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“La paura della verità”, di Antonio Boccuzzi*

Finalmente ieri sembrava giunto il momento e l’opportunità per ascoltare dalla viva voce dell’ad Harald Espenhahn, le motivazioni che hanno spinto la ThyssenKrupp a dismettere lo stabilimento di Torino, di conseguenza tutte le modifiche all’organizzazione del lavoro e la riduzione delle manutenzioni sulle macchine. La sua voce non si è fatta attendere, ma queste risposte sono state sostituite dalla lettura di una lettera in cui si evidenziava la difficoltà a comprendere la lingua italiana e la conseguente indisponibilità a sottoporsi all’esame. Tutto questo si riflette sull’andamento del processo,tanto che è stata cancellata la prossima udienza, prevista per il 29 ottobre,di conseguenza si allungano i tempi.È esplicita la volontà di perdere tempo; sulla comprensione della lingua italiana, sono stati molti i tentativi da parte del collegio di difesa di far arenare il processo, ma fortunatamente questa è stata un’eccezione mai accolta, fin dalla fase preliminare. Milascia quindi perplesso questo squallido tentativo perpetrato ancora oggi. Confido che nell’udienza del4novembre, quando all’imputato sarà concessa la possibilità di avere il supporto di un interprete, si possano comprendere le motivazioni che hanno creato nello stabilimento di Torino una situazione di abbandono ed inadeguatezza degli impianti che hanno permesso che sette lavoratori perdessero la vita in modo brutale. Infine, vorrei sottolineare che ho avuto occasione, insieme alle altre RSU sia dello stabilimento di Torino, che di Terni,nonché delle segreterie sindacali territoriali e nazionali, di ascoltare il dottor Espenhahn parlare un italiano fluido e forbito anche dal punto di vista tecnico, come nell’occasione in cui venne comunicata la chiusura del nostro sito,lo stesso illustrò le condizioni che avevano portato a quella decisione,rispondendo anche alle domande che furono poste, senza la presenza di alcun interprete.

* PARLAMENTARE PD OPERAIO THYSSEN

L’Unità, 28 ottobre 2009