economia

“Tagli e bluff, dalla manovra resta fuori l’Italia in crisi”, di Bianca Di Giovanni

Una Finanziaria lunare. Ci sono articoli, commi, e subemendamenti, ma manca l’Italia. In particolare, manca l’Italia in crisi. Il Paese fatto di operai che perdono il lavoro, impiegati che aspettano gli aumenti contrattuali, studiosi che puntano alla ricerca, famiglie con bimbi piccoli da accudire, scolari iscritti alla scuola dell’obbligo, poliziotti impegnati per la sicurezza, magistrati e insegnanti. Manca tutto questo nel testo arrivato alla Camera: per ora ci sono solo i tagli «lineari» (metodo pericolosissimo, perché non distingue tra la qualità della spesa) decisi un anno fa e solo in parte recuperati con accordi successivi, per esempio sulla sanità e sulla scuola. Sulla carta il deficit migliora per 7,5 miliardi: nella realtà non è affatto detto che il rigore sia rispettato. Mai costi sociali di quel taglio ci sono tutti. Dopo la riunione della consulta economica del Pdl di ieri, nel centrodestra si è arrivati a un primo accordo (oggi seguirà un nuovo vertice con la Lega), da cui il relatore della Finanziaria è uscito con una lista di misure da finanziare: welfare, sviluppo e enti locali. Ancora slogan: nessuna cifra di dettaglio. Solo la «dotazione» di 4 miliardi, il ricavato dello scudo fiscale. Un’entrata una tantum, per interventi una tantum Nessun disegno strutturale, nessuna politica economica: fuori dal tavolo gli sgravi fiscali (che sia Irpef o cedolare sugli affitti). Restano risposte spot, mentre l’economia frana: gli italiani affrontano da soli la crisi più drammatica di tutti i tempi. Non a caso dall’opposizione Pier Luigi Bersani invoca una reazione «corale» alla crisi.

FAMIGLIE E LAVORATORI
Anche «Famiglia Cristiana» ha lanciato il suo j’accuse: neanche un euro per le famiglie. Non si accenna nemmeno al bonus famiglia (900 milioni) per le famiglie disagiate, mentre la social card è utilizzata dalla metà della platea prevista in origine. Non ci sono i 400 milioni per la non autosufficienza, che il pd ha chiesto ieri di ripristinare. mancano 8 milioni per fronteggiare l’influenza A, non ci sono aiuti per i neonati. In primo piano il dramma dei precari, che restano in gran parte fuori dal welfare. nel loro caso chi perde il lavoro va a casa senza nessun aiuto. Eppure Silvio berlusconi aveva detto che il governo non avrebbe lasciato a casa nessuno. Il ministero del lavoro starebbe lavorando a una mini-copertura,ma ancora non si conoscono i dettagli. E intanto la crisi corre. Aumenterà di qualche punto il sussidio della disoccupazione, ma i «paletti» sono davvero troppo bassi per fermare l’emorragia di lavoro. Nel «pacchetto» di Maurizio Sacconi compare anche una sorta di sanatoria contributiva (ancora un condono), che aiuterebbe a coprire le misure messe in campo. Probabile poi la proroga degli sgravi sui premi aziendali, sempre che le aziende continuino ad erogarli. Resteranno senza rinnovi contrattuali i tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici.

SOLIDARIETÀ, RICERCA, FUTURO
Manca ancora il 5 per mille (che pure Giulio tremonti si vanta di aver inventato),mancano tagliati gli aiuti all’economia «verde»:non si vedono gli sgravi sulle ristrutturazioni per il risparmio energetico. Ancora pochi fondi all’Università alla scuola (da finanziare persino i libri di testo), le missioni all’estero. Insomma, è una manovra senza futuro. Tremonti aspetta solo che passi la nottata. Ma così nella Penisola resterà notte fonda.

L’Unità, 26 novembre 2009