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"Le piccole scuole restano senza preside", di Francesca Milano

Scompariranno circa mille piccole scuole. O, meglio, scompariranno i loro presidi. È questa la conseguenza della norma sugli istituti sottodimensionati prevista dalla manovra. Viene infatti stabilito che – a partire dal prossimo anno scolastico – scuole dell’infanzia, scuole primarie e scuole secondarie di primo grado verranno aggregate in istituti comprensivi, «per garantire un processo di continuità didattica», come è scritto nel testo in attesa di pubblicazione.
Alle scuole con meno di 500 alunni (che scendono a 300 nelle piccole isole, nei comuni montani e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche) non sarà assegnato un dirigente scolastico, ma l’istituto verrà diretto da un “reggente” con incarico su un’altra scuola. In più, per acquisire autonomia, gli istituti comprensivi dovranno contare su almeno mille iscritti (500 per le scuole localizzate nelle isole e nelle comunità montane).
Secondo le stime dell’Associazione nazionale presidi, il numero di scuole coinvolte nelle cura dimagrante sono 2mila. Per queste “resisteranno” solo mille presidi. «Ma se le scuole si accorpano – spiega Giorgio Rembado, presidente dell’Anp – il carico di lavoro aumenta perché non è lo stesso dirigere un istituto con 500 alunni o uno con mille». I presidi dei plessi accorpati, quindi, si vedranno complicare il lavoro. «Per questo – spiega Rembado – chiediamo che le risorse risparmiate con questo taglio vengano usate per raggiungere la perequazione retributiva».
Sul fronte dei presidi c’è anche un’altra novità, slegata dalla manovra: domani le organizzazioni sindacali rappresentative dell’area V della dirigenza sono state convocate al ministero dell’Istruzione per parlare del bando di concorso ordinario per il reclutamento dei dirigenti scolastici che metterà in palio 2.386 posti. L’ultimo concorso ordinario risale al 2004 e quest’anno circa 1.350 scuole (su 10.421) sono andate avanti grazie a un preside “reggente”, titolare in un altro istituto. Il bando è in ritardo: avrebbe dovuto essere pubblicato già un mese fa, ma «speriamo che non ci siano altri intoppi e che il bando arrivi presto in Gazzetta», afferma Rembado.
Un altro appuntamento atteso al ministero riguarderà il piano triennale delle assunzioni. Il Miur ha stimato che nel triennio saranno assunti 65mila tra insegnanti e personale Ata. Ma il numero stabilito dal ministero cozza contro le previsioni dei sindacati che considerano la stessa cifra solo per il 2011-2012 (si veda la tabella). «Le stime del ministero parlano di 65mila posti, ma bisognerà fare bene i conti» dice Massimo Di Menna (Uil scuola).
Ma è il nodo stabilizzazione dei precari a tenere banco. Anche per Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil, i posti da coprire solo per il 2011-2012 sarebbero 66mila (26mila docenti più 40mila Ata). «Il piano triennale, dunque – spiega Pantaleo – coprirebbe solo i posti previsti per il prossimo anno scolastico». Gli fa eco Rino Di Meglio, della Gilda degli insegnanti: «Sono ridicoli 65mila posti in tre anni». La Gilda avanza al Governo anche un’altra richiesta: «È tempo – dice Di Meglio – di far partire nuovi concorsi». L’ultimo risale al 1997.
La manovra esclude la scuola dal blocco del turn over, ma conferma invece lo stop fino a tutto il 2014 del rinnovo del contratto: «Una misura penalizzante e che non ci aspettavamo», sottolinea Marco Paolo Nigi, numero uno dello Snals-Confsal. E il «no all’ulteriore rinvio del rinnovo», arriva anche da Francesco Scrima, segretario generale Cisl scuola.

La manovra taglia i presidi alle scuole con meno di 500 alunni, accorpandole ad altri istituti. Per acquisire autonomia le scuole devono avere almeno mille alunni
La scuola non è interessata dal blocco del turn over previsto per le altre amministrazioni e la manovra conferma il piano triennale di assunzioni introdotto dal Dl sviluppo
I docenti dichiarati non idonei all’insegnamento per motivi di salute assumono la qualifica di amministrativi o tecnici. Se si rifiutano, vengono messi in mobilità intercompartimentale

Cosa cambia per prof e dirigenti
LE SCUOLE COINVOLTE
Secondo l’Anp 2mila scuole rischiano di non avere il preside
IL NUMERO MINIMO DI ALUNNI
Con meno di 500 alunni non si avrà diritto a un preside
SENZA DIRIGENTE
Nel 2010/2011 oltre 1.300 scuole hanno avuto un reggente
GLI ISTITUTI COMPRENSIVI
Per essere autonomi gli istituti dovranno avere mille iscritti
GLI EFFETTI
Agli istituti sottodimensionati non saranno più assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato

Le nomine di assunzioni ma secondo i sindacati il numero di posti in palio per insegnanti e personale Ata non è sufficiente
Il reclutamento Via libera al piano triennale
Se un docente non può più insegnare a causa di un problema di salute deve fare domanda per diventare Ata oppure viene messo in mobilità

Il Sole 24 Ore 04.07.11

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Il docente non idoneo diventa «bidello» (ma tiene lo stipendio)

Il prof con problemi di salute perderà lo status di docente e diventerà assistente tecnico o amministrativo (Ata), mantenendo però lo stipendio. A stabilirlo è la manovra varata dal Governo, che mette nero su bianco le regole applicative di una vecchia norma: ad oggi, infatti, i 4mila-5mila docenti che, per motivi medici permanenti, non possono più insegnare vengono dirottati verso biblioteche, sale di informatica o laboratori linguistici. Ma se, finora, anche l’insegnante impiegato in biblioteca resta un «docente», con la manovra le cose cambieranno.
Da prof a “bidello” il passo è più breve di quel che sembra. E per chi non presenta la domanda entro 30 giorni dalla data del certificato medico è prevista la mobilità intercompartimentale, ossia lo spostamento in altre amministrazioni pubbliche. La manovra prevede che il personale venga reimmesso in ruolo su posto vacante con priorità nella provincia di appartenenza e mantenga il maggior trattamento economico. In ogni caso, comunque, le immissioni nei ruoli Ata saranno vincolate al piano di assunzioni.
Secondo la Gilda con questo provvedimento «si va a chiarire una situazione già esistente, visto che dal 1984 i docenti che non possono insegnare trovano altri ruoli», spiega Rino Di Meglio, segretario del sindacato insegnanti.
Le amministrazioni pubbliche verso cui saranno dirottati i docenti che non presenteranno l’istanza saranno individuate in un decreto che arriverà entro 90 giorni dall’entrata in vigore della manovra.
La novità non preoccupa il segretario della Uil scuola, secondo cui «se un insegnante ha una patologia depressivo-psicologica che gli impedisce di essere a contatto con gli alunni va utilizzato in altri ambiti, che possono essere scolastici o non, in base alla sua decisione di presentare l’istanza».
Contrario, invece, Mimmo Pantaleo della Flc scuola: «È una norma palesemente penalizzante per i professori, che si troverebbero a ricoprire ruoli da personale Ata. Altra cosa è, invece, la mobilità, che rappresenta una soluzione più idonea perché salvaguarda le competenze e la professionalità del lavoratore».
L’ipotesi del prof che diventa bidello non convince del tutto anche perché «rischiano di aprirsi numerosi contenziosi», avverte Pantaleo. Perché se è vero che si conserva lo stipendio da insegnante, è altrettanto vero che si perde lo status di docente.

Il Sole 24 Ore 04.07.11