività e delle celebrazioni nazionali ma senza procedere. Nel comunicato si fa riferimento al decreto legge n. 138, «approvato dal precedente Governo nell’agosto 2011» che «prevede che, a decorrere dall’anno 2012, il Presidente del Consiglio stabilisca ogni anno le date in cui ricorrono le festività introdotte con legge dello Stato non conseguenti ad accordi con la Santa sede, nonchè le celebrazioni nazionali e le festività dei Santi Patroni, ad esclusione del 25 aprile, del 1° maggio e del 2 giugno».

«Il Consiglio – si spiega – ha deciso di non procedere all’accorpamento delle festività per tre ragioni. Anzitutto perchè, secondo le stime della Ragioneria generale, la misura non dà sufficienti garanzie di risparmio, contrariamente a quanto indicato dalla norma (che individua nel risparmio di spesa la propria finalità principale). Inoltre, perchè a differenza di quanto indicato dal decreto legge del 2011 nella parte in cui fa riferimento a »diffuse prassi europee«, non esistono in Europa previsioni normative di livello statale che accorpino le celebrazioni nazionali e le festività dei Santi Patroni. In alcuni Paesi (ad esempio la Germania, l’Austria e la Spagna) la celebrazione delle festività dei Santi Patroni rientra nell’autonoma determinazione delle autorità locali che le fanno coincidere col giorno a questi dedicato nel calendario gregoriano. Nei Paesi anglosassoni – ad esempio in Irlanda e in Scozia – i Santi Patroni delle principali città sono riconosciuti e celebrati, con giornate festive stabilite a livello statale. Infine – si sottolinea ancora -, perchè l’attuazione della misura nei confronti dei lavoratori privati violerebbe il principio di salvaguardia dell’autonomia contrattuale, con il rischio di aumentare la conflittualità tra lavoratori e datori di lavoro».

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