economia, partito democratico

Lavoro, imprese e Mezzogiorno. Il PD presenta la sua contro-finanziaria

Negli emendamenti presentati, misure a sostegno anche dei redditi e degli enti locali
Sostegno al lavoro, ai redditi e alle imprese. E poi misure per l’emergenza idrogeologica e sismica, per gli enti locali e il Mezzogiorno. Sono queste le priorità che il PD intende portare avanti con determinazione e risolutezza.

Il primo passo è stato fatto oggi con la presentazione degli emendamenti alla Finanziaria, ora in esame a Palazzo Madama, presentati dal gruppo del Pd del Senato. Una vera e propria contro-finanziaria con priorità ed obiettivi che non sono quelli indicati dal governo. “Per noi – spiega Anna Finocchiaro, presidente dei senatori democratici – la questione centrale, la nostra battaglia, è tenere al centro degli interventi il lavoro, il reddito delle famiglie e lo sviluppo delle imprese. Questo è il cuore della nostra proposta economica per superare la crisi”.

Nel merito, la capogruppo del Pd di Palazzo Madama, indica “sei questioni essenziali” all’interno delle quali prendono corpo le diverse proposte del Pd.

Si parte con il sostegno al lavoro che prevede tra le misure da affrontare, il riconoscimento su base universalistica dei trattamenti di disoccupazione e l’estensione (anche nella durata) dei trattamenti di cassa integrazione guadagni ordinaria.

Il secondo punto riguarda il ‘Sostegno ai redditi’. In particolare quelli medio bassi, con una serie di detrazioni per le famiglie, le madri lavoratrici e per chi ha stipulato un mutuo. Si va dall’innalzamento delle soglie di detrazione per carichi di famiglia, a interventi in favore delle lavoratrici madri alla previsione della quattordicesima mensilità per i pensionati.

Importante anche l’intervento a favore delle imprese che prevede l’istituzione di un fondo interbancario finalizzato a facilitare l’accesso al credito delle imprese e al consolidamento dei debiti, il potenziamento dei Confidi e deduzione dalla base imponibile Irap del costo del lavoro, per il personale dipendente e assimilato, per le imprese individuali e società di persone; previsti anche la proroga degli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici e il sostegno al settore agricolo.

Il quarto punto riguarda ‘Le misure per l’emergenza idrogeologica e sismica’ dove, oltre agli interventi nelle zone di crisi come l’Abruzzo e Messina, è previsto un Piano di verifiche per la riduzione del rischio sismico su tutto il territorio italiano, con il riconoscimento di una detrazione del 55 per cento delle spese sostenute per l’adeguamento delle strutture, ed una mappatura delle aree a più elevate rischio idrogeologico (con previsione anche di eventuali abbattimenti di edifici a rischio).

Negli emendamenti dei democratici si parla anche di ‘enti locali’ con la proposta di rivedere il Patto di stabilità, con l’esclusione dai vincoli del Patto delle spese in conto capitale per opere e interventi nei settori dell’edilizia scolastica, della messa in sicurezza del territorio e per opere pubbliche cofinanziate dallo Stato.

Sesto, ultimo ma non per importanza, c’è il Mezzogiorno. Quella grande risorsa dell’Italia che la capogruppo Finocchiaro definisce “Il grande assente” dalla manovra del governo “che di chiacchiere in questi mesi ne ha fatte tante”. Chiacchiere che il PD preferisce sostituire con i fatti, ossia con la riassegnazione di quanto stanziato per il Ponte sullo Stretto per il completamento dei due principali corridoi ferroviari e per opere infrastrutturali, di adeguamento sismico e di risanamento idrogeologico; Il PD propone anche il rifinanziamento del Credito d’imposta per l’occupazione nelle aree sottoutilizzate, lo sviluppo dei Confidi nel Mezzogiorno e l’adozione di ricercatori universitari da parte delle imprese del Mezzogiorno. “Abbiamo lavorato – ha detto il relatore di minoranza della Finanziaria Vidmer Mercatali – abbiamo indicato anche la copertura per i nostri emendamenti, siamo pronti a discutere anche delle priorità se non si può far fronte a tutto”.

“Se davvero il Governo vuole abbassare la pressione fiscale che sta crescendo fino a raggiungere i livelli del 1997 – spiega il senatore democratico Enrico Morando lo vedremo su come si comporterà su alcuni emendamenti che abbiamo presentato riferiti in particolare all’aliquota fissa del 20% sugli affitti percepiti e alla detrazione parziale per chi lo paga, alla detassazione dei salari di secondo livello, all’eliminazione dalla base imponibile del costo del lavoro per le imprese che sono società di persone”. Se, di fronte a queste proposte la risposta del Governo sarà negativa allora, conclude Morando “capiremo che la riduzione delle tasse era solo un burla, solo chiacchiere”.
G.R.
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