comunicati stampa, memoria

Strage di Monchio, “Finalmente il processo”

Gli on. Ghizzoni e Miglioli: “I 6 ufficiali delle SS accusati della strage

dovranno rispondere delle loro azioni davanti a un tribunale italiano”

“Anche se con 65 anni di ritardo, i 6 ufficiali delle SS accusati della strage dovranno rispondere delle loro azioni davanti a un tribunale italiano. Domani finalmente inizia il processo, i parenti delle vittime, le associazioni e le istituzioni che si sono costituite parte civile potranno avere giustizia”.

Questo il commento degli on. Manuela Ghizzoni e Ivano Miglioli del Pd alla vigilia dell’apertura del processo, domani 11 novembre a Verona, contro sei ufficiali nazisti accusati della strage di 360 civili compiuta tra il 18 e il 20 marzo del 1944 a Monchio, Susano, Costrignano, Cervarolo e Vallucciole di Arezzo. Sono tutti accusati di omicidio plurimo continuato con l’aggravante della premeditazione, sevizie e crudeltà verso civili.

Gli imputati, oggi ultraottentenni, facevano parte della divisione Hermann Göring. Sono i sottotenenti Ferdinand Osterhaus, 92 anni, e Hans Georg Karl Winkler, 87 anni; Fritz Olberg, 88 anni, comandante di plotone della terza compagnia; Wilhelm Karl Stark, 88 anni, sergente; Helmut Odenwald, 89 anni, capitano, e Gunter Heinroth, 84 anni, soldato della terza compagnia. Il settimo militare per cui era stato chiesto il rinvio a giudizio, il sottotenente Gustav Brandt, è morto all’età di 95 anni.

“La strada per arrivare al processo è stata lunga e tortuosa – proseguono i due parlamentari – documenti fondamentali per risalire alla verità dei fatti sono stati colpevolmente dimenticati nel cosiddetto «armadio della vergogna» e solo grazie a un lavoro paziente di ricerca, al quale il senatore Luciano Guerzoni ha dato un fondamentale contributo, si è arrivati al rinvio a giudizio dei sette ex-militari tedeschi”.

A occuparsi dell’inchiesta sulle stragi è stato il Tribunale militare di La Spezia. Nel giugno del 2008 gli on. Ghizzoni e Miglioli presentarono un’interpellanza urgente al Presidente del Consiglio affinché il Tribunale non venisse soppresso “perché depositario delle indagini atte a far luce sulle stragi avvenute nella seconda guerra mondiale, rimaste insabbiate per anni nel tristemente famoso armadio della vergogna”.