attualità, cultura

"Di un colore bellissimo", di Enrico Grazioli

Brilla, nera e fiera, chiara e limpida, la stella di Cécile Kyenge nei primi giorni del complicato governo Letta. Splende di una luce così particolare che da sola (e sola, per ora) dà il segno di una novità, di una possibile svolta anche in una fase politica così affannosa. Le sono bastate poche parole, il suo semplice essere così come è per dare speranza da un lato e mettere invece paura a chi il nuovo, il progresso, la civiltà non li vuole mai. La peggio Italia le si è scagliata contro: contro il suo colore, ma anche contro la sua compostezza, la sua preparazione, il suo impegno al servizio di una comunità che fa del rispetto dei diritti le fondamenta per presente e futuro. E anche contro una forza politica, un’area di pensiero per quanto scomposto e a volte contradditorio, che nel momento più travagliato e deludente della sua storia ha saputo cogliere in lei, scegliendola per il Parlamento e poi per il governo, il segno della responsabilità, della passione civile, il meglio di questa Italia immiserita. Vederla e ascoltarla in tv l’altra sera ha stupito molti, quelli che non la conoscevano: non i soliti fiumi di parole vacue e sguaiate di politici e sottogovernanti di ogni parte, ma la pacatezza di chi conosce i problemi, ne ha attraversati e ora vuole che chi vive nel suo Paese abbia le stesse opportunità, riceva lo stesso rispetto da chiunque. Difficile che una stella così non dia fastidio agli occhi già accecati di chi la invita a far visita a una donna stuprata da due congolesi. Perché il problema nella mente sofferente di questa Italia è la provenienza del criminale, il colore della sua pelle, non il crimine su una donna, né la donna vittima del crimine: rimandiamoli a casa, neri e ferini, che le nostre donne se le stupriamo tra di noi fa meno notizia, fa meno male… Coraggio, Cécile: non tornartene mai “a casa”, rimani tra noi perché siamo noi che dobbiamo fare tanta strada. E la tua stella di un colore bellissimo continui a mandare un po’ di luce anche a Modena: che hai scelto anni fa come la tua Italia e che ancora oggi ha bisogno del tuo aiuto per essere all’altezza di quella scelta.

La Gazzetta di Modena 05.05.13