attualità, partito democratico

"La “base” da macello del PD", di Cecilia Alessandrini

Sono stata settimane dure queste per noi segretari di circolo del PD e per la base del nostro partito. Riunioni, incontri, un susseguirsi di eventi e di situazioni da gestire a cui fare fronte nonostante il morale rispecchi esattamente quello dei “nostri” militanti: depresso e abbattuto. Così stamattina avevo deciso che la mia presenza al circolo oggi non era necessaria, pensavo, erroneamente, che la fase peggiore fosse superata e di potermi prendere una mattinata di “vacanza” dal mio impegno politico che in queste settimane ha di gran lunga superato tutto il resto. Gongolavo a casa tra un libro e un po’ di musica quando ricevo una telefonata dal numero del mio circolo. Il circolo apre alle 11,00 sono le 11,08. Dall’altra parte del filo due dei militanti storici mi dicono “Cecilia abbiamo aperto il circolo ma passa la gente e ci urla “vergogna!” “vergognatevi tutti”, cosa facciamo? Noi non ce la sentiamo di stare qui a prendere gli insulti…”. Salgo in sella alla bici e in 10 minuti arrivo al circolo. Li trovo lì con le facce di chi in questi anni si è già preso un sacco di schiaffi e un pugno sulla faccia già gonfia proprio non riesce ad accettarlo. Sistemo come posso la situazione, provo a rassicurarli, faccio forza a loro e in fondo a me stessa e mentre noi siamo in questa condizione penosa si affaccia alla porta del circolo uno dei tanti ex iscritti di questi anni che ora, guarda tu che strano caso proprio nell’anno del congresso, ha deciso di iscriversi nuovamente dopo anni di mancati rinnovi. Mi chiede quando può venire a rinnovare la tessera, neanche solo per lui ma anche per sua moglie a nome della quale parla lui ovviamente, e sta per andarsene in tutta fretta quando gli faccio la domanda che faccio a tutti i militanti, simpatizzanti, elettori che passano per il circolo in questi giorni, e cioè cosa pensano di ciò che sta accadendo. Grave errore. Infatti dall’alto del suo ruolo di prof. universitario con la verità in tasca mi risponde praticamente che va bene così, provo a dire che sono appena passati ad urlarci “vergogna” e che quindi forse proprio “bene così” non va, mi dice che bisogna spiegare e che “noi dirigenti” ci siamo apposta per spiegare alla nostra base cosa è giusto o non giusto fare. Provo a dire che io non spiego proprio niente a nessuno e che anzi credo che qualcuno dovrebbe spiegare a me e a tutti i nostri elettori cosa è successo in questi giorni e perché senza neanche un dibattito serio dentro al partito si sia deciso un cambio netto della linea politica votata alle primarie prima e alle elezioni poi, rompendo anche l’alleanza con SEL. Ne nasce una piccola discussione sugli ormai mitologici errori della campagna elettorale ecc. e quando faccio presente che nell’ultima assemblea fatta poco meno di una settimana fa la maggioranza delle persone pensava che si stesse facendo un errore nel fare questo governo con il PDL e mostrava un livello di indignazione per l’accaduto piuttosto alto lui mi risponde con un evidente disprezzo per il ruolo che esprimo e per come l’interpreto (e forse anche per l’età che ho e perché sono una donna): “Capirai cosa vuoi che conti quello che dice la base qui dentro! Saranno stati i 10 frequentatori del bar qui davanti!”. Questa frase getta nello sconcerto esistenziale e politico più totale me e i presenti al circolo che dopo anni di impegno pratico e fattivo si sentono dire da un semisconosciuto quasi mai visto che in fondo il loro pensiero non conta nulla e che la loro segretaria sbaglia a non “indottrinarli” abbastanza. Da questo discorso mi pare quindi chiaro che non siamo noi la “base” che conta nel partito, noi che con le nostre pretese di coerenza e giustizia sociale siamo evidentemente troppo fuori moda per un partito di centro sinistra in Italia. Così come è fuori moda la nostra militanza costante, sono fuori moda i nostri banchetti e le nostre feste dell’Unità se non quando servono per raccogliere soldi e voti nei momenti opportuni. Non voglio aggiungere altro all’escalation di sdegno che questo episodio ha risvegliato in me, chiudendomi di nuovo lo stomaco dopo giorni di già nervosa inappetenza, ma una cosa la voglio chiarire a tutti quelli che stanno nel mio partito qualsiasi sia la loro corrente di appartenenza : io non accetterò mai di fare da “carne da macello” per questa gente, non in silenzio almeno.

da unita.it